Al Biwa di Milano il Mossone
lancia la cantina Santa Barbara

Stefano Antonucci di Santa Barbara
Stefano Antonucci di Santa Barbara
di Andrea Fraboni
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Mercoledì 23 Settembre 2015, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 16:06
ANCONA - Un uomo solo al comando. Senza offesa per il “campionissimo”.

Che da lassù giudicherà giustamente irriverente l’accostamento. Ma qui oltre all’uomo, Stefano Antonucci, c’è soprattutto la cantina Santa Barbara che l’altra sera è stata premiata a Milano al Biwa, unica azienda marchigiana ad entrare nel gotha del vino italiano.



Due Barolo Docg, il Giuseppe Mascarello e figlio Monprivato 2010 e il Giuseppe Rinaldi Brunate 2011, e il Duemani Costa Toscana Igp Cabernet Franc 2012 sono rispettivamente i primi tre classificati al Best Italian Wine Awards, Biwa appunto. La classifica, nata nel 2012 da un'idea del sommelier Luca Gardini e Andrea Grignaffini, viene stilata da un comitato tecnico internazionale in un tasting alla cieca di oltre 300 etichette e “ha saputo dare - come sottolineano i promotori - grande visibilità a livello internazionale alle eccellenze vinicole del Paese, da Città del Messico a Londra, da Hong Kong a Bordeaux”. L'iniziativa, ha detto il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, “ha reso possibile, attraverso il confronto e la condivisione di esperienze comuni, la valorizzazione del prodotto vitivinicolo italiano”.



“In questi anni abbiamo portato il Biwa in giro per il mondo, in Europa e oltre confine - conclude il sommelier Gardini - l'enogastronomia italiana all'estero è conosciuta e apprezzata ma è nostro compito e dovere raccontare queste storie di eccellenza e mostrare l'altissimo livello qualitativo di vini che hanno tutte le carte in regola per competere sul mercato internazionale”.



Soprattutto rossi, in proporzione pochi bianchi e solo qualche bollicina: così nei best 50 dei vini italici ecco il Mossone Igt Marche Rosso firmato appunto da Stefano Antonucci che si guadagna oltretutto una posizione di tutto rispetto (ventesimo posto) lasciandosi alle spalle... bottiglie e aziende sacre come Jermann, Cà del Bosco e Florio per non parlare dei vini come Amarone, Barolo, Chianti e Barbaresco.



“Un premio che mi riempie di gioia, una felicità che condivido con tutti i miei collaboratori - ha detto Antonucci rientrando dal capoluogo lombardo - e sono soprattutto orgoglioso di essere marchigiano e di essere stato l’unico della regione a raccogliere questo prestigioso riconoscimento”. Ma sono giorni importanti per chi fa vino. La vendemmia innanzitutto, che sta andando a gonfie vele, ma anche le prime anticipazioni dei premi che le diverse guide di settore riconoscono a bottiglie e cantine.



E pure in questo caso Santa Barbara, secondo le anticipazioni, veleggia sempre altissima. Il Gambero Rosso ha attribuito i “Tre Bicchieri” al Verdicchio Superiore Stefano Antonucci, un bianco ormai apprezzato in tutto il mondo tanto che gli ha assegnato il massimo riconoscimento anche Slow Wine (che ha premiato comunque tutta la produzione della cantina per la sua eccellenza).



Per la guida Vini Buoni d’Italia corone per l’impareggiabile Verdicchio Tardivo ma non tardo e per il sontuoso rosso Maschio da Monte. Mancano ancora altre referenze specializzate ma il bottino già così è straordinario per Santa Barbara che ha lanciato di recente un Verdicchio biologico (Back to Basics) destinato a far parlare molto di sé. Altrimenti Antonucci che lo avrebbe inventato a fare.
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