Visso, il primo volo dell'aquilotto
dal suo nido alle vette maceratesi

Visso, il primo volo dell'aquilotto dal suo nido alle vette maceratesi
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Sabato 10 Ottobre 2015, 11:06 - Ultimo aggiornamento: 19:33
VISSO - L'emozione infinita di un incontro speciale, di quelli che ti cambiano la vita. Una vita che si dischiude davanti ai tuoi occhi mentre sei immerso nella natura più incontaminata dei Monti Sibillini.



È quello che è capitato a Giorgio Tassi, fotografo amandolese "per natura" che ha sempre avuto la montagna come costante nella sua vita e che è riuscito ad immortalare nei suoi magnifici scatti un ormai rarissimo esemplare di piccolo d'aquila.








Ma l'immagine non è altro che l'esperienza che affiora tra la parte interiore di un uomo dietro ad una macchina fotografica e la parte esteriore delle cose, con il filtro dell'immaginazione: così, laddove non arriva il potere delle immagini, arriva quello delle parole. Per questo è nato il libro "Io, aquila", primo suggestivo lavoro in prosa di Giorgio Tassi che, dopo il partecipato incontro organizzato da Bruno Olivieri presidente della sezione del Cai, presenterà oggi in Comune a Treia, alle 18, quello che è un condensato di emozioni e racconti dove il volo di un "pillo" - così si chiama il piccolo delle aquile - diventa metafora del volo nel cielo della vita di tutte le creature di questo mondo. Saranno proiettati anche filmati che riprendono il piccolo aquilotto nelle sue prime fasi di vita, con gli scorci più suggestivi dei Sibillini. "Non sono mai stato un fotografo "naturalista" - racconta l'autore del libro -; stavo percorrendo un sentiero nuovo nel versante maceratese dei Sibillini, e mi sono imbattuto in un nido nascosto in una piccola cavità di roccia calcarea giallastra. Non potevo credere ai miei occhi: qualcosa iniziava a muoversi lì dentro. Ho seguito l'evoluzione di quella meraviglia della natura per mesi, dal 28 maggio dell'anno scorso fino al primo agosto, recandomi tutti i giorni in quel luogo restando una presenza marginale, per non disturbare il naturale evolversi del piccolo. Ho voluto dare un nome a quella creatura: "Io". Proprio a significare il rapporto simbiotico che si instaura tra un uomo in escursione solitaria che ha la fortuna di assistere ad uno spettacolo del genere e una creatura, che altro non era che lo specchio di me stesso". E da lì la scelta di non immortalare il momento del primo volo di "Io", quando mamma aquila molla la presa per far spiccare al cucciolo il primo volo nei cieli dei Sibillini.Per info www.giorgiotassifotografo.it.
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