Ore di ansia per la sorte
della coppia di Macerata

Ore di ansia per la sorte della coppia di Macerata
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Martedì 31 Dicembre 2013, 17:47 - Ultimo aggiornamento: 15 Febbraio, 16:49

MACERATA - "Siamo in attesa di una risposta.Vogliamo capire perch hanno bloccato le adozioni. Certo, loro dicono che non tengono sotto sequestro nessuno, ma le famiglie sono obbligate a restare l, fino a quando, appunto, non ci sar una risposta".

Lo dice Francesca Gentili, sorella di Francesca, la maceratese che con il marito Andrea Minocchi si trova a Kinshasa con altre 23 famiglie italiane in attesa di completare le pratiche di adozione e tornare in Italia con i bambini.

La coppia di Macerata è alloggiata in una missione e ha potuto tenere il bambino, Franois, 2 anni, con sè. Un eventuale distacco sarebbe dunque più doloroso, anche se è probabile che, se dovesse continuare questa fase di stallo, uno dei due coniugi dovrà rientrare, "così - spiega Francesca - potranno darsi il cambio". I Minocchi hanno tutti i documenti in regola e Franois è in pratica già un figlio adottivo. Michela è casalinga e Andrea è commesso in una rivendita di ricambi per auto. Per sostenerlo, c'è stata anche una raccolta di fondi fra colleghi e clienti del negozio.

Il sindaco di Macerata Carancini

"Preoccupazione per Andrea e Michela"

"Il desiderio di credere ad un anno nuovo migliore del 2013 è in queste ore spento dalla crescente preoccupazione per Andrea e Michela, i due maceratesi trattenuti in Congo nel mezzo di una guerra civile. Il primo pensiero, la prima speranza per il 2014 per me e per la comunità che rappresento è per loro perchè possiamo ritrovarli qui in mezzo noi,

presto, manifestando anche la vicinanza alle loro famiglie che stanno vivendo questa difficile situazione". È il pensiero che il sindaco di Macerata Romano Carancini rivolge alla coppia bloccata a Kinshasa in attesa di poter rientrare in Italia con il figlio adottato. "Ho vera fiducia - aggiunge - che il 2014 sarà un anno migliore del 2013 anche per la nostra comunità. Alcuni segnali fanno credere che, seppure ancora in una fase generale difficile, possano riaccendersi opportunità soprattutto in materia di lavoro, che resta una delle condizioni fondamentali affinchè le comunità si sentano tali".

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