Parapiglia e insulti
​al Centro missionario

Parapiglia e insulti ​al Centro missionario
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Giovedì 17 Aprile 2014, 11:52 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 21:59
MACERATA - Attimi di tensione ieri mattina lungo le scalette del centro storico del capoluogo all’interno del Centro missionario diocesano situato in Piaggia della torre.

Intorno alle ore 10 nel centro gestito dalla Diocesi di Macerata due stranieri hanno tentato di portarsi via più di quanto avrebbero avuto diritto e gli animi si sono immediatamente accesi. I due hanno fatto ingresso all'interno della struttura per prendere alcuni capi di abbigliamento, ma si sono rifiutati di lasciare la piccola donazione richiesta a tutti dal Centro missionario. Le volontarie che operano all’interno del centro si sono subito accorte del tentativo di inganno da parte dei due e li hanno invitati a lasciare una piccola somma di denaro per i capi che intendevano portarsi via, così come da regolamento.

I due, però, in maniera prepotente, si sono categoricamente rifiutati di fare come quanto indicato dalle volontarie e non solo non si sono allontanati in maniera pacifica, ma addirittura hanno iniziato ad alzare la voce e a rispondere con un atteggiamento violento. La tensione è salita ancora di più quando le donne hanno provato a spiegare ai due le regole del centro e si è arrivati addirittura alle mani con uno degli aggressori che ha preso per un braccio una delle signore, strattonandola. Alla fine gli stranieri si sono allontanati non senza lanciare prima insulti e gestacci volgari verso le volontarie in piena strada attirando l'attenzione dei cittadini che in quell'ora della mattinata, anche vista la presenza del mercato settimanale, stavano passeggiando lungo le scalette.

“Non ne possiamo più di queste situazioni” è stato lo sfogo di alcune volontarie che sono ritornate alla loro normale attività subito dopo che gli stranieri si erano allontanati. La paura e la preoccupazione si leggevano, però, nei loro occhi mentre spiegavano che “non è la prima volta che ci capita una cosa del genere. Iniziamo davvero ad avere paura per la nostra sicurezza”.
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