Raphael Gualazzi, un divo a Spoleto

Raphael Gualazzi, un divo a Spoleto
di Marco Molendini
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Luglio 2013, 13:03 - Ultimo aggiornamento: 7 Luglio, 13:43

La forza di Raphael Gualazzi quell'aria da marziano sbarcato sulla terra che quasi non crede a quello che gli successo. Un’aria di sorpresa che non accenna a sfumare neppure dopo un paio di anni di sballottamenti, riconoscimenti, concerti, applausi, eccetera, eccetera. Certo, è questione di carattere. Ma c'è di più e di meglio. Il fatto è che il ragazzo di Caterina Caselli si diverte a fare quello che fa e si stupisce gradevolmente per le reazioni che suscita.

L’abito che la sua formidabile stilista musicale gli ha cucito addosso non è altro che il suo abito, senza sovrastrutture, senza compromessi. Eppure il suo pop sognante, intriso di jazz, swing, buon gusto, armonie eleganti è passato attraverso due Festival di Sanremo, un rullo compressore che ha appiattito legioni di aspiranti popstar.

ALL’ESTERO

Invece Raphael all’Ariston c'è passato, ha lasciato le sue tracce, ha preso quel che doveva prendere (se non ci fosse andato, la sua carriera non avrebbe subito l'accelerazione che ha avuto) e ha continuato dritto per la propria strada. Una strada che non è fatta solo di puro e semplice raccolto di quello che ha seminato. Perchè il lavoro fatto negli ultimi mesi è un gran lavoro di prospettiva, centrato soprattutto sul fronte estero, soprattutto in Francia, paese solitamente attento alle novità che vengono da casa nostra, dove nei giorni scorsi, in occasione della festa della musica, Gualazzi ha tenuto un breve concerto sotto la torre Eiffel, ma dove ha già suonato in teatri, jazz club, dove ha fatto anche un'improvvisata nel metrò (poi copiata di sana pianta da Michael Bublè a New York) e ha partecipato al Jazz Day presso la sede dell'Unesco.

Non solo Francia, però. Gualazzi è impegnato anche in altri paesi: in Spagna (qualche giorno fa ha partecipato al Dia de la musica, manifestazione importante che si è svolta al Matadero di Madrid), in Germania (dove dopo la fortunata partecipazione all’Eurosong festival ha scalato le classifiche), in Inghilterra (tra l’altro vive a Londra, città che gli piace moltissimo). Insomma, un gran lavorio che ha contribuito sicuramente a dare sicurezza anche alla sua musica. Negli ultimi due anni e passa, Raphael ha lavorato sul proprio materiale, specie sulla vocalità e lo spettacolo che porta in giro un po' dappertutto e che, sabato 6 luglio, presenterà al Festival di Spoleto in piazza Duomo, rappresenta un perfetto ritratto della sua raggiunta maturità.

LO SHOW

Uno show piacevole, profumato di jazz, che resta il suo linguaggio di riferimento, che ha il gusto sobrio e leggero di svolazzare sulle ali dello swing e dell’ironia, costruito attorno ad arrangiamenti tutti suoi, che non rinuncia a divagazioni attorno al suo campionario musicale tratto dai due dischi che ha realizzato da quando è entrato nella scuderia Sugar, Reality and fantasy and Happy mistake (senza lesinare i suoi due pezzi più popolari, perchè santificati dalla partecipazione sanremese, come Follia d'amore e Sai, ci basta un sogno).

Il risultato è un melting pot musicale dal sapore profondamente italiano, ma che ha lo sguardo ampio e internazionale, un viaggio capace di passare da citazioni di Fats Waller (uno dei suoi idoli pianistici) o Duke Ellington (la celebre Caravan è uno dei cavalli di battaglia delle sue live performance), a divagazioni verdiane, a omaggi Nino Rota, a stringere l'occhiolino anche al rock (Don't Stop, il suo primo successo, è una cover degli anni 70 pescata nel repertorio dei Fleetwood Mac), al soul, al country. Un viaggio che parla la lingua di casa, ma usa spesso l'inglese e anche il francese. Ad accompagnarlo una band corposa che ruota attorno al leader, alla sua voce e al suo pianoforte.

© RIPRODUZIONE RISERVATA