L'Antimafia indagherà ora sul summit
in odore di 'ndrangheta a Montegranaro

L'Antimafia indagherà ora sul summit in odore di 'ndrangheta a Montegranaro
2 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Settembre 2014, 22:26 - Ultimo aggiornamento: 21 Settembre, 11:56
FERMO - Il summit in odore di 'ndragheta avvenutoa a Montegranaro passa alla procura distrettuale antimafia.

Quel blitz in un casolare nelle campagne di Montegranaro per sventare un incontro in odore di ’ndrangheta è ora finito sul tavolo della procura distrettuale antimafia. Il fascicolo fermano è stato infatti ora girato alla procura che ha la competenza sui procedimenti relativi ai reati di stampo mafioso.



La vicenda ormai è nota. Furono sette le persone individuate. Tutti esponenti legati ai vertici della 'ndrangheta, tra loro anche un “capo”, un sessantenne venuto appositamente dalla Calabria per il summit. Gli altri erano venuti dal Piemonte, altri da zone del Nord e Centro Italia, anche dalle Marche.



Il blitz venne operato dai carabinieri della compagnia di Fermo guidati dal capitano Pasquale Zacheo. Per diversi giorni rimase segreto poi appena i termini della vicenda divennero più chiari esplose in tutto il fragore. Era avvenuto negli ultimi giorni del luglio scorso ma solo diverso tempo dopo se n’era avuta notizia.



Era un sabato sera quando i carabinieri fecero un blitz in quel casolare nella campagne di Montegranaro che doveva invece essere disabitato. All’interno vi trovarono diverse persone. Alcune di loro vennero subito collegate con diversi fatti di mafia, altre erano ancora da conoscere. Insomma, un incontro, forse “in terra neutra” che serviva a qualcosa, forse per prendere alcune decisioni, non certo per acquistare un casolare come poi i sette cercarono di spiegare ai carabinieri una volta arrivati sul posto.



Sette le persone trovate, è il numero delle persone ufficialmente reso noto ma è probabile pure che ne fossero di più vista la grande riservatezza attorno alla vicenda. Avevano allestito quegli spazi anche per dormire.



Quel summit scoperto nella notte dai carabiniere, sorprese molti. Fece fare un balzo sulla sedia ai team investigativi di tutta Italia. In quel fascicolo c’è tutto. Sarà l’Antimafia a cogliere collegamenti e dare un senso molto più ampio all’incontro di Montegranaro. “Non sappiamo se quello scoperto sia stato il primo summit, se ce ne fossero stati in precedenza e se ce ne saranno in futuro - aveva scritto all’indomani il Suap, il sindacato autonomo di polizia - certo viene naturale chiedersi quali siano gli affari che hanno portato i calabresi, e se si tratta di affari per la 'ndrangheta, probabilmente non lo sono per noi, per i cittadini onesti e laboriosi che tengono vivo il territorio”. E l’altro ieri, a conferma, un altro grosso blitz dei carabinieri ha alzato il velo su una possente organizzazione che tra Marche e Abruzzo gestiva il mercato e l’approvvigionamento della droga. La base operativa? Porto Sant’Elpidio.



Leggi Corriere Adriatico per una settimana gratis - Clicca qui per la PROMO

© RIPRODUZIONE RISERVATA