Il Comune fa tagliare le grosse palme
Proteste e dubbi per il verde sulla piazza

Il Comune fa tagliare le grosse palme Proteste e dubbi per il verde sulla piazza
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Lunedì 12 Gennaio 2015, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 10:55
PORTO SAN GIORGIO - Se il punteruolo rosso non c'entra perchè hanno tagliato quelle palme?



"Ma perché le tagliano? Si può fare? Non sembravano attaccate dal punteruolo rosso. Le sostituiranno con altri alberi?". Sono le domande più frequenti che ieri mattina i pendolari e i cittadini da piazza Matteotti si sono posti una volta notato che alcuni operai stavano abbattendo le due palme all'interno dell'area di proprietà delle Ferrovie dello Stato.



Due palme storiche, una addirittura secolare, che da sempre contraddistinguono il profilo della stazione dal viale Buozzi. A spiegare i motivi che hanno spinto le Ferrovie dello Stato ad intervenire drasticamente sulle due palme è Niccolò Bacchetta, perito agrario titolare dell'impresa Nico Green-Opere nel verde che ieri mattina ha effettuato i lavori in free climbing: "Le due palme presentavano dei restringimenti alla base del tronco.



Siamo intervenuti in free climbing, senza l'utilizzo di mezzi, perché l'area non consentiva un facile accesso e comode manovre". In altre parole quelle due palme si erano assottigliate nella parte più bassa del tronco provocando uno sbilanciamento del loro peso verso l'alto. E questo ha fatto temere alla proprietà dei crolli verso i binari. Le piante in questione, infatti, distano pochi metri dalle rotaie.



L'intervento ha risvegliato gli animi degli ambientalisti che ora si domandano se, invece del taglio, non si sarebbe potuto procedere con degli ancoraggi. L'abbattimento riaccende i riflettori anche sullo spigoloso tira e molla sull'abbattimento delle piante sangiorgesi troppo vicine ai binari, un botta e risposta che va avanti da anni tra Ffss e amministrazione con le prime a chiedere il taglio delle piante vicine ai binari e la seconda a resistere.



Le Ferrovie sono intervenute sulle loro piante non facendo leva, però, sulla distanza dai binari quanto piuttosto su una stabilità ritenuta ormai precaria.



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