Tutela del Made in Italy
Santori vola a Bruxelles

Tutela del Made in Italy Santori vola a Bruxelles
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Lunedì 17 Novembre 2014, 18:10 - Ultimo aggiornamento: 19:26
​FERMO - La questione della etichettatura obbligatoria d’origine e la salvaguardia dell’economia locale dalle ripercussioni conseguenti le sanzioni economiche per l’Europa a causa delle tensioni fra Russia e Ucraina saranno sul tavolo del Parlamento europeo.



E non per interposta persona. A portarle a Bruxelles direttamente il Presidente di Confindustria Fermo Andrea Santori che domani, martedì 18 novembre, farà parte della delegazione guidata dal Presidente della Regione Marche Gian Mario Spacca che al centro congressi “Le Square” darà il via alla Macroregione Adriatico Ionica (Eusair).



“Per noi è un onore ed un orgoglio poter partecipare a questa importantissima conferenza europea che lancerà un progetto di vitale importanza e ricco di opportunità anche per le nostre imprese – ha dichiarato il presidente Santori – di questo dobbiamo ringraziare il presidente Spacca e la Regione per averci coinvolti in quanto il battesimo della Macroregione porterà enormi benefici anche all’economia del nostro territorio”.



Nell’occasione il presidente Santori avrà anche l’occasione di incontrare l’on. Federica Mogherini, alto rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari esteri, l’on. Antonio Tajani, vice presidente del Parlamento europeo, l’on. Paolo Gentiloni, neo ministro italiano agli affari esteri e le europarlamentari on. Elisabetta Gardini e on. Simona Bonafè.



“Avrò l’importante opportunità di consegnare loro un documento con le richieste delle imprese del Fermano sul made in e sulle sconvenienti sanzioni che le tensioni Russia Ucraina possono arrecare alla nostra economia – ha aggiunto il presidente Santori – ovvero quanto ho già esposto nel corso di un’assemblea organizzata dalla vice presidente di Confindustria Lisa Ferrarini nella sede di Assolombarda a Milano lo scorso 14 novembre. Ossia: partendo dalla premessa che Fermo costituisce la provincia più manifatturiera nelle Marche, che a sua volta rappresenta la regione a più intensa vocazione alla manifattura in ambito nazionale, le imprese calzaturiere, in particolare, nonostante le difficoltà congiunturali ed economiche, non chiedono sostegni economici a supporto delle attività, vogliono solo poter continuare a lavorare, con le necessarie garanzie di poter farlo senza temere acquisizioni di proprio know how da parte di altri, abuso dei propri simboli da parte di terzi, attacchi concorrenziali sleali praticati da chi ignora regole o semplici dettami commerciali. Penso che ci troviamo di fronte ad una vera e propria “guerra economica”, con sproporzione di mezzi fra duellanti, data l’aggressività degli uni e la vulnerabilità degli altri. Il contesto è aggravato anche da situazioni pesanti e sedimentate: pensiamo ai dazi che gravano sulle nostre produzioni presso determinati mercati senza vincolo di reciprocità da noi, soprattutto per ammontare; pensiamo alle disparità di condizioni lavorative dei diversi soggetti operanti sui mercati, per cui alcuni di questi sono vincolati da leggi strettissime, altri dalla sola sensibilità personale, altri – e sono la maggior parte - da nulla; pensiamo alle sperequazioni legislative esistenti anche fra produttori europei, secondo cui alcuni sono schiacciati da norme e regolamenti, altri sono da questi premiati. Cosa possiamo fare, allora? Agire. Subito. E’ necessario, per prima cosa, - prosegue Santori - un sostegno corale ad iniziative forti e mirate, che accrescano e diano operatività agli strumenti nazionali già esistenti; poi, e soprattutto, è indispensabile e non più rinviabile un intervento specifico del legislatore comunitario: in merito, stimolo i nostri rappresentanti presso le Istituzioni europee a sostenerci ed a fare proprie le nostre battaglie. Penso che nel corso del periodo di presidenza italiana del Consiglio Ue, che sta volgendo a conclusione, si sarebbe potuto fare di più e meglio anche appassionando altri partner europei al tema, ma prendiamo atto di quanto fatto ed equipaggiamoci per cominciare una nuova azione, che possa collocare il tema del Made in e della tutela delle produzioni autoctone al centro dell’agenda delle attività Ue”.



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