Fermo, Confindustria difende la Prefettura
Lettera di Santori ai colleghi e Squinzi

Il presidente di Confindustria Fermo Santori
Il presidente di Confindustria Fermo Santori
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Venerdì 9 Ottobre 2015, 13:23 - Ultimo aggiornamento: 13:26
FERMO - "Caro collega ti scrivo". Inizia così la lettera del presidente Confindustria Fermo, Andrea Santori, a 22 altri presidenti di Confidustria dei territori che rischiano la chiusura delle loro prefetture.



Per conoscenza la missiva è indirizzata anche a Squinzi, Ferrarini e Landi. Il merito: il recente dpr riguardante “Regolamento di organizzazione del Ministero dell’Interno”, che nel suo schema in bozza prevede,fra le altre disposizioni, anche l’accorpamento degli Uffici del Governo nei nostri territori. In pratica, vengono soppressi i massimi presidi del Governo e di legalità e sicurezza nelle Province, cioè le Prefetture, con l’obiettivo assai opinabile di razionalizzare la spesa pubblica e semplificare la dotazione amministrativa e burocratica nazionale. Se è vero che in passato abbiamo condotto campagne rilevanti di opinione e di fatto contro il proliferare vago di centri pubblici decisionali e per la loro soppressione - pena un’espansione incontrollata dell’articolazione amministrativa, con i derivanti appesantimenti e le conseguenti inefficienze -, in questo caso ci troviamo al cospetto di qualcosa di diverso e di inverso: non si tagliano le strutture ed i servizi inutili e gravosi, ma, al contrario, si sopprimono quelli fondamentali e funzionali, che sono basilari in tutte le comunità, soprattutto in quelle di dimensioni minori".



Santori continua: "Alla domanda di maggiore Stato (inteso come servizi) dei territori e nei territori, si risponde con il suo ripiegamento e ritiro. Alla sua semplificazione si sostituisce il sistematico taglio.

Alla coesione territoriale si preferisce la lacerazione.

Al (supposto) risparmio si antepone la disorganizzazione. Al servizio si presceglie il disservizio. Al cesello si predilige la scure. Al progresso (dei territori) si prepone l’arretramento.

Mi è difficile comprendere, come cittadino e come operatore economico, le finalità del disegno riformatore pubblico, che ha portato nel mio territorio, come in numerosi altri, alla soppressione della Provincia, al ridimensionamento dell’Ufficio Inps, alla paventata cancellazione della Camera di Commercio ed all’ipotesi di abolizione della Prefettura. Mi chiedo allora: chi potrebbe continuare ad investire, progettare, crescere in un quadro di questo tipo, in cui vengono sottratti progressivamente i servizi ed allontanati regolarmente i riferimenti, sia

istituzionali che economici?"



Il presidente fermano va oltre e pone una serie di domande: "E' giusto che provvedimenti disposti da chi è lontano geograficamente e culturalmente feriscano le naturali ambizioni di crescita e di avanzamento dei territori? Non è diritto di ciascun territorio e di tutte le sue componenti programmare il futuro, con servizi pubblici adeguati che ne preparino il terreno e che ne favoriscano l’edificazione? Sappiamo bene che un territorio senza servizi è condannato forzatamente a guardare indietro"



Il senso: a Fermo continuiamo ad essere preoccupati, ma per nessuna ragione rassegnati: è maturato, infatti, uno sforzo vigoroso e corale tra attori pubblici e privati che ha portato già alla condivisione di iniziative importanti, poste all’attenzione di organi e decisori istituzionali nazionali.



"Ora è necessario un impegno ancora maggiore, affinché possa svilupparsi una cooperazione tra tutti

gli ambiti destinatari del provvedimento di riorganizzazione. Mi rivolgo a te, per questa ragione, allora, affinché possa essere cominciata un’azione nazionale che, partendo da ciascun territorio, crei le condizioni per ostacolare i contenuti del provvedimento governativo e per incoraggiare il successivo suo ritiro. Al riguardo, prima ancora che il testo venga definitivamente approvato, possiamo pensare ad un incontro durante il quale condividere iniziative comuni e programmare azioni a sostegno delle nostre istanze. Ritengo poi che il coinvolgimento di Confindustria nazionale, considerata la sua attenzione ai territori ed ai protagonisti dell’impresa, possa essere centrale, perché assicurerebbe un coordinamento ampio fra tutti noi ed un supporto alle iniziative che decideremo di intraprendere"
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