Lucciola incinta pestata
rischia di perdere il bimbo

Lucciola incinta pestata rischia di perdere il bimbo
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Lunedì 22 Settembre 2014, 20:09 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 18:04
​PORTO SANT'ELPIDIO - Potrebbe perdere il bambino che ha in grembo la lucciola albanese pestata a sangue dalle romene due sabati fa.

Dal giorno del pestaggio, nonostante il ricovero in ospedale e le cure ricevute la ragazza non si è più ripresa. La gravidanza è a rischio. La ragazza è stata dimessa dall'ospedale ed è tornata a casa, a Porto Sant'Elpidio. La sera del 13 settembre era stata massacrata di botte con una spranga e da allora lamenta forti dolori all'addome. Come tante altre giovani che si prostituiscono in strada, lei non si era mai rivolta all'unità mobile di strada dell'associazione On the Road che quasi ogni notte batte a tappeto la statale adriatica della riviera elpidiense per soccorrere le lucciole. Ma sono poche quelle che accettano di essere aiutate, nonostante il servizio notturno dell'unità mobile e nonostante dal 2009 al primo piano di Villa Murri ci sia il Drop-in, lo sportello di primo ascolto aperto tutti i martedì pomeriggio dalle 14.30 alle 17.40. Fino al mese scorso l'apertura era di due giorni la settimana, martedì e giovedì, da settembre il servizio è stato ridimensionato. Lo sportello è stato aperto proprio per aiutare le donne sfruttate sessualmente, le richieste di un aiuto vengono analizzate e le informazioni inviate ai servizi sociali e alle forze dell'ordine.

Il Drop-in è il punto di accoglienza socio-sanitario gestito da On the Road, associazione che sostiene le vittime di tratta e contrasta lo sfruttamento sessuale.

Il servizio è finanziato dalla provincia e fa parte di una rete di attività gestite a livello regionale, ma numeri del Drop-in sono deludenti.



Il bilancio è impietoso: al primo piano di Villa Murri si sono rivolte, in un anno, 15 donne tra nigeriane, romene, albanesi. Sono pochissime anche le lucciole che si rivolgono agli operatori di strada per l'assistenza sanitaria, nonostante l'aumento dei rapporti non protetti e lo spettro dell'Aids.

Nel 2013 l'unità mobile On the Road, gli operatori di strada che pattugliano la statale di notte, hanno accompagnato ai servizi sanitari per le cure mediche solo 43 ragazze. Una media sconcertante: nemmeno 4 donne al mese quando sappiamo che ogni notte solo sulle strade si prostituiscono dalle 40 alle 50 ragazze..



I dati sono ancora più preoccupanti se si considera che, secondo il report On the Road, gli operatori di strada hanno preso mille contatti in un anno. Ciò significa che le ragazze di strada sono state avvicinate e informate del servizio che, evidentemente, interessa poco e non riesce a dare i risultati sperati.




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