Ex assessore e imprenditori alla sbarra
Hogan contraffatte, affari a sei zeri

Ex assessore e imprenditori alla sbarra Hogan contraffatte, affari a sei zeri
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Giovedì 30 Ottobre 2014, 12:10 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 13:29
FERMO - Imprenditori e un ex assessore alla sbarra, sono accusati di aver prodotto e commercializzato Hogan contraffatte per alcuni milioni.



Un’udienza fiume, lunga e a tratti tesa, quella che ieri si è celebrata davanti al collegio penale del Tribunale di Fermo. Iniziata la mattina intorno alle 10 e terminata nel tardo pomeriggio. Accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla produzione e commercializzazione di calzature ed altri accessori contraffatti a marchio Hogan 11 persone tra cui noti imprenditori del fermano: Endrio Mancini, ex assessore di Montegranaro, Agostino Viola, Giuseppe Grisogani, Ciro Leccia, Stefano Grisogani, Adino Grisogani , Massimiliano Gallucci, Pietro Buratti, Taai Mahdi, Oreliano Vesprini e Stefano Bordoni.



Dopo la riunione dei due filoni di indagini, quello della Procura di Fermo 2009 e della distrettuale antimafia di Ancona 2011, si è aperta l'istruttoria. Sono sfilati i testi della pubblica accusa, gli agenti della guardia di finanza che hanno condotto le indagini ed effettuato i sequestri della merce.



Nodo centrale della giornata di ieri, la deposizione del maresciallo del Gico di Ancona, che ha raccontato per filo e per segno come sono scaturite le indagini e come sono saltati fuori i nomi degli imprenditori fermani. Numerosi gli interventi degli avvocato difensori che hanno più volte interrotto l'esame del teste del pubblico ministero.



"Le indagini hanno preso avvio in seguito a due sequestri effettuati dalla guardia di finanza di Fermo tra il 2009 e il 2010 - ha spiegato il finanziere - uno riguardante un carico di suole con marchio Hogan che riconducevano a Giuseppe Grisogani, l'altro trasporto di 1.200 paia di scarpe prodotte dalla ditta di Massimiliano Gallucci. Sulla base di questi due grossi sequestri la Compagnia di Fermo ha ipotizzato l'esistenza di un'organizzazione dedita alla contraffazione. Avendo il sostituto procuratore Luigi Ortenzi instaurato il reato di associazione a delinquere, il fascicolo è stato trasferito presso la Dia di Ancona. Dopodichè vengono messe sotto controllo diverse utenze telefoniche".



E' stato, infatti, grazie alle intercettazioni telefoniche che gli inquirenti hanno potuto effettuare un terzo sequestro, presso il casello autostradale di Civitanova Marche il 24 Aprile 2010, dove hanno rinvenuto un consistente carico di scarpe provenienti dalla Moldavia, altri due in Sardegna, ad Olbia e Cagliari, per un totale di sette sequestri e 50 mila paia di scarpe contraffatte per un valore di oltre 2 milioni di euro.



Secondo il Gico una organizzazione che agiva a livello trasnazionale e che curava tutte le fasi della catena produttiva, dalla stampa delle suole, alla commercializzazione del prodotto finito.



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