Morto dopo una lunga agonia
Maxi risarcimento per la famiglia

Morto dopo una lunga agonia Maxi risarcimento per la famiglia
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Martedì 15 Aprile 2014, 22:18 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 18:11
FERMO - Il risarcimento ammonta a due milioni e 800 mila euro. Una cifra record. Il tribunale ha condannato l'Asur. Il risarcimento alla moglie e ai figli di B.S, un sessantacinquenne di Fermo, deceduto nel 2010, dopo due anni di agonia, per delle complicanze scaturite da una terapia trombolitica mal condotta, che gli ha causato una grave patologia. I legali dei parenti della vittima, gli avvocati Luana Sandroni e Alessandro Bargoni si dicono soddisfatti dell'esito del processo: "E' una sentenza storica. Non si era visto finora la condanna a un risarcimento del danno biologico e morale di oltre due milioni di euro, questo a dimostrazione che si sta dando la giusta attenzione ai casi di malasanità" ,commenta l'avvocato Bargoni.



La vicenda risale al 2008, quando B.S viene ricoverato al pronto soccorso del Murri per un piccolo infarto. Subito viene eseguita una Tac cerebrale che evidenzia una lieve emorragia parietale destra.

I sanitari sottopongono B.S a una terapia farmacologica. Quando viene sospesa, per periti di parte, è già troppo tardi. La terapia trombolitica, seppur indicata, secondo i Ctu è stata mal condotta e ha aggravato l'emorragia cerebrale.



Ai medici viene contestata la negligenza e l'imprudenza per non aver avviato nell'immediato il paziente alla vicina Utic essendo lo stesso, non in pericolo di vita imminente, e trovandosi il reparto al piano superiore del nosocomio. Vengono inoltre accusati di aver posto in atto una terapia senza le indicazioni del cardiologo e di non aver sorvegliato e valutato adeguatamente la sintomatologia del paziente. A causa di questo B.S. dal 2008 al dicembre del 2010, data del decesso, ha riportato una grave patologia che ha accompagnato l'uomo e la sua famiglia in un lungo calvario.
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