Diciannove anni di carcere complessivi
La sentenza sull'assalto al portavalori

Gli avvocati Savino Piattoni e Francesco De Minicis
Gli avvocati Savino Piattoni e Francesco De Minicis
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Mercoledì 18 Giugno 2014, 22:12 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 10:29
FERMO - Dopo 19 anni da quell'assalto al portavalori dove mor un giovane finalmente ieri la sentenza. Dopo 19 anni finalmente il processo alla rapina al portavalori del 1995 è arrivato a sentenza. Il colpo, che all'epoca fece molto scalpore e rimbalzò su tutti i media nazionali, per il coinvolgimento di personaggi illustri dell'ambiente malavitoso e per la modalità e i risvolti dell'assalto, si chiude. Ieri pomeriggio, dopo aver ascoltato l'ultima arringa, quella dell'avvocato Savino Piattoni, a difesa di Andrea Maizzi, il collegio presieduto dal giudice Ugo Vitali Rosati si è ritirato in camera di consiglio. Dopo quasi tre ore sono state pronunciate le sentenze.

Per la rapina al portavalori, Andrea Maizzi è stato condannato a sette anni di reclusione, mentre è stato assolto per non aver commesso il fatto per le altre tre rapine, quella di Falconara, Pescara e Numana, Olinto Bonalumi a sette anni e Benito Ciccola, il basista, a 5 anni. Per la rapina di Falconara, Antonio Scelsi è stato condannato a sei anni, mentre Gianfranco Sgaramella, anche lui coimputato per la stessa rapina all'ufficio postale è stato assolto per insufficienza di prove. Durante la requisitoria il pubblico ministero aveva chiesto pesanti condanne 20 anni per Andrea Maizzi, 10 anni per Bonalumi e 8 anni per Ciccola e 8 per Scelsi. Gli avvocati Savino Piattoni e Francesco De Minicis, che nelle arringhe difensive hanno più volte smentito la ricostruzione accusatoria e hanno sostenuto l'inattendibilità delle dichiarazioni fornite da Gianfranco Schiavo, hanno commentato l'esito del processo: "Secondo noi non c'erano i presupposti per la sentenza di condanna. Riteniamo che dopo 19 anni e visto le modalità con cui è avvenuta la rapina potevano essere concesse le attenuanti generiche per la prescrizione del reato. Ora attendiamo di conoscere le motivazioni".

Il fatto risale alla mattina del 2 novembre 1995. Un furgone portavalori, che trasportava tre miliardi di vecchie lire, mentre viaggiava lungo l'autostrada direzione Porto San Giorgio, viene bloccato improvvisamente da un'auto dalla quale escono tre banditi con le armi spianate. Le tre guardie giurate sono costrette a scendere e a consegnare le armi. I banditi allora cominciano a caricare il malloppo, non accorgendosi che uno dei vigilantes aveva nascosto la pistola di ordinanza sotto il sedile. Una volta caricati i sacchi con il bottino milionario nella loro autovettura , ripartono a tutto gas dandosi alla fuga. Si fermano però solo pochi chilometri dopo, nei pressi di Lido Tre Archi. Una volta raggiunti dalle guardie giurate che non dandosi per vinti li avevano inseguiti, nasce un vero e proprio conflitto a fuoco, qui Danilo Ercoli, il più giovane dei banditi e l'unico incensurato, resta ucciso. Gli altri nomi della banda, emergono casualmente nel corso delle indagini per la strage di Sambucheto, grazie alle cimici piazzate all'interno dell'abitazione del "mastino", Gianfranco Schiavo.
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