Tasi, rischio caos sui versamenti
Regole pronte solo in pochi Comuni

Tasi, rischio caos sui versamenti Regole pronte solo in pochi Comuni
di Luca Cifoni
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Domenica 11 Maggio 2014, 12:01 - Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 13:02
ROMA - Di certo, non c’ nemmeno la data: molti contribuenti italiani non sanno ancora se entro il prossimo 16 giugno dovranno versare la prima rata della Tasi, la nuova tassa sui servizi immobiliare che fa parte almeno teoricamente della Iuc (imposta unica comunale). Le peripezie legislative del 2013, che in realtà si sono protratte fino ai primi mesi di quest’anno con gli ultimi aggiornamenti, hanno avuto pesanti strascichi creando un’incertezza che allarma gli addetti ai lavori e potrebbe addirittura richiedere un ulteriore intervento del governo, per rinviare almeno una parte degli adempimenti. Naturalmente non aiuta il fatto che anche i nomi dei tributi siano stati modificati, anche per quanto riguarda la tassa sui rifiuti che diventa Tari (invece che Tares).



GLI ULTIMI RITOCCHI

In base agli ultimi ritocchi divenuti legge con la conversione del cosiddetto decreto salva-Roma, la situazione è la seguente. I Comuni hanno tempo fino al 23 maggio per inviare telematicamente al ministero delle Finanze le proprie delibere su aliquote e detrazioni, in modo che queste siano pubblicate entro il 31. Se ciò non avviene, il destino della Tasi si divarica tra abitazioni principali e altri immobili. Nel primo caso, il pagamento dovrà avvenire per intero a dicembre, dunque l’acconto di giugno non è dovuto. Nel secondo invece sarà versato sulla base dell’aliquota base della Tasi, fissata all’1 per mille: a dicembre ci sarà poi il conguaglio sulla base di quanto effettivamente deciso dalle amministrazioni comunali. Tra le grandi città alcune, come Milano, hanno già deliberato, altre hanno reso noti i propri orientamenti ma devono ora affrettarsi a formalizzarli. A Roma - complice anche la delicata situazione del bilancio e la concomitanza con le elezioni europee - è probabile che la delibera slitti e con essa il versamento per le abitazioni principali.

I tempi dunque sono stretti, come segnalano i centri di assistenza fiscale. «Moltissima gente si rivolgerà a noi e le delibere, prevedibilmente complicate, dovranno essere interpretate e attuate in pochi giorni, entro il 16 giugno» spiega Valeriano Canepari, coordinatore della consulta dei Caf. Da loro è partita una missiva indirizzata al ministero dell’Economia, che ora sta valutando possibili soluzioni.



COMPENSAZIONE DIFFICILE

Ma non c’è solo il problema delle eventuali code e delle difficoltà di chi dovrà gestire l’operazione. Alcuni punti restano tuttora oscuri, difficili da chiarire anche accelerando al massimo le procedure. Ad esempio, il ruolo degli inquilini. La legge prevede per loro una «autonoma obbligazione tributaria»: devono cioè provvedere in proprio a pagare una quota della Tasi dell’abitazione che occupano, variabile dal 10 al 30 per cento in base proprio alle scelte dei Comuni. Se queste però non sono espresse, sarà difficile fare il proprio dovere; tanto più che chi vive in affitto non è obbligato a conoscere la rendita catastale dell’abitazione, base imponibile su cui calcolare il tributo. Il problema si riflette anche sul proprietario che sarà incerto se versare l’acconto con riferimento all’intero uno per mille o a una sua percentuale.

Ma anche nel caso in cui l’immobile non sia affittato, ci sono ulteriori complicazioni. L’aliquota della Tasi deve essere determinata in modo che sommata a quella dell’Imu non superi il tetto massimo relativo a quest’ultimo tributo (10,6 per mille) eventualmente incrementato al massimo di uno 0,8 per mille). Dunque se i Comuni hanno già sfruttato tutti i propri margini sull’Imu la semplice applicazione dell’1 per mille potrebbe portare il totale oltre la soglia dovuta e l’acconto andrebbe in tutto o in parte recuperato (non è chiaro se ciò possa avvenire tramite compensazione con l’Imu); stessa situazione nel caso in cui le amministrazioni decidano di azzerare in ogni caso la Tasi.



Sempre nel decreto salva-Roma è stato stabilito che la Tari possa essere pagata con tempi differenziati dalla Tasi: per i rifiuti però i cittadini dovrebbero ricevere un modello pre-compilato.