Nuovo Cda Rai: Siddi, Borioni, Guelfi
Messa, Freccero, Diaconale e Mazzuca

Nuovo Cda Rai: Siddi, Borioni, Guelfi Messa, Freccero, Diaconale e Mazzuca
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Martedì 4 Agosto 2015, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 16:51
ROMA - Ok della commissione di Vigilanza ai sette membri del consiglio di amministrazione della Rai. Ancora polemiche nel Pd. Eletti: Rita Borioni, Guelfo Guelfi e Franco Siddi (indicati dal Pd), Paolo Messa (area popolare), Carlo Freccero (M5s e Sel) e Arturo Diaconale e Giancarlo Mazzuca (centrodestra).



La minoranza Pd aveva puntato invece su Ferruccio De Bortoli. Il nome, secondo quanto si apprende da fonti della minoranza, è stato proposto nella riunione dei componenti Pd della commissione di Vigilanza, ma bocciato dalla maggioranza del partito. «Stupiti e amareggiati per il no a un nome di questo valore», hanno sottolineato fonti della sinistra Pd.



Il Movimento 5 stelle invece ha votato Freccero, appoggiato anche da Sel.



Individuato invece, salvo sorprese, il nuovo direttore generale, Antonio Campo Dall'Orto, sarà il premier, di ritorno da Tokyo, a indicare il presidente, da votare entro giovedì. A Roma, dalla Sardegna, torna anche Berlusconi, deciso a far pesare i voti di Forza Italia, su Rai e non solo.



Freccero ha ottenuto 6 voti, da M5S e Sel; Guelfi, candidato della maggioranza Pd ha ottenuto 6 voti, Rita Borioni, 5. Cinque voti anche per Siddi, maggioranza Pd e centro; 5 voti anche per Diaconale votato da Forza Italia, mentre il candidato di Ap Paolo Messa ne ha ottenuti 4, come Mazzuca espressione del Centrodestra. Hanno ottenuti voti, ma non risultano eletti, De Bortoli, indicato dalla minoranza Pd; Giovanni Galoppi; Roberto Briglia e G. Briglia.



«Domani mattina il governo indicherà i nomi di direttore generale e presidente. Saranno professionisti di livello, competenza e indipendenza come è giusto che sia», aveva detto in mattinata il premier Matteo Renzi, dal Giappone, parla delle nomine Rai, aggiungendo che «è evidente che la nostra scommessa sulla tv pubblica è di grande respiro».



«Noi puntiamo - ha sostenuto il premier - a fare della Rai un punto di riferimento assoluto in Europa e per alzare l'orgoglio italiano. Stando all'estero, si capisce che c'è una domanda straordinaria di Italia e sarebbe bello se la Rai la accompagnasse di più. E poi c'è un'Italia straordinaria con tante cose da valorizzare e poi la Rai è il presidio di libera informazione, un grande capitolo del futuro del paese»



«È uno stimatissimo professionista, tra i più interessanti innovatori della tv italiana, un nome di altissimo valore che corrisponde ai criteri di qualità, autorevolezza e capacità ma vedremo», ha poi detto il premier rispondendo ai giornalisti che gli chiedono sulle chance di Campo Dall'Orto come nuovo capo operativo della Rai.



«Non c'erano alternative temporali al rinnovo, la prorogatio si spiega male per un'azienda da 3 miliardi. Alla Gasparri non c'erano alternative, la forzatura sarebbe stata non rinnovare il cda. Ora il gioco è in mano al Parlamento con la Vigilanza», ha sottolineato ancora Renzi.



«Abbiamo deciso di proporre il nome di Carlo Freccero come consigliere di amministrazione della Rai. E oggi il M5S lo voterà in Commissione», hanno scritto sul blog di Grillo i cinque membri M5S della Commissione di Vigilanza, i quali spiegano che «non ci sono stati i tempi necessari per avviare un iter serio». «Abbiamo tenuto conto della sua decennale esperienza professionale come autore e dirigente televisivo, della profonda conoscenza che ha del mezzo televisivo e del suo linguaggio e della prova di indipendenza data, in passato, mantenendo scelte editoriali coraggiose e scomode per le maggioranze in carica», scrivono Roberto Fico, Alberto Airola, Dalila Nesci, Mirella Liuzzi e Lello Ciampolillo.



Anche Sel vota Freccero. «È una candidatura ottima che consideriamo anche nostra», spiega il coordinatore Nicola Fratoianni, che sul voto sul presidente non si sbilancia. «Vedremo, il Pd ha giocato una partita coperta, avrebbe potuto farlo diversamente».



La partita sulla Rai non sarà il replay di quanto accaduto con l'elezione del Capo dello Stato. Ne è sicuro Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato e ormai ex membro della commissione di Vigilanza Rai. «Mi auguro che la maggioranza tenga conto del fatto che nel passato, sull'applicazione della legge Gasparri, chi allora governava ha sempre proposto una rosa di nomi alla minoranza di allora sulla quale poter convergere», ha spiegato il forzista uscendo dall'ufficio di presidenza del partito.



Nessun nome condiviso con Palazzo Chigi, al momento, per il presidente Rai. Lo ha assicurato Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato e membro della commissione di Vigilanza Rai in quota Fi. «Spero ci possa essere un nome condiviso perché la legge rimasta in vigore impone un accordo con i due terzi, una maggioranza qualificata. Se ciascuno di noi tirasse fuori un nome potrebbe apparire un'imposizione all'altra parte. Saggezza vuole - ha sottolineato Gasparri - che si lavori fino all'ultimo per trovare un nome che sia di garanzia per tutti. Noi nel passato ci riuscimmo, quando eravamo maggioranza, ed è compito anche della maggioranza attuale fare uno sforzo di fantasia. Escludo che questa sera ci possa essere un filo diretto tra Berlusconi e Renzi. Il confronto avverrà a livello di Parlamento. Oggi è la giornata dei consiglieri, poi vedremo per il presidente», ha concluso il senatore azzurro.



«Abbiamo proposto il profilo di Ferruccio De Bortoli al di fuori di ogni logica miope, ma c'è stato posto un veto dalla maggioranza del partito che ci aveva chiesto di indicare un nome. Questo comportamento lo riteniamo sbagliato e ci amareggia molto. Si è persa l'occasione di indicare un nome che avrebbe dato lustro al Pd e alla Rai». Così Miguel Gotor, componente della minoranza Pd in Vigilanza al termine della votazione nella quale De Bortoli ha ottenuto due voti, non risultando eletto.



«La minoranza del partito è ormai abituata ad esercitare veti. Si è presentata con un nome secco. Quello di De Bortoli è un nome autorevole ma è curioso che sia venuto dalla minoranza Pd». Così il presidente del Pd Matteo Orfini all'uscita dalla Vigilanza.
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