Marche, il 2014 finisce con la recessione
Export e meccanica speranze del futuro

Marche, il 2014 finisce con la recessione Export e meccanica speranze del futuro
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Giovedì 27 Novembre 2014, 12:02 - Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 18:44
ANCONA - Ancora difficoltà, ancora recessione ma dall'export e dalla meccanica emergono spiragli per guardare al domani con un po' di rttimismo. Nei prossimi mesi la recessione dovrebbe finire, ma per le imprese marchigiane si profila comunque un periodo di stagnazione, con segnali positivi dagli ordinativi esteri e dalla meccanica. Secondo l'indagine trimestrale Giuria della congiuntura, realizzata dal Centro Studi Unioncamere Marche, non c'è nessuna ripresa in vista per la fine dell'anno mentre si attende un miglioramento della situazione per il 2015.



Secondo l'indagine, per il 27% delle imprese il 2014 si chiuderà con un calo della produzione mentre per il 47% resterà sui livelli attuali e per il 27% dovrebbe aumentare. Anche per quanto riguarda gli ordinativi, la metà delle imprese marchigiane pensa di mantenerli ai livelli attuali, mentre un'impresa su quattro si aspetta un calo e il restante 25% punta ad aumentarli.



Analoghe percentuali per il fatturato mentre le imprese esportatrici sono più ottimiste con il 24% che si aspetta un aumento degli ordinativi esteri contro il 20% che teme di vederli ridotti. In aumento le settimane di produzione assicurata, che passano da 5,5 a 6,1 rispetto al trimestre precedente. Tra luglio e ottobre 2014 l'industria manifatturiera marchigiana ha perso un altro 2% di produzione; il fatturato è diminuito dell'1,9% e gli ordinativi del 2,3%. Anche il fatturato estero ha perso lo 0,9% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Una conferma del calo produttivo delle imprese marchigiane viene dal grado di utilizzo degli impianti, passato tra luglio e ottobre dall'80,8 al 75,6%.



Ancora una volta i dati negativi riguardano soprattutto le imprese artigiane e quelle più piccole. L'artigianato registra diminuzioni del 3,3% della produzione, del 3,1% del fatturato e del 3,9% degli ordinativi. Tra i settori, ad andare peggio è il calzaturiero, che ha perso il 4,6% della produzione e il 3,3% del fatturato, con gli ordinativi in calo del 4,9%. Meglio l'abbigliamento, che perde comunque il 3,1% della produzione, l'1,6% del fatturato e il 3,3% degli ordinativi.



Cali produttivi si sono avuti nelle imprese energetiche (-3,4), del mobile (-2,8), degli alimentari (-2,5), delle macchine elettriche (-0,6). Unica eccezione la meccanica, che fa registrare il secondo trimestre consecutivo di crescita della produzione (+1,4) e del fatturato (+0,2). Guardando ai territori, è ancora il Fermano a pagare più di tutti il momento difficile del distretto calzaturiero, con una calo della produzione del 4,3%. Male anche il Maceratese (produzione in calo del 2,2%). Cali produttivi più contenuti a Pesaro (-1,6), Ascoli Piceno (-1,6) e Ancona (-1).



Preoccupanti anche i dati della Cassa integrazione. Nei primi nove mesi del 2014 si è arrivati a 32,9 milioni di ore rispetto ai 27,9 dello stesso periodo del 2013. Tra luglio e ottobre le ore di Cassa integrazione sono state 8,5 milioni contro gli 8,4 del terzo trimestre 2013.





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