Conti pubblici, la Ue lancia l'allarme: nuove misure se Italia sfora il deficit

Olli Rehn
Olli Rehn
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Giovedì 19 Settembre 2013, 15:14 - Ultimo aggiornamento: 20 Settembre, 09:23
ROMA - Un deficit al 3,1% diverso da un deficit al 3%, e se domani l'aggiornamento delle stime del Def confermer il 3,1% serviranno misure per riportarlo al 3%»: è quanto hanno fatto sapere oggi fonti Ue, spiegando che la Commissione Ue è stata «già rassicurata da Saccomanni sulle misure che saranno prese per non sforare il 3%».



Lupi: come raggiungere il 3% lo decide l'Italia. «Siamo un Paese sovrano, tra i fondatori dell'Europa, non commissariato, e come raggiungere quel 3% e le politiche industriali lo decide l'Italia e non un commissario» ha detto il ministro

dei Trasporti, Maurizio Lupi riferendosi alle parole di ieri del commissario Ue Olli Rehn. «L'unica priorità che abbiamo - ha detto Lupi - è di tornare a far crescere il Paese. Il rigore senza crescita non ci porta da nessuna parte. Siamo convintamente in Europa, ma poi ogni Paese deve intervenire all'interno di una politica comunitaria complessiva individuando caratteristiche specifiche».



Borse in rialzo, spread sotto quota 240. Mattinata ampiamente positiva per le Borse europee, con Piazza Affari in rialzo di oltre l'1%. Gli investitori continuano a festeggiare la decisione della Fed di sostenere ancora l'economia di Oltreoceano, acquistando attivi a un ritmo di 85 miliardi di dollari al mese.

Oscillante l'andamento del differenziale Btp-Bund che in mattinata è sceso a 235 punti base (ieri aveva chiuso a 240) per poi risalire oltre quota 240.



La Ue. Saccomanni, dicono le fonti, ha assicurato che «farà tutto il necessario» per far rientrare il deficit entro il 3%. E non ci sarà bisogno di manovre, ripete da giorni il Tesoro, ma basterà la semplice manutenzione del bilancio. Il rispetto del vincolo europeo sul disavanzo è importante, perché se l'Italia sforasse già adesso, e poi andasse ad esempio al 3,3% l'anno prossimo, «la Commissione Ue non avrebbe alternative alla riapertura della procedura per deficit eccessivo».



Intanto Bruxelles aspetta di conoscere, a metà ottobre, le coperture degli interventi sull'Imu, per poter completare le sue previsioni economiche che pubblicherà la prima settimana di novembre. Due gli aspetti che Bruxelles aspetta di capire: primo, come sarà coperto il gettito mancato; secondo, come sarà disegnata la Service Tax, cioè il peso che avrà sulla competitività. Spiegano gli esperti che sull'abolizione della tassa sugli immobili la Commissione non ha mai avuto preclusioni, anzi, si è sempre detta favorevole a una sua rimodulazione. Il suo parere negativo riflette solo ciò che è già contenuto nelle "raccomandazioni specifiche per Paese", cioè quelle indicazioni che ogni Stato riceve a maggio su come mantenere conti a posto e un'economia solida. Si tratta di indicazioni a cui lavorano economisti di tutta Europa, molti dei quali sono italiani, che vengono poi approvate dal Consiglio Ue. E per l'Italia raccomandavano di spostare la tassazione dal lavoro a consumi e beni, perché «il vero problema italiano è che il lavoro tassato così tanto danneggia le possibilità di ripresa economica», spiegano le fonti. E per quanto riguarda l'Iva, non arriva alcuna indicazione dalla Commissione: aumentarla o meno «è una decisione che spetta al governo», ripete anche oggi il portavoce del commissario al Fisco. L'importante è che il gettito venga mantenuto: se il governo lo trova in altro modo, per la Ue andrà ugualmente bene.
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