Banca Marche, la Consob
"Nascoste le criticità"

Banca Marche, la Consob "Nascoste le criticità"
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Giovedì 31 Luglio 2014, 07:21 - Ultimo aggiornamento: 5 Agosto, 12:37
ANCONA - Una vera e propria congiura del silenzio per tenere nascoste le criticit di Banca Marche in vista dell'aumento di capitale da 180 milioni di euro del 2012, in modo da non scoraggiare gli investitori e anche per non mettere a rischio il rinnovo delle cariche dell'istituto di credito.

È pesantissimo il quadro delineato da Consob, che ha aperto una procedura di contestazione nei confronti di 16 persone tra ex consiglieri di amministrazione, ex componenti del collegio sindacale, il Dg, più il medesimo istituto di credito per carenza di informazioni alla stessa Consob e al pubblico sul contesto in cui avveniva la ricapitalizzazione. Le criticità erano dettagliatamente elencate in una lettera del governatore Ignazio Visco sulla situazione economico-patrimoniale e sull'assetto di governo di Banca Marche: «diffuse carenze negli assetti di governance e nel sistema di controllo interno, rilevante esposizione ai rischi di natura creditizia e finanziaria, azione scarsamente incisiva del collegio sindacale».



Lettera recapitata a Jesi il 9 gennaio 2012 e discussa dal Cda riunito due giorni dopo. Tutti furono concordi nel riconoscere la «gravità» dei contenuti della missiva e degli appunti mossi. Tra gli altri l'allora presidente Michele Ambrosini, secondo i verbali acquisiti da Consob, sottolineò il dovere per il Cda in carica di «fare tutto il necessario per dare efficace e tempestivo riscontro alle richieste della Vigilanza».



Il Dg Massimo Bianconi invitò a «non sottovalutare la lettera», ma a «non drammatizzare: le azioni sono necessarie e vanno intraprese senza indugio». Ma in considerazione del «momento delicato» e dell'imminenza del lancio della ricapitalizzazione, i vertici dell'istituto omisero di informare la Consob e i destinatari dell'aumento di capitale dell'esito delle ispezioni di Bankitalia.



«Laddove dovessero verificarsi indiscrezioni al riguardo scatterebbe immediatamente una denuncia penale» disse Ambrosini, sottolineando il carattere riservato della vicenda. Anche la società di revisione Price Waterhouse Cooper sarebbe stata tenuta all'oscuro, sempre secondo Consob. E nella lettera agli azionisti del 7 febbraio 2012, non solo sono omesse le criticità, ma viene descritta «una realtà aziendale particolarmente florida», con Ambrosini che parla di «una grande crescita dell'istituto, inserito tra le prime 20 banche italiane... che nonostante la crisi ha chiuso il proprio bilancio con un utile soddisfacente».



Consob ha seguito la vicenda sin dall'inizio, quando Banca Marche le aveva inviato il prospetto informativo sulla ricapitalizzazione nel dicembre del 2011. Il 10 gennaio 2012 aveva chiesto informazioni supplementari, relative in particolare a procedimenti giudiziari o arbitrali in corso e ad eventuali esiti ispettivi da parte di Bankitalia. Ma, pur presentando una nuova versione del prospetto, la banca non aveva fatto cenno ai rilievi di Visco. Il prospetto informativo era stato approvato a febbraio, dando così il via alla ricapitalizzazione.



Solo nel giugno 2012, su richiesta della Consob, Banca Marche ammise l'esistenza della lettera di Bankitalia. Per tutto il 2013, Consob ha chiesto vari chiarimenti alla banca, ora in amministrazione straordinaria. Nell'ambito di questo carteggio, l'attuale Dg Luciano Goffi ha ipotizzato che l'ex Cda avesse sottovalutato la pesantezza delle osservazioni della Vigilanza. Ma per Consob la carenza informativa «non è imputabile a mera negligenza o a una sottovalutazione» ma è avvenuta «scientemente». La violazione contestata è punibile con sanzioni amministrative da 5.000 a 500 mila euro. Il procedimento si dovrebbe chiudere nel giro di sette mesi.



Intanto uno dei soci principali, la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, medita di costituirsi parte lesa: la vicenda è al centro di un'inchiesta della Procura di Ancona.



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