Venezia. Il capo cerca di violentare una
ventenne: era il primo giorno di lavoro

(archivio)
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di Monica Andolfatto
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Giovedì 17 Febbraio 2011, 14:44 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 11:13
VENEZIA - Risponde a un’inserzione di lavoro su internet, invia il curriculum, viene contattata e il primo giorno di prova si trasforma in un incubo con il principale che le salta addosso e tenta di abusare di lei. L’uomo un trentasettenne con studio a Mirano stato denunciato dalla polizia per violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni. Un’esperienza terribile che difficilmente si riesce a dimenticare - ammesso che si possa archiviare nella memoria una vicenda tanto dilaniante - quella che vede protagonista una ventenne residente a Marghera.



In cerca di un impiego, dopo il diploma al liceo, la ragazza ha consultato anche i siti specializzati on line per trovare qualche prospettiva occupazionale adatta al suo profilo professionale: fra queste pure quella offerta dall’ufficio di Mirano interessato a una segretaria. La telefonata di contatto, l’appuntamento per un colloquio al venerdì pomeriggio. La ventenne si reca all’indirizzo comunicatole, si rende conto di cosa deve fare, sostiene una sorta di esame pratico che supera brillantemente visto che le viene detto di ripresentarsi il lunedì successivo in tarda mattinata per avviare il rapporto impiegatizio.



Puntuale la ragazza torna nella sede di lavoro: ha il compito di contattare telefonicamente una serie di nominativi per alcune consulenze. Tutto bene fino a quando il "capo" chiude a chiave la porta d’ingresso e abbassa le tapparelle delle finestre. Un po’ disorientata la giovane pensa che sia una prassi di routine magari in coincidenza con l’orario di chiusura per la pausa pranzo. Ma di lì a poco le intenzioni dell’uomo si palesano in maniera inequivocabile fino a sollevarla di peso e a sbatterla sulla scrivania e gettandocisi sopra incurante delle urla, del pianto e dei tentativi disperati di liberarsi della sua vittima. Lui è robusto e massiccio, lei è fragile e minuta e quella situazione tanto inattesa quanto brutale l’annienta.



L’incubo termina quando il trentasettenne, forse rinsavito o forse mosso a pietà, desiste. La ragazza è come paralizzata e non sa cosa fare, teme di irritarlo e di provocare un’altra reazione ancor più aggressiva. L’ingresso è sempre serrato e lei resta in balia del molestatore per quasi un paio d’ore, fino a quando riapre i locali. La salvezza con l’arrivo di un cliente: lei approfitta dell’impasse, prende al volo cappotto e borsetta e scappa all’esterno, mettendosi a correre con il viso rigato di lacrime, sconvolta e sotto choc.



Chiama i genitori, racconta tutto. Poi la decisione corraggiosa di andare in commissariato. Medicata al pronto soccorso, le sono stati riscontrati lividi guaribili in sette giorni. Ora è assistita psicologicamente da una equipe di esperti al Centro donna.
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