Ucciso a bastonate dalla moglie
I vicini: "Abbiamo consolato un'assassina"

Ucciso a bastonate dalla moglie I vicini: "Abbiamo consolato un'assassina"
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Venerdì 28 Agosto 2015, 15:29 - Ultimo aggiornamento: 21:28
CATANIA - ​«Mia madre è sotto choc per quello che è accaduto. Si è accorta di aver consolato una assassina».



A parlare è uno dei figli dei vicini di casa dei coniugi Longo, ai quali ieri mattina all'alba ha chiesto aiuto Enza Ingrassia, la donna che ha confessato di aver ucciso in una villa di Biancavilla il marito Alfio Longo perché violento, inscenando una rapina da parte di due banditi. La giovane parla con i giornalisti da dietro l'inferriata. «Mio padre - dice - non è in casa e mia madre non se la sente di rilasciare interviste. Oggi i miei genitori stanno peggio di ieri». La ragazza non vuole dare il suo nome ma racconta che in famiglia non hanno dormito e che la madre è molto scossa «stamane si è accorta che ieri ha consolato l'assassina». La donna spiega che i suoi genitori erano in buoni rapporti con i coniugi Longo.



«Il marito aveva tre cani - racconta - e nel periodo invernale, quando noi non ci siamo, portava da mangiare pure al nostro. Certo era strano che nessuno dei cani quella notte avesse abbaiato. Qui la strada è trafficata sia di giorno che di notte e i cani abbaiano anche quando passa qualcuno a piedi». La ragazza racconta anche di litigi avvenuti in passato tra i coniugi Longo.



«Alfio era un tipo magro e alto, faceva l'elettricista. Ogni tanto prendeva qualche lavoretto. È stato lui a montare il campanello al nostro cancello. Si sentivano spesso con i miei genitori, abitiamo qui da 27 anni. Insieme frequentavano una comunità: i Longo hanno otto tra fratelli e sorelle. Spesso ricevevano parenti».



Arriva la madre insieme con un altro figlio: «Sono troppo scossa per parlare - spiega -. Dopo venti anni di matrimonio se non si va d'accordo è meglio dare un taglio netto... non si finisce mai di conoscere le persone. Vorrei andarmene da qui e non vedere più quella villa. Se volete vi porto acqua, un caffè, ma niente interviste».
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