Scuola, iscrizioni online
Ecco il sito per registrarsi

Scuola, iscrizioni online Ecco il sito per registrarsi
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Martedì 13 Gennaio 2015, 11:09 - Ultimo aggiornamento: 14 Gennaio, 13:42
ROMA - Partiranno il 15 gennaio le iscrizioni online a scuola.



Quest'anno le iscrizioni dovrebbero coinvolgere circa 1 milione e 600 mila alunni delle scuole primaria e secondaria di primo e secondo grado.Restano escluse le scuole dell'infanzia.



Le iscrizioni, come l'anno scorso, saranno effettuate sul web grazie ad un sito apposito del Ministero della Pubblica Istruzione (Miur), ma già ieri è scattato il periodo per potersi registrare.



L'iscrizione a scuola, infatti, richiederà una registrazione dell'utente (un genitore), con tanto di user e password, per la quale serviranno solo un documento di identità ed il codice fiscale; dopodiché sarà possibile iscriversi a partire da giovedì 15 gennaio, sempre che si sia verificato il codice della scuola in cui si vuole iscrivere il proprio figlio (a questo scopo sul sito apposito esiste un motore di ricerca delle scuole).



Le comunicazioni di accettazione e gli altri avvisi saranno effettuati dal Ministero tramite email. Il sistema di iscrizione online, in realtà, ha ricevuto qualche critica lo scorso anno, perché in molti ne hanno messo in discussione la complessità e lentezza.



L'avvio delle iscrizioni, come al solito, creerà un po' di caos sotto il profilo operativo (procedura e liste d'attesa), ma c'è anche ci mette in luce aspetti legati alla didattica.



Il sindacato della scuola Anief, ad esempio, ha ricordato che i numerosissimi accorpamenti di scuole prodotti dalla riforma Tremonti-Gelmini hanno peggiorato la qualità dell'offerta formativa e sono stati criticati anche dai giudici amministrativi: la Corte Costituzionale in una sentenza del 2012 ha ritenuto “illegittimo” l'obbligo di accorpamento, mentre il Consiglio di Stato ha mostrato gravi perplessità circa la maggioranza degli accorpamenti, soprattutto al Sud e nelle Isole.



Così, la battaglia dell'Anief per chiedere la revisione della legge, in mancanza di un ascolto in ambito politico, è finita nelle aule di tribunale.



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