San Filippo Neri, muore bimba 10 anni:
medico picchiato dai genitori

Il San Filippo Neri
Il San Filippo Neri
3 Minuti di Lettura
Martedì 19 Luglio 2011, 13:47 - Ultimo aggiornamento: 15 Agosto, 00:22
ROMA - Un medico del pronto soccorso del San Filippo Neri stato picchiato con gomitate, calci e pugni dopo aver dato la notizia della morte di una bimba di 10 anni alla mamma e al patrigno della piccola, giunta ieri sera in arresto cardiocircolatorio.



«Il collega aggredito - racconta una fonte del San Filippo Neri - ha fatto di tutto per salvare la bimba. Si è cercato di rianimarla per oltre un'ora ma purtroppo non c'è stato nulla da fare». Il medico, che ha sporto denuncia ai carabinieri, sarebbe stato colpito dal patrigno della bambina prima con una gomitata, poi una volta a terra sarebbe stato preso a calci e pugni. Ha riportato un trauma cranico e ferite anche sul volto, dove gli sono stati applicati dei punti di sutura.



La vicenda ha sollevato le proteste dei colleghi: «Basta con queste aggressioni - fanno sapere i camici bianchi dell'ospedale - Ormai i medici vengono ritenuti responsabili di tutto. Ma non è così. Questo clima lo si deve anche al continuo parlare di malasanità. Non si può più andare avanti così. Chiediamo un posto di Polizia in ogni pronto soccorso».



L'Ordine dei medici di Roma rilancia l'allarme sul disagio e i rischi crescenti. L'Ordine offrirà gratuitamente l'assistenza legale e si costituirà parte civile per l'aggressione nei confronti del medico del San Filippo Neri. «Il nostro primo pensiero va alla ragazza deceduta e ai suoi familiari - sottolinea il presidente Mario Falconi - ma, purtroppo, quello che abbiamo appreso dalla direzione sanitaria dell'ospedale è che non si è trattato di un episodio di comprensibile agitazione del padre, sfociato involontariamente in una lesione al medico, ma di una vera e propria aggressione, non giustificabile neanche in quella drammatica circostanza. In ogni casonon si può tacere che il terreno di coltura in cui pressochè quotidianamente si perpetuano aggressioni verbali e/o fisiche trovi concime nel progressivo depauperamento del servizio sanitario pubblico. Come non si deve dimenticare di evidenziare che tutto il personale sanitario del pronto soccorso si è prodigato a lungo per tentare di riportare in vita la giovane ragazza arrivata in arresto cardiaco».



Riguardo alla mancanza di sicurezza del personale sanitario negli ospedali romani, Falconi commenta: «In un periodo in cui nelle strade della Capitale vediamo così tanti punti presidiati dall'esercito è impensabile che manchi personale delle forze dell'ordine in servizio per tutte le 24 ore proprio dove sono ormai molto frequenti intemperanze e violenze».



Nel mirino anche i media che «non esitano a pubblicare nelle notizie su presunti casi di malasanità il nome e cognome dei medici che, come tutti i cittadini, sono innocenti sino a prova contraria. Ci piacerebbe che pubblicassero anche i casi di cittadini sempre più esasperati per i tagli al sistema sanitario, di cui diventano capri espiatori i medici e gli infermieri anche quando fanno il loro dovere con abnegazione e grande preparazione professionale». Per Falconi si respira «un clima da caccia alla streghe. Così non è possibile continuare. Siamo stanchi di ripetere appelli e allarmi. Senza contare che un'ambasciata non può essere più tutelata di un luogo di cura e di emergenza sanitaria. Per i camici bianchi capitolini è sempre più urgente la costituzione del Comitato di salvezza del Servizio sanitario regionale».
© RIPRODUZIONE RISERVATA