Mafia e stragi, le intercettazioni di Riina
in carcere: "Mai trattativa con Mancino"

Mafia e stragi, le intercettazioni di Riina in carcere: "Mai trattativa con Mancino"
di Valentina Errante
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Martedì 2 Settembre 2014, 09:01 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 11:42
ROMA - Andreotti, Craxi, Berlusconi, Dell’Utri, Napolitano fino a Grillo e Renzi.

Totò Riina risponde a domanda. Nelle mille e 300 pagine d’ora d’aria del boss dei boss, captate in ogni sospiro dalle microspie della Direzione investigativa antimafia nel carcere di Opera, tra agosto e novembre 2013, c’è tutta la storia di Cosa nostra, da Luciano Liggio al processo sulla trattativa Stato-mafia. «Non ho mai trattato con Mancino», dice, Riina. In mezzo ci sono le stragi: l’aereo di Falcone in arrivo a Palermo, il tritolo per Borsellino: «Va dalla madre, troppo bello, piglia corri mettigliene un sacco, un sacco di più». Un racconto delirante, un’epica della mafia. Il boss dei boss viene continuamente incalzato dal suo compagno in regime di 41bis, Alberto Lorusso. Lorusso è sorprendentemente informato: conosce le leggi, i processi, persino il “protocollo farfalla” per spiare i detenuti. E stimola il boss. Riina dice e poi si contraddice, smentisce verità giudiziarie, parla in codice. Sembra lanciare messaggi. Ma quali siano lo potranno stabilire solo le procure, quelle di Palermo e Caltanissetta, che puntano a verificare se sapesse di essere intercettato e abbia approfittato delle microspie amplificate dai giornali.



BERLUSCONI

«Noi su Berlusconi abbiamo un diritto: sapete quando? Quando siamo fuori lo ammazziamo» Così parla il boss. Poi aggiunge: «Non l'ammazziamo però. Perché noi stessi non abbiamo il coraggio di prenderci il diritto; lo dico, lo dico con la rabbia del cuore, perché io ce l'ho il cuore nella gola, ce l'ho avuto e sempre ce lo avrò». E in un’altra conversazione, il 30 agosto, aggiunge: «Quando lo abbiamo conosciuto noi a Palermo già aveva cominciato a mettere in piedi, queste televisioni». Qualche giorno prima, dopo avere inveito contro le leggi ad personam e il 41bis, dice a proposito dell’ex pm Antonio Ingroia: «Loro lo sanno che Berlusconi non è colluso con la mafia». Ma, poi ancora sull’ex Cavaliere: «Lui ha fatto il cornuto, voleva, voleva, voleva annagghiare (imbrogliare ndr) con le trappole annagghiare a noi altri, e si annaghiava lui annaghiava a noi altri e annaghiava lui stesso. Fici l'utile e il dilettevole».



LA TRATTATIVA

Il 18 agosto, sempre incalzato da Lorusso, Riina risponde: «I servizi segreti hanno spalle ovunque, ne hanno avuto assai. Perciò questo colloquio diciamo che lo facciamo quando lo possiamo fare». Quanto alla presunta trattativa Stato-mafia oggetto del processo davanti alla Corte d’assise di Palermo, che vede imputato per falsa testimonianza l’ex ministro Nicola Mancino, Riina commenta: «Ma che vogliono sperimentare che questo Mancino trattò con me? Loro vorrebbero così, ma se questo non è avvenuto mai!»
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