"Targa e bollo per le bici
nella riforma del Codice": è bufera

"Targa e bollo per le bici nella riforma del Codice": è bufera
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Lunedì 30 Novembre 2015, 15:18 - Ultimo aggiornamento: 16:24
ROMA - Ciclisti italiani sul piede di guerra. E di fronte a un 'politichese burocratico' difficilmente comprensibile e facilmente manipolabile non potrebbe essere altrimenti.

La notizia si è diffusa velocemente in rete: nel ddl per la riforma del Codice della Strada, il senatore Pd Marco Filippi ha presentato un emendamento che dovrebbe prevedere il bollo e la targa anche per le biciclette. Una mazzata inaccettabile per chi, nonostante l'assenza di piste ciclabili e l'inciviltà di tanti automobilisti, insiste con uno stile di vita mai abbastanza incoraggiato.

La realtà, però, è leggermente diversa: lo stesso senatore dem ha dovuto spiegarlo su Twitter ai cittadini inferociti al grido di battaglia #labicinonsitocca. Il ddl 1638 prevedeva l'identificazione delle biciclette come veicoli a tutti gli effetti, mentre Filippi ha voluto aggiungere «un’idonea tariffa per i proprietari: 1) delle motoslitte, disciplinandone le caratteristiche costruttive e funzionali, nonché la circolazione con un apposito contrassegno identificativo, documenti di circolazione e di guida e l’assicurazione per la responsabilità civile verso terzi; 2) delle biciclette e dei veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone, individuando criteri e modalità d’identificazione delle biciclette stesse nel sistema informativo del Dipartimento per i trasporti, la navigazione, gli affari generali ed il personale».

L'idonea tariffa è stata subito interpretata come il 'bollo delle bici', così come l'identificazione ha fatto subito pensare alla targa. In realtà, si tratterebbe semplicemente del telaio, la cui marchiatura è un servizio che molti comuni offrono gratuitamente ai cittadini per combattere i furti. Filippi ha poi chiarito che l'idonea tariffa è sì una tassa, ma riservata esclusivamente a chi utilizza cicli per fini commerciali come il trasporto di persone o cose (si pensi ad esempio ai risciò o alle CarGo Bike). Eppure quell'emendamento, che parla di «biciclette e dei veicoli a pedali adibiti al trasporto, pubblico e privato, di merci e di persone», andrebbe chiarito più nello specifico.
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