Renzi: Mattarella. Forza Italia: no
E la prima votazione va a vuoto

Renzi: Mattarella. Forza Italia: no E la prima votazione va a vuoto
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Giovedì 29 Gennaio 2015, 15:04 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 06:14

ROMA - Matteo Renzi ha proposto Sergio Mattarella come candidato presidente della Repubblica all'assemblea dei grandi elettori del Pd. La votazione è iniziata alle 15 con il senatore a vita Giorgio Napolitano. Non scatta il quorum, fumata nera a primo voto. Hanno prevalso le schede bianche. Domani sono previste altre due votazioni. In caso di nulla di fatto sabato basterà la maggioranza semplice per eleggere il Capo dello Stato.

La trattativa per convincere Silvio Berlusconi è andata avanti tutta la notte. Ma Matteo Renzi, nonostante il no del Cav sulla candidatura di Sergio Mattarella, non si è fermato. "Il nostro candidato è lui, non abbiamo altri nomi", è la decisione che il premier annuncia davanti ai grandi elettori del Pd, ricevendo il voto unanime di un Pd, fino a ieri diviso, ed un applauso per sé ed il candidato al Quirinale.

Il Cav ed Angelino Alfano non cedono ma non rompono il Patto del Nazareno: sabato, il giorno decisivo dopo tre fumate nere, la prima oggi pomeriggio, voteranno scheda bianca.

Nell'atmosfera delle grandi occasioni, i 1009 grandi elettori arrivano alle 15 per la prima votazione per il presidente della Repubblica. Senza sorprese, la prima chiama si chiude con 538 schede bianche e i piccoli partiti compatti sui candidati di bandiera: i grillini votano Ferdinando Imposimato, primo eletto delle «quirinarie» M5S seguito da Romano Prodi e Nino Di Matteo; Fdi-Lega scrivono Vittorio Feltri e Sel sceglie per le prime tre votazioni Luciana Castellina.

Ma è Nichi Vendola, con una chiamata mattutina a Matteo Renzi, a spostare Sel dall'opposizione al sostegno nella partita del Quirinale. È all'asse del Pd con Sel e con Scelta Civica che il presidente del consiglio guarda per portare sabato, nella prima votazione a maggioranza assoluta di 505 voti, Sergio Mattarella al Quirinale.

Un pacchetto di 554 voti che, salvo imboscate di franchi tiratori, dovrebbero essere certi. Silvio Berlusconi, dopo aver riflettuto e sentito per telefono il giudice costituzionale, non ci sta. «Renzi non ha rispettato i patti», attacca il Cav che vede nell'indicazione di Mattarella «un'altolà al patto del Nazareno» che a questo punto è stracciato «a metà».

Tra il premier e Berlusconi Alfano sceglie il ritorno a casa, pur confermando l'alleanza al governo: «Il problema non è il nome ma il metodo. Il Pd ha scelto il suo candidato e noi voteremo scheda bianca. Ma il patto di governo tiene».

Nel risiko del Quirinale, numeri e convenienze politiche alla mano, il segretario dem ha infatti scelto di tenere unito il suo partito e di «sanare la ferita del 2013» quando su Franco Marini e poi su Romano Prodi il Pd arrivò sull'orlo dell'implosione ed il Parlamento non riuscì ad eleggere il Capo dello Stato. E va avanti come un treno sul nome di Mattarella. «È uomo della legalità, della battaglia contro le mafie e della politica con la P maiuscola», è l'elogio del premier che chiede il voto dei 505 grandi elettori. E avverte: «Una volta scelto un nome non si fanno giochini. Nè falò per bruciare i nomi».

Una sfida che tutti i big dem, da Enrico Letta a Pier Luigi Bersani, e la minoranza accettano. «Sono molto soddisfatto, alla quarta ce la faremo e un pò anche a me devono lealtà stavolta i grandi elettori», sostiene l'ex segretario Pd, facendo un pò sua la candidatura di Mattarella.

Se Romano Prodi si era sfilato subito dopo il sondaggio M5S, «non voglio essere uno strumento di divisione», dal Pd è un coro di applausi per la scelta di Enrico Letta. E la «benedizione» sul suo successore arriva dall'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. «È una persona di assoluta lealtà, correttezza, coerenza democratica e alta sensibilità costituzionale», dice ai giornalisti in Transatlantico il senatore a vita, accolto con un lungo applauso nel suo arrivo nell'emiciclo di Montecitorio.

Ora, con il fiato un po' sospeso, Renzi dovrà aspettare sabato per capire se Mattarella avrà i voti per essere eletto. Ma i renziani sono ottimisti che la maggioranza potrà allargarsi. «Fi e Ap non hanno chiuso del tutto, mancano tre giorni che in politica sono un'era geologica», incrocia le dita il ministro Maria Elena Boschi.

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