Renzi al Colle con la lista
Alfano verso gli Interni

Matteo Renzi
Matteo Renzi
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Venerdì 21 Febbraio 2014, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 19:26
Il premier incaricato Matteo Renzi dovrebbe recarsi al Quirinale oggi alle 16 per sciogliere la riserva e presentare al capo dello Stato la lista dei ministri. Sciolti gli ultimi nodi: Pier Carlo Padoan dovrebbe andare all'Economia e Angelino Alfano dovrebbe essere confermato al Viminale.



Alfano: ci sono condizioni per una buona squadra. «Non mi ha posto nessun aut aut, noi siamo pronti a formare una grande squadra per un grande Paese che ha bisogno di grandi riforme - ha detto Alfano a Sky Tg24 - Non c'è mai stato da parte mia un tema che abbia riguardato me stesso: qui in ballo c'è il destino dell'Italia». Secondo indiscrezioni di stampa nel corso del vertice notturno il premier incaricato avrebbe lanciato ad Alfano un ultimatum: «O resti vicepremier o ministro dell'Interno», avrebbe detto Renzi. A questo punto Alfano dovrebbe optare per il Viminale.



Quanto al rapporto con Renzi, il leader Ncd ha assicurato: «Dal punto di vista personale è ottimo, sono abbastanza soddisfatto. Ora sta al presidente incaricato trarre le definitive decisioni». I giornalisti gli hanno chiesto se manterrà entrambe le cariche anche nel governo Renzi: «Non si è posto questo problema. Non le ho mai chieste entrambe».



Fonti Ocse: Padoan all'Economia. Pier Carlo Padoan intanto è ripartito dal G20 di Sydney, in Australia alla volta di Roma. È quanto si apprende da fonti Ocse, dove Padoan ha ricoperto il ruolo di capo economista e vice segretario generale, secondo le quali sarà lui il prossimo ministro dell'Economia. Padoan stava già per diventare presidente dell'Istat, dove quindi ora il nuovo governo dovrà indicare un altro presidente.




Vertice nella notte tra Renzi e Alfano per sbrogliare la matassa della squadra di governo. Oltre un'ora di colloquio, poi ognuno dei leader si è riunito con i suoi. Al vertice notturno di ieri hanno partecipato Graziano Delrio, Dario Franceschini e, insieme ad Alfano, Maurizio Lupi. «Basta con il rilancio - avrebbe detto il premier incaricato - io domani vado al Colle, fatemi sapere la vostra scelta».



Il capitolo Alitalia. Intanto ieri Renzi ha dedicato parte della giornata anche alle vicende di Alitalia, di cui ha parlato con Luca Cordero di Montezemolo e con lo sceicco Khaloon al Mubarak, patron del Manchester City e a capo del Fondo Mubadala del governo degli Emirat interessato all'operazione che dovrebbe portare all'alleanza fra la compagnia degli emirati Etihad e la società italiana.



L'accelerazione. Tornando al governo, ieri Renzi prima del faccia a faccia con Alfano aveva detto: «Questione di ore e chiudiamo tutto». Renzi sta cercando di chiudere il cerchio ma sulle ultime caselle da inserire, in primo luogo quella dell'Economia, già si scontra con i veti incrociati che arrivano dal centrodestra e con le pressioni più istituzionali che chiedono per il Tesoro una figura tecnicamente in continuità con le politiche europee. Un dato che entrerebbe in collisione, si ragiona in alcuni settori della maggioranza, con l'idea di un ministro politico voluto, come idea base, dal premier incaricato. Che è pure disposto a dare il via libera ad un tecnico, come Tabellini o Padoan, ma potendo contare sul disco verde dei partiti, in modo particolare di Angelino Alfano, per una profonda innovazione dell'intera squadra.



Tensioni nella maggioranza. Tra programma e squadra, nei rapporti dentro la futura maggioranza si registrano comunque molte tensioni. In parte anche fisiologiche. Nel governo di Matteo Renzi «Alfano ci sarà sicuramente», dice comunque Dorina Bianchi, di Ncd, a Omnibus su La7.



Ncd scalpita. Renato Schifani parla di «passo avanti» ma sottolinea che la riunione «non può essere definitiva». Maurizio Sacconi lamenta che ci sono ancora «molte criticità nel programma di governo». E chiede una profonda rivisitazione della legge Fornero sul lavoro. Anche Gaetano Quagliariello storce la bocca: vedremo, dice, se queste criticità « si risolvono nelle prossime ore».



A favore di Renzi arriva invece l'assist di Silvio Berlusconi. «Matteo non è un comunista», dice. Ma subito dopo lancia l'avvertimento: «tra un anno si potrebbe tornare a votare».



Il pressing di Alfano. E' proprio sui tempi dettati dalla riforma elettorale e del Senato che Alfano continua il suo pressing. Oltre a premere per la riconferma dei ministri uscenti Lupi e Lorenzin negli stessi attuali incarichi alle Infrastrutture e alla Salute, il vicepremier cerca di dettare le sue condizioni al segretario del Pd. «Abbiamo già il foglio Excel pronto con l'indicazione precisa delle nostre priorità, i tempi di realizzazione e il responsabile degli obiettivi». Il nostro obiettivo resta, appunto, quello di approvare «una norma che attribuisca alla legge elettorale un vigore, una sua immediata applicabilità, appena concluso il cammino delle riforme».



Scelta civica. Da parte degli altri futuri partner, invece, non arrivano particolari pressioni. Scelta civica condivide il programma e si gioca a questo punto la partita del governo. «Un buon passo di partenza verso il contratto di coalizione», commenta Andrea Romano.



La minoranza Pd. Sul futuro premier arriva anche il pressing della minoranza Pd. Pippo Civati avverte: «Stiamo valutando con molta attenzione cosa fare. Se dovessimo uscire con un voto di sfiducia sarebbe un fatto politico di estrema gravità». Renzi, per il momento, tace e resta confinato al Nazareno per cercare di far quadrare il cerchio.