«Favori in cambio di rapporti sessuali»
Arrestato il pm Roberto Staffa:
filmato con un trans nel suo ufficio

Roberto Staffa
Roberto Staffa
di Valentina Errante
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Mercoledì 23 Gennaio 2013, 14:12 - Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio, 23:30
ROMA - Il pubblico ministero Roberto Staffa, della procura di Roma, stato arrestato stamattina dai carabinieri, su disposizione dell’autorit giudiziaria di Perugia. Questa mattina sono stati anche perquiisiti i suoi uffici.

ll magistrato, tra i più in vista della procura capitolina e titolare di numerosi processi contro la criminalità organizzata, è accusato di corruzione, concussione e rivelazione di segreti d’ufficio. Secondo indiscrezioni, il provvedimento di arresto sarebbe stato deciso dopo mesi di indagini con microspie e telecamere piazzate nel suo ufficio di piazzale Clodio, che avrebbero consentito di raccogliere indizi concreti circa le sue presunte responsabilità. In particolare, secondo indiscrezioni, Staffa si sarebbe compromesso a causa di una relazione con un transessuale straniero, che sarebbe stato anche ripreso all’interno del suo ufficio.



Le accuse. Sesso con una donna, chiuso a chiave nel suo ufficio, per concedere un permesso di colloquio con un detenuto. Quindi non solo trans, ma anche rapporti con la familiare di una persona finita in carcere. Dalla procura di Roma, che non può indagare su magistrati del proprio ufficio, sono stati più di uno gli input inviati alla magistratura di Perugia.



Il ministero della Giustizia ha chiesto alla Procura di Perugia che, compatibilmente con il segreto istruttorio, invii all'ispettorato gli atti sul caso di Roberto Staffa che, a seguito dell'arresto, è stato automaticamente sospeso dal servizio. La sospensione dal servizio scatta in via automatica nei confronti dei magistrati nel caso in cui siano destinatari di misure cautelari.



Le indagini erano partire un anno e mezzo fa, quando il transessuale era stato arrestato nell’ambito di un’operazione contro la prostituzione condotta da una collega dello stesso Staffa. IL trans, interrogato del Gip di Roma in sede di convalida dell’arresto, aveva vantato rapporti di amicizia con il pm, e avrebbe dichiarato di subire una sorta di ricatto dal magistrato, che gli avrebbe assicurato protezione in cambio di rapporti sessuali. Quell’interrogatorio fu secretato immediatamente e trasmesso per competenza alla procura di Perugia. Subito dopo sarebbero scattate le intercettazioni ambientali e telefoniche, che nel giro di alcuni mesi avrebbero fornito riscontri al racconto del trans.



I vertici della procura di Roma sono sempre stati tenuti al corrente dell’evolversi dell’inchiesta e da alcune settimane lo stesso Staffa era stato esonerato dalla conduzione di alcune inchieste delicate. «La violazione della legge da parte dei magistrati compromette la giurisdizione e la credibilità dell'ordine giudiziario»: «nella magistratura non possono esistere spazi di impunità». È quanto sottolinea l'Anm in merito all'arresto del pm. Pur «nella doverosa attesa dei successivi approfondimenti d'indagine» l'Anm «riafferma la centralità della questione morale» e sottolinea che «i magistrati sanno trovare gli strumenti necessari per individuare e sanzionare, anche al proprio interno, ogni comportamento contrario alla legge. Nell'auspicare un rapido accertamento dei fatti, l'Anm esprime, quindi, sostegno e apprezzamento per l'azione di quanti sono impegnati nella ricerca della verità».



Sarà interrogato probabilmente venerdì prossimo Roberto Staffa. L'ufficio del magistrato è stato perquisito oggi dagli investigatori, alla presenza del procuratore di Perugia Giacomo Fumu e del sostituto Angela Avila. L'avvocato Salvatore Volpe, difensore del magistrato, ha dichiarato di non aver ancora visionato l'ordinanza di custodia cautelare. «Gli inquirenti - ha precisato - mi hanno informato che è stata secretata. Devo comunque sottolineare che Staffa è un galantuomo assoluto, un magistrato che ha sempre anteposto il dovere e gli impegni professionali alle esigenze personali». «Un magistrato eccezionale - ha aggiunto - che fino ad oggi è sempre stato un avversario di incredibile valore. Malgrado ciò ha sempre avuto un cuore d'oro, una grande attenzione verso la persona che aveva di fronte».



Il personaggio. È in servizio alla procura di Roma da quindici anni il pm Roberto Staffa, 55 anni napoletano, giunto da Venezia dove aveva ricoperto il ruolo di presidente di corte d’Assise. In questa veste il magistrato condanno’ nel 1997 a 19 anni di carcere l'ex boss della banda del Brenta, Felice Maniero, accusato di 9 omicidi e processo’ i componenti del gruppo dei «Serenissimi» protagonista di un clamoroso assalto al campanile di piazza San Marco la notte tra l’8 e il 9 maggio del 1997. A Roma e’ stato il titolare dell'inchiesta sugli aborti clandestini avvenuti presso la clinica capitolina Villa Gina che culmino’ con vari arresti tra cui quello del professor Ilio Spallone. Staffa ha fatto parte del pool dei magistrati che si occupano dei reati sulla persona e di violazione delle legge sugli stupefacenti, come magistrato della Dda. Nella sua esperienza di pubblico ministero a piazzale Clodio, il magistrato si è occupato anche per un breve periodo dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il magistrato è conosciuto anche per la sua passione per la musica al punto da far parte di un gruppo, i Dura Lex, in cui suonavano anche altri magistrati e avvocati.
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