Processo Mills, Berlusconi in aula:
«Commissione d'inchiesta sui pm»

L'avvocato Pietro Palau Giovannetti (foto LaPresse)
L'avvocato Pietro Palau Giovannetti (foto LaPresse)
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Lunedì 9 Maggio 2011, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 7 Giugno, 22:38
ROMA - Silvio Berlusconi per la prima volta in aula al Tribunale di Milano per il processo Mills. Il premier imputato per corruzione in atti giudiziari dell’avvocato inglese David Mills.



E' la prima volta che il premier si presenta al processo per la corruzione di Mills. Secondo l’accusa, Berlusconi avrebbe dato 600mila dollari a Mills per essere testimone reticente in due processi in cui era imputato, quello sulle presunte tangenti alla Guardia di Finanza e quello All Iberian.



«Questo processo ha dell’incredibile», ha detto il presidente del Consiglio, uscendo dall’aula del processo Mills. I magistrati uccisi dalle Brigate rosse sono «valorosi» e «vittime innocenti, vittime quasi eroiche, anzi eroiche», ha poi aggiunto Berlusconi parlando fuori dall’aula e aggiungendo che sono «indebiti i paragoni» tra magistrati e Br, ricordando che ai magistrati vittime del terrorismo «va massimo rispetto e riconoscenza».



Poi però il premier ha subito aggiunto: «Chiederemo una commissione di inchiesta sui magistrati milanesi per verificare se ci sia l'associazione con fine a delinquere. D'altra parte - ha aggiunto il premier - i giudici che indagano su di me sono sempre gli stessi». Il presidente del Consiglio ha ribadito che i pm di Milano sono «un cancro della democrazia», parole già dette sabato dal premier durante il comizio al Palasharp. «Non è vero che attacco i giudici, sono grato ai magistrati che hanno respinto le accuse dei pm in 24 processi a mio carico», ha poi sostenuto il presidente del consiglio.



«Non mi irrito mai, è un sentimento che non conosco neppure», così il premier ha poi risposto ai cronisti che gli chiedono se lo abbiano irritato le parole del presidente della Repubblica dopo gli affondi del premier sulla giustizia e l’appoggio del leader della Lega, Umberto Bossi, al Capo dello Stato. «No, non ho letto, sapete che non leggo i giornali».



Processo breve: non vedo profili di incostituzionalità. Sul processo breve «non so cosa farà Napolitano ma non mi pare che ci siano profili di incostituzionalità», ha dichiarato il presidente del consiglio, rispondendo a chi gli chiedeva se il capo dello Stato potrebbe respingere la legge sul cosiddetto processo breve.



Verifiche? Prontissimi. «Ne abbiamo già fatte tantissime dal 14 dicembre in poi e siamo prontissimi a farne un’altra - ha replicato quindi il premier a chi gli chiedeva di una possibile verifica parlamentare dopo il rimpasto come chiesto dal capo dello Stato. «La maggioranza che c’è - ha aggiunto - è una maggioranza solida e ha buoni numeri».



Il processo. pm di Milano Fabio De Pasquale si è opposto alla richiesta dei difensori del premier di riconvocare il testimone Paolo Marcucci, un imprenditore farmaceutico, quando saranno terminati i testi del Pm. «Richiamare un testimone è un lusso che non possiamo permetterci, se ci fosse più tempo a disposizione...» ha affermato De Pasquale. Pur non citandola esplicitamente, il Pm ha fatto un riferimento implicito alla prescrizione che pesa sul processo milanese per corruzione in atti giudiziari e che arriverà nel gennaio dell'anno prossimo. Il pm De Pasquale ha chiesto ai cronisti di non rivolgere domande in aula a Berlusconi.



I difensori di Berlusconi hanno chiesto ai giudici di potere effettuare oggi soltanto il controesame di Marcucci e poi di poterlo riconvocare in un'altra data per effettuare l'esame da parte della difesa. i giudici della X sezione penale hanno invitato intanto i legali ad iniziare il controesame, spiegando che all'esito del controesame "valuteranno la questione".



«Non ho mai conosciuto il legale», ha affermato Berlusconi, a proposito di David Mills. Il premier ha anche sostenuto che la somma di 600mila dollari, che per la procura di Milano rappresenta la tangente versata da Berlusconi a Mills non è che «un'invenzione» dello stesso legale inglese. È questa la linea difensiva del premier che, nell'aula del processo milanese, ha distribuito ai cronisti il capitolo «Caso Mills» tratto dal libro di Bruno Vespa.



Secondo questa ricostruzione Mills si sarebbe trattenuto la somma dal patrimonio di un armatore italiano e per non pagare le imposte al fisco inglese «si inventò la storia-dichiara Berlusconi- che quei 600mila dollari non erano frutto di un'attività professionale, ma una donazione. Gli venne in mente il nome di un dirigente Fininvest con il quale aveva avuto rapporti in passato, Carlo Bernasconi. E si inventò che quei soldi erano una donazione di Bernasconi».


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