Pensioni, da quest’anno per le donne 18 mesi
in più in azienda. Nel 2016 a riposo a 66 anni

Pensioni, da quest’anno per le donne 18 mesi in più in azienda. Nel 2016 a riposo a 66 anni
di Michele Di Branco
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Lunedì 6 Gennaio 2014, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 19:44
ROMA - La riforma delle pensioni firmata nel 2011 dall’ex ministro Elsa Fornero (risparmi complessivi da 80 miliardi entro il 2021 secondo una proiezione dell’Inps) continua anche nel 2014 lungo la direttrice programmata dal governo Monti nel decreto Salva-Italia. Obiettivo: allungare l’età lavorativa degli italiani e puntare progressivamente alla parificazione dell’età di vecchiaia tra uomini e donne. In particolare saranno queste ultime, nel corso di quest’anno, a pagare il prezzo più scomodo in termini di prosecuzione temporale della propria esperienza occupazionale negli uffici, nelle fabbriche o nei campi. Secondo le norme messe a punto tre anni fa, le lavoratrici dipendenti del settore privato potranno andare in pensione di vecchiaia solo dopo aver compiuto i 63 anni e 9 mesi, vale a dire 18 mesi in più rispetto ai requisiti previsti per il 2013 (62 anni e tre mesi). Così, secondo il meccanismo congegnato nella riforma, fra 4 anni l’età di uscita dal lavoro sarà di 66 anni e tre mesi (ai quali aggiungere l'adeguamento alla speranza di vita) per tutti. Per andare in pensione nel 2014 è richiesta comunque la presenza, se si hanno contributi accreditati prima del 1996, di almeno 20 anni di contributi. Se invece si è cominciato a versare dopo il 1996 è richiesto anche un importo di pensione di almeno 1,5 volte la soglia minima. In base a questo sistema, nel settore privato potranno andare in pensione di vecchiaia le donne con almeno 63 anni e 9 mesi di età. Dal 2016 (fino al 31 dicembre 2017) scatterà poi un ulteriore scalino e saranno necessari 65 anni e tre mesi ai quali aggiungere l'aumento legato alla speranza di vita.



LA STRETTA GRADUALE Potranno quindi andare in pensione ancora quest'anno con 62 anni e 3 mesi le lavoratrici nate prima del 30 settembre 1951 mentre se si è nate a ottobre dello stesso anno l'uscita dal lavoro sarà rimandata almeno fino a luglio del 2015. Quanto alle donne autonome che figurano in gestione separata, nel 2014 potranno andare in pensione con almeno 64 anni e 9 mesi, con un anno in più rispetto a quanto previsto per il 2013. Per il 2016 e il 2017 saranno necessari almeno 65 anni e 9 mesi, requisito al quale andrà aggiunta, ovviamente, la speranza di vita Quanto agli uomini, nel 2014 andranno in pensione con gli stessi requisiti del 2013 (66 anni e tre mesi). I requisiti cambiano nel 2016 con l'adeguamento alla speranza di vita. Nel settore pubblico, quest’anno, restano invariati i requisiti previsti per il 2013. Si va in pensione ancora nel 2014 e fino al 2015 con 66 anni e tre mesi di età. Il requisito andrà adattato alla speranza di vita nel 2016. In tema di pensione anticipata, occorre ricordare che nel 2014 gli uomini potranno andare a riposo in anticipo rispetto all'età di vecchiaia se hanno almeno 42 anni e 6 mesi di contributi versati: un mese in più di quanto previsto nel 2013. Per le donne saranno invece necessari almeno 41 anni e 6 mesi di contributi (un mese in più di quanto previsto nel 2013). Anche i requisiti per la pensione anticipata andranno adeguati dal 2016 all'aumento della speranza di vita. Intanto, a tre anni dal blocco dell’indicizzazione dei salari all’inflazione, il 2014 scongela gli assegni. Non ci sarà tuttavia una rivalutazione piena per tutti: solo le pensioni lorde che non superano tre volte il trattamento minimo di 495,4 euro al mese avranno una adeguamento del 100%. Mentre tra questo importo e quello corrispondente a quattro volte il minimo (1.981,7 al mese) l'incremento si fermerà al 95%. Per poi scendere ancora progressivamente.