La base Pd chiede il dialogo con Grillo, quella del M5S si spacca

Pier Luigi Bersani
Pier Luigi Bersani
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Mercoledì 27 Febbraio 2013, 18:03 - Ultimo aggiornamento: 21:02
ROMA - No al governissimo con Silvio Berlusconi, s ad un governo a tempo con i grillini e poi il ritorno al voto. Gli elettori delle primarie del Pd non sembrano avere dubbi, nelle decine di mail che da ieri stanno arrivando all'indirizzo di Pier Luigi Bersani, sulla strada da intraprendere per uscire dall'impasse elettorale.



Anche Prodi in campo.
I contatti diretti tra Grillo e Bersani non esistono ma in molti nel Pd, a livello nazionale ma soprattutto sul territorio, tentano l'aggancio con i grillini per convincerli della bontà di un'intesa programmatica tra democrats e M5S in Parlamento. E, a quanto si apprende in ambienti parlamentari, anche Romano Prodi avrebbe aperto un canale di dialogo con i consiglieri del M5S eletti in Emilia-Romagna, dove il movimento è radicato. L'ufficio stampa di Prodi però smentisce qualunque contatto.



«No al governissimo». Un governo di larghe intese con il Cavaliere viene visto come fumo negli occhi dagli elettori che si rivolgono al leader Pd, preferendo il ritorno al voto piuttosto che la riedizione di una grande alleanza. «È improponibile - scrive Paolo - un governissimo con Berlusconi che non ci consentirebbe di fare nulla di serio per gli italiani e finirebbe solo per screditarci ulteriormente agli occhi della gente». L'esempio da seguire è «il laboratorio Sicilia» e, come scrive Giuseppe, «occorre provarci con prudenza e tenacia cercando di costruire un'alleanza sui contenuti, con un punto fermo: con le destre che hanno portato l'Italia sull'orlo del baratro si dialoga esclusivamente a livello di riforme istituzionali».



Le riforme possibili.
Nei messaggi al Pd, gli elettori elencano anche una serie di riforme che un'intesa programmatica tra Pd e il M5s potrebbe produrre: «riduzione dei parlamentari - scrive Alessandro - controllo del parlamento degli emolumenti per i consigli regionali, riduzione delle presenze e degli emolumenti in tutti i cda di aziende pubbliche, riduzione o abolizione dell' provincie, legge sul conflitto di interessi». «Se il movimento 5 stelle - scrive Francesco - risponde picche si torna comunque alle elezioni. Qualunque altra soluzione forse avrebbe qualche vantaggio ma ci squalificherebbe irrimediabilmente agli occhi dell'opinione pubblica e se dalle prossime urne esce Grillo vincente bene, che governi, tanto dopo Berlusconi nulla può essere peggio».



Base M5s spaccata.
«Grillo, non mandarci tutti in rovina. Vota la fiducia a Bersani». A due giorni dal trionfo elettorale, le prime voci di dissenso verso il leader del MoVimento 5 Stelle si levano anche dalla piazza virtuale del M5S. L'ormai numerosissimo 'popolò degli elettori grillini si spacca in due. Da un lato chi festeggia la fedeltà allo spirito anti-inciucio. Dall'altro chi invoca responsabilità e scavalcando Grillo si rivolge direttamente ai parlamentari eletti. Tra i quali c'è anche chi quel sì al governo Bersani sarebbe disposto a pronunciarlo. «È un'ovvietà per noi negare la fiducia a un governo del Pd». Roberto Fico, eletto alla Camera in Campania ed esponente del MoVimento fin dalle sue origini, non capisce lo stupore. «Non possiamo essere complici di queste persone che si sono mangiate l'Italia. Il Pd è causa del suo male. Noi voteremo i singoli progetti di legge, nessuna fiducia».



La petizione.
Ma molti elettori dei 5 Stelle paventano uno scenario di ingovernabilità e invitano Grillo a ripensarci. «Ascoltaci o non ti rivoteremo», arrivano a 'minacciarlo'. «Sfasciare tutto adesso potrebbe essere un colpo mortale per il MoVimento». «Caro Beppe, non sprecare il mio voto. L'ho dato con la testa e con il cuore». La petizione lanciata on line da Viola Tesi, 24enne di Firenze, raccoglie in poche ore oltre 20 mila adesioni. «Ho votato M5S perché credo in una rivoluzione gentile», scrive la giovane, nell'invocare il sostegno a un governo Bersani sulla base di alcuni temi condivisi. E anche tra i neo deputati e senatori, qualche segnale di apertura emerge. C'è il lombardo Ferdinando Alberti che dichiara un «orientamento» a votare la prima fiducia. C'è Alberto Zolezzi che parla di un possibile «appoggio a un governo di scopo». Giulia Sarti dice che «è finito il tempo degli insulti, anche perchè sono modi che appartengono soprattutto a Beppe».



Il "vertice".
E Serenella Fuksia, eletta al Senato, dichiara: «Se ci sono convergenze su singoli punti del programma, posso votare la fiducia al governo Bersani». Non se ne parla, però, per larga parte della base 'grillinà e per molti parlamentari eletti: dire sì alla 'vecchia politicà di Bersani - spiegano costoro - vorrebbe dire tradire la linea tenuta fin qui dal M5S. I deputati e senatori 5 Stelle ne parleranno con Grillo nella riunione che terranno a Roma nei prossimi giorni.
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