Lucciole al mare d'estate
per rimpinguare i guadagni

Lucciole al mare d'estate per rimpinguare i guadagni
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Martedì 10 Marzo 2015, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 15:13
PAVIA - Al mare d'estate per compensare i mancati guadagni nelle grandi città che nei mesi più caldi si svuotano. Ragazze costrette a trasferirsi in rinomate località di villeggiatura, d'estate, per compensare i mancati guadagni nelle città semideserte: è emerso anche questo nell'operazione internazionale contro lo sfruttamento della prostituzione in corso da parte dei carabinieri di Pavia, coordinati dalla Procura della Repubblica della città lombarda, che stanno eseguendo, anche ad Asti, Macerata, e all'estero in Romania, in Belgio, in Germania e in Albania, un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 40 persone.



Si tratta di romeni, albanesi e italiani a cui vengono contestati i reati di associazione per delinquere finalizzata al reclutamento, agevolazione, induzione, favoreggiamento anche a mezzo di pubblicità, nonchè sfruttamento della prostituzione, con l'aggravante della transnazionalità.



L'organizzazione gestiva una settantina di donne maggiorenni e straniere che d'estate venivano costrette dagli sfruttatori ad andare in vacanza nelle località balneari più rinomate (Sanremo, Rimini, Lignano Sabbiadoro, Jesolo) prostituendosi con i turisti, per pagare il soggiorno e recuperare così le entrate di denaro, altrimenti ridotte a causa dell'esodo estivo dei propri clienti dalle città del nord.



L'operazione dei carabinieri di Vigevano «Alba nostra 2», scattata nelle prime ore di oggi, fa seguito ad un'analoga indagine che prese avvio esattamente due anni fa, il 7 marzo 2013, anche allora non casualmente a ridosso della Festa della donna. Quella mattina era stata data esecuzione a 40 ordinanze di custodia cautelare, di cui 34 in carcere e 6 ai domiciliari, nei confronti di 23 rumeni, 8 albanesi, 4 egiziani e 5 italiani: 37 dei 43 imputati hanno poi scelto di patteggiare pene fino a 3 anni e 6 mesi di reclusione e altri 6 sono stati condannati con rito abbreviato. La sentenza è stata pronunciata il 22 gennaio 2014 dal gup di Pavia Carlo Pasta: in totale è stato distribuito circa un secolo di carcere.
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