Parte per Il Cairo e atterra a Mosca:
pasticcio sulla rampa a Fiumicino

Un bus per il trasporto passeggeri
Un bus per il trasporto passeggeri
di Giulio Mancini
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Sabato 9 Ottobre 2010, 18:20 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 01:25
ROMA (9 ottobre) - Quando in fase di atterraggio non ha visto le ”sue” piramidi ma singolari torri con apici a tortiglioni colorati, gli preso un colpo. Poi, al momento dell’apertura del portellone, ha sentito il gelo investirlo e quei venti gradi in meno gli hanno dato la certezza: non era a casa sua, Il Cairo, bensì a Mosca.



Se non fosse che ha dovuto volare per dodici ore, affrontando il disonore di un foglio di via delle autorità sovietiche, la disavventura dell’egiziano di 28 anni Helal S.A. immigrato regolare a Roma, sarebbe una storia da ridere. Un pezzo da antologia comica sulla falsariga di Totò e Peppino, sbarcati a Milano, e del loro ”Noio vulevam savuar” rivolto al ghisa in un improbabile francese. Helal, quell’errore che l’ha sbattuto in Russia invece che nella sua terra d’origine, non l’ha preso bene. Anche perchè il suo ritorno a Fiumicino, da dove era partito, è stato accompagnato dal foglio di via che ha attivato le indagini della polizia di frontiera V Zona. Fortunatamente sul suo conto era tutto a posto e l’egiziano ha potuto proseguire il suo viaggio per la giusta destinazione.



Questi i fatti. Venerdì 10 settembre Helal con il suo bel biglietto Alitalia in mano arriva al ”Leonardo da Vinci” di prima mattina. Il suo volo Az896 per Il Cairo è programmato per le 11,55. Il passeggero supera il check in e, passo dopo passo, arriva sino al gate d’accesso all’aereo. Mostra documento d’identità e carta d’imbarco al personale di terra, quindi sale a bordo del velivolo (un Airbus A321) sistemandosi nel posto assegnatogli. «Signori e signori, buon viaggio» fa appena in tempo a sentire e poi, come tanti altri viaggiatori, si assopisce.



Passano quattro ore e Helal si sveglia quando sente l’aereo perdere quota per l’imminente atterraggio. E si affaccia dall’oblò ancora un po’ assonnato. Torri, guglie a tortiglione dalle vette colorate, tanto verde, case strane. Non crede ai suoi occhi, se li stropiccia ma quello è davvero il paesaggio distende sotto l’aereo sul quale sta viaggiando. E quando l’A321 Alitalia si ferma, aperto il portellone, il ventottenne ha un brivido di freddo: non è emozione, è che lui in maniche corte sta affrontando il quasi zero termico che c’è in quel momento a Mosca. Il volo Az548 ha fine lì.



Protesta Helal e la cosa peggiora la sua situazione. I poliziotti lo fermano, gli contestano la mancanza di visto d’ingresso, e gli consegnano il foglio di via che si assegna agli immigrati clandestini. Fortunatamente il personale Alitalia capisce il madornale errore di cui l’egiziano è stato vittima e lo fa salire sul volo che sta per tornare a Roma, l’Az549. Nel frattempo, le autorità russe avvisano la Polaria che si fa trovare sotto bordo al ”Leonardo da Vinci” ad accogliere il ”clandestino” che rimbalza dall’Est. E l’equivoco viene alla luce in tutta la sua imbarazzante realtà. Alle 21,50 l’egiziano è finalmente sul volo Az894 che lo porterà, con disagio e ritardo, a Il Cairo.



«E’ una cosa non dovrebbe succedere ma che purtroppo si è verificata - spiegano dall’Alitalia -Poichè i voli per Mosca e per il Cairo non sostano al finger ma partono dalle piazzole, è probabile che il passeggero abbia sbagliato il pullman che dalla rampa l’ha condotto alle scalette. Da due settimane, però, per evitare che riaccadano episodi simili, è stato disposto che gli assistenti di volo verifichino la carta d’imbarco nell’accogliere i viaggiatori a bordo».
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