P4, ordine d'arresto per Milanese (Pdl)
Il gip: paga la casa romana di Tremonti

Marco Mario Milanese, deputato Pdl
Marco Mario Milanese, deputato Pdl
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Giovedì 7 Luglio 2011, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 18:23
ROMA - Una ordinanza di custodia cautelare in carcere stata emessa nei confronti del deputato del Pdl ed ex colonnello della Guardia di Finanza Marco Mario Milanese. Il provvedimento, emesso su richiesta del pm Vincenzo Piscitelli della sezione Criminalità economica della Procura di Napoli, è stato trasmesso oggi alla Camera dei Deputati per l'autorizzazione all'arresto. Le accuse contestate sono di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione per delinquere.



Le indagini rappresentano lo sviluppo dell'inchiesta in cui è coinvolto, tra gli altri, Paolo Viscione
in relazione alle attività della società assicurativa Eig. Secondo l'accusa Milanese avrebbe ricevuto da Viscione e dalla società somme di denaro nonchè orologi di valore, gioielli e auto di lusso come una Ferrari e una Bentley, viaggi e soggiorni all'estero. Tali regali secondo Viscione costituivano il corrispettivo della rivelazione di notizie riservate e interventi per rallentare le indagini della Guardia di Finanza sulla società assicurativa. Gli agenti della Digos di Napoli hanno eseguito anche altre due ordinanze agli arresti domiciliari nei confronti del sindaco di Voghera, Carlo Barbieri, e del commercialista Guido Marchesi, anch'egli di Voghera.



L'attenzione è sulla vendita di alcuni immobili di Milanesi in Francia ad altre persone tra cui Guido Marchese e Carlo Barbieri. «Le numerose incongruenze relative a tale compravendita - è scritto in un comunicato della Procura - hanno consentito di ritenere che Milanese avesse favorito l'attribuzione di incarichi per Barbieri e Marchese in diverse società controllate dal ministero dell'Economia, quali Ferrovie dello Stato, Ansaldo Breda ed Otomelara». Gli investigatori intendono ora «accertare i collegamenti all'interno della Guardia di Finanza che hanno consentito a Milanese di accedere a notizie coperte dal segreto di indagine nonchè per ricostruire l'origine delle disponibilità economiche di Milanese ed altri connessi episodi corruttivi».



«La Procura di Napoli non guarda in faccia a nessuno. Carabinieri, poliziotti, guardia di finanza, onorevoli o magistrati sono tutti uguali - ha detto il procuratore di Napoli, Giovandomenico Lepore - Sono maturate contemporaneamente situazioni sulle quali indagavamo da tempo - ha aggiunto Lepore riferendosi alle richieste di arresto per Papa e Milanese nell'ambito di due diverse inchieste - Non credo che la Procura sarà attaccata e resterà isolata, forse ci sarà una reazione. Saremo accusati di sollevare un polverone come è già stato fatto. Siamo qui pronti a replicare».



Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere spunta la notizia di un interrogatorio di Giulio Tremonti in qualità di persona informata sui fatti, fatto alcune settimane fa dai pubblici ministeri napoletani Francesco Curcio e Henry John Woodcock nell'inchiesta P4. Nell'ordinanza vi è inoltre un riferimento ad una intercettazione telefonica tra il premier Silvio Berlusconi e il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi. Quest'ultimo è indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento.



I riferimenti all'interrogatorio di Tremonti e all'intercettazione telefonica Berlusconi-generale Adinolfi - conseguenza di uno scambio di informazione tra i pubblici ministeri delle due inchieste - sono contenuti nella parte di ordinanza nei confronti di Milanese nella quale il gip fa riferimento alle esigenze cautelari ravvisate a carico del parlamentare del Pdl e ritenute tali da determinare la decisione di disporre la custodia in carcere dell'indagato.



Tremonti sarebbe stato ascoltato a metà giugno, pochi giorni dopo la registrazione del colloquio telefonico tra Berlusconi e il generale Adinolfi (il telefono di quest'ultimo era sotto controllo). Al ministro dell'Economia sarebbe stata fatta ascoltare la telefonata registrata (il contenuto è al momento sconosciuto) e Tremonti avrebbe ampiamente risposto alle domande dei pm. L'interrogatorio di Tremonti è stato depositato alcune settimane fa tra gli atti posti a fondamento di alcune richieste formulate al gip dai pm napoletani.



Nell'ordinanza di custodia cautelare per Milanese emerge il riferimento esplicito da parte del gip all'interrogatorio del ministro Tremonti, «il quale - è scritto - sentito il 17 giugno 2011, ha riferito in merito all'esistenza di cordate» all'interno della Guardia di Finanza, «costituitesi in vista della prossima nomina del Comandante Generale». Non è, invece, esplicitamente riportato il riferimento alla registrazione della conversazione telefonica tra il premier Silvio Berlusconi e il capo di Stato maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi, anche se è stato lo stesso ministro Tremonti a riferire ai pm come «alcuni rappresentati» della Guardia di Finanza «siano in stretto contatto con il presidente del Consiglio».



Tremonti ha riferito come «Milanese sia tuttora in stretto contatto con quei vertici, avendo appreso dagli stessi quanto poi riferito al ministro ed oggetto di un colloquio tra lo stesso ed il presidente del Consiglio Berlusconi». La circostante, dunque, che Milanese «sia ancora oggi un punto di riferimento all'interno della Guardia di Finanza, proprio per l'accertata vicinanza al ministro Tremonti aggrava le esigenze cautelari legate al pericolo di inquinamento probatorio».



Giulio Tremonti utilizza a Roma un immobile di via Campo Marzio n. 24 di proprietà del Pio Sodalizio dei Piceni, che l'ha concesso in locazione al deputato Marco Milanese, consigliere politico del ministro fino al 28 giugno scorso, il quale paga un canone di 8.500 euro mensili, scrive il gip di Napoli Amelia Primavera nell'ordinanza di custodia contro Milanese. Il gip definisce «assolutamente poco chiari» i rapporti finanziari tra Tremonti e Milanese e, a proposito della locazione dell'immobile, ne spiega le ragioni.



Il gip rileva che «Milanese paga mensilmente» per quella casa «un canone molto alto, il cui complessivo ammontare rispetto alle rate già pagate risulta di oltre centomila euro»; aggiunge che un consulente, incaricato di verificare alcuni conti, «non ha rinvenuto», a titolo di rimborso, «assegni o bonifici provenienti da Tremonti». Quanto ad un assegno di 8.000 euro emesso dal ministro, nel febbraio 2008, in favore di Milanese, esso «attiene evidentemente ad altra partita economica tra i due, essendo isolato nel tempo» ed essendo stato emesso «un anno prima della nascita del rapporto contrattuale con il Pio Sodalizio dei Piceni. Ne discende la permanenza», nonostante le dimissioni di Milanese dalla carica di consigliere politico del ministro, «uno stretto ed attuale rapporto fiduciario tra i due esponenti politici che prescinde, evidentemente dal ruolo istituzionale rivestito dal Milanese».



Tremonti: «La mia unica abitazione è a Pavia. Non ho mai avuto casa a Roma. Per le tre sere a settimana che normalmente - da più di quindici anni - trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee, prevalentemente in albergo e come ministro in caserma. Poi ho accettato l'offerta fattami dall'on. Milanese, per l'utilizzo temporaneo di parte dell'immobile nella sua piena disponibilità e utilizzo - dice il ministro questa sera - Apprese oggi le notizie giudiziarie relative all'immobile già da stasera per ovvi motivi di opportunità cambierò sistemazione».



Viscione: un orologio di lusso per Tremonti. Paolo Viscione, indagato e interrogato il 19 dicembre, riferisce di aver acquistato e consegnato a Milanese orologi di lusso uno dei quali, a detta del parlamentare, destinato a Tremonti. Riferisce Viscione agli inquirenti: «...voleva tre orologi, uno per la compagna, un altro per il ministro... poi se ne pigliò quattro, alla fine del giro, quattro, ora non mi ricordo bene, però tengo tutto segnato perchè mi sono fatto fare la dichiarazione da Laurenti (il gioielliere romano che ha fornito gli orologi, ndr)... con la scusa che doveva ancora essere pagato, giusto per avere la prova, se fosse stato necessario, dell'operazione... uno era quello che doveva essere destinato a Tremonti e gli altri tre, mi pare, uno se l'è preso lui, un altro... e poi gli ho dato 48, 47, 48mila euro, 45, una cosa del genere, che ho pagato...».

PM: Ma chi ha detto che doveva essere destinato a Tremonti questo orologio?

Viscione: Lui

PM: Lui?

VP: E io l'ho detto pure a Laurenti... Ma poi, prosegue Viscione, gli orologi a Milanese «non sono piaciuti ed è andato lui da Laurenti a sceglierli... quello Laurenti lo può benissimo testimoniare».



Il gioielliere, Stefano Laurenti, perquisito e sentito dagli inquirenti, ha confermato la circostanza.
«Viscione - ha dichiarato Laurenti - versò l'importo di 39.000 euro, anzi versò la somma complessiva di 44.000 euro. Questo perchè gli orologi acquistati erano destinati a un nostro cliente, il dr. Marco Milanese, che venne personalmente a sceglierli e a ritirarli. Ricordo che Viscione mi preannunciò che sarebbe passato Milanese per scegliere degli orologi, chiedendomi di mettermi a disposizione e poi sarebbe passato lui per saldare. Non mi diede un tetto di spesa, anche se mi chiese di non fargli spendere troppo.... Milanese venne da solo, se ben ricordo, e scelse gli orologi dalla vetrina. Mi disse che uno dei due orologi da uomo era per il ministro Tremonti, io poi non so se fosse vero o meno. Non mi disse l'orologio da donna per chi era. Immagino che fosse per la sua compagna che non conosco né di nome né di persona».



Milanese «nella sua qualità di consigliere politico del ministro dell'Economia ha promesso prima e assicurato poi l'attribuzione di nomine e incarichi in diverse società controllate dal ministero ricevendo come corrispettivo somme di denaro o altre utilità», scrive ancora il gip. Le indagini «hanno consentito di acclarare al di fuori di ogni dubbio che Milanese abbia effettivamente assicurato la nomina di Guido Marchese (commercialista di Voghera oggi messo agli arresti domiciliari, ndr) a componente del collegio sindacale nelle società a partecipazione pubblica Ansaldo Breda spa, Oto Melara spa, Ansaldo Energia spa, Sogin spa e Sace spa ricevendo dallo stesso la somma di 100mila euro».



Con lo stesso modus operandi - aggiunge il giudice - risulta che abbia imposto la nomina di Carlo Barbieri a consigliere di amministrazione di Federservizi spa, società controllata dalle Ferrovie dello Stato. Sulla vicenda delle nomine, Milanese ha reso spontanee dichiarazioni al pm il 29 marzo scorso, «circoscrivendo, tuttavia, il suo ruolo - scrive il gip - ma confermando di aver personalmente segnalato i nominativi di Marchesi e di Barbieri». Egli ha escluso qualsiasi rapporto con le nomine, «confermando anche i rapporti economico-patrimoniali comunque intercorsi» con i due, relativi a quote di società immobiliari e a una villa a Cannes. «Dette dichiarazioni - a parere del gip - appaiono francamente inattendibili», alla luce degli esiti di alcune perquisizioni e di alcune dichiarazioni testimoniali, «che sconfessano apertamente - conclude il gip - quanto sostenuto dall'indagato».



L'ordinanza fa riferimento anche alla nomina dell'ex consigliere di amministrazione dell'Enav, Fabrizio Testa, a presidente di Tecnosky, società controllata dall'ente di assistenza al volo. Secondo i pm di Napoli la nomina sarebbe avvenuta proprio grazie all'intervento di Milanese. Secondo l'accusa il corrispettivo della nomina sarebbe stato pagato dalla Eurotech, società che si occupa di difesa aerea, tramite l'acquisto della barca del deputato del Pdl «ad un prezzo di molto superiore a quello effettivo e di mercato». I pm ricordano anche che Eurotech aveva «quasi contestualmente versato somme alla fondazione Casa della Libertà chiara articolazione di natura politica».



Secondo l'ordinanza, Milanese sarebbe intervenuto anche non solo su nomine in Finmeccanica, ma anche nelle Ferrovie dello Stato. Sentito come teste, scrive il gip nell'ordinanza, l'amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti, «pur dichiarando di non ricordare chi gli avesse sottoposto per raccomandarlo il nominativo di Carlo Barbieri (sindaco di Voghera posto oggi ai domiciliari, ndr) ha confermato che la nomina era stata certamente a lui proposta dall'esterno della società». Moretti ha anche precisato che «delle nomine per conto del ministero dell'Economia se ne era sempre occupato Milanese». Circostanza, rileva il giudice, confermata anche da altri testimoni: «Secondo quanto riferito dal capo di Gabinetto Fortunato (Vincenzo, capo di gabinetto del ministero dell'Economia, ndr) e dal Direttore Parlato (Francesco, ndr), il ruolo svolto da Milanese nella sua qualità di consigliere politico del ministro dell'Economia era stato proprio quello di occuparsi delle nomine all'interno delle società controllate dal ministero dell'Economia per conto del Ministro Tremonti».
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