Minorenne nella metropolitana
dà fuoco alla barba di un uomo

Minorenne nella metropolitana dà fuoco alla barba di un uomo
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Martedì 20 Gennaio 2015, 15:41 - Ultimo aggiornamento: 16:31
NAPOLI - Tre minorenni tengono in ostaggio un vagone della metropolitana. Insultano, minacciano, arrivano a dare fuoco alla barba di un uomo che protesta.



La sera di ordinaria follìa nelle mani della baby gang è stata bloccata dagli agenti di polizia del commissariato di Chiaiano accorsi alla fermata della metro dopo segnalazioni giunte per episodi di violenza all'interno del treno proveniente da Giugliano. I tre piccoli delinquenti, due 17enni e un 13enne (il più violento) sono stati fermati sulla banchina mentre ancora cercavano di terrorizzare i passeggeri.



I poliziotti hanno anche raccolto le testimonianze delle persone ricostruendo i momenti della paura. La banda di ragazzini è salita a Giugliano e, subito, ha iniziato a molestare gli altri passeggeri. In particolare il 13enne si è messo in mostra per gli episodi più esagerati. Prima, forte del coltello che stringeva fra le mani, ha preso il portafogli dalla borsa di una donna ma immediatamente glielo ha gettato in faccia perché all'interno non c'era denaro. Poi ha passato in rassegna tutti gli altri passeggeri e ha «puntato» un uomo che aveva un ombrello.



Voleva a tutti i costi impossessarsi del parapioggia e, alle rimostranze dell'uomo ha mostrato inaudita violenza. Lo ha aggredito verbalmente schiacciandolo alle pareti del vagone, poi ha preso un accendino dalla tasca e ha tentato di dare fuoco alla barba del malcapitato. Il treno era in movimento e non c'era possibilità di chiedere aiuto se non chiamando il 113. Fortunatamente qualcuno lo ha fatto, così alla fermata di Chiaiano gli agenti sono intervenuti. I due 17enni sono stati denunciati in stato di libertà e poi riaffidati alla famiglia.



Per il delinquente di 13 anni c'è stato solo l'accompagnamento a casa per l'affidamento ai genitori. I poliziotti lo hanno riportato dalla mamma, pregiudicata, che si trova agli arresti domiciliari.



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