Ha un polmone bucato ma i medici
non se ne accorgono: muore a 12 anni

Ha un polmone bucato ma i medici non se ne accorgono: muore a 12 anni
di Francesco Gravetti
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Domenica 29 Giugno 2014, 11:57 - Ultimo aggiornamento: 2 Luglio, 11:08
NAPOLI - Intorno alle 15,30 di ieri, i genitori di Costantino Carbone hanno visto il figlio vivo per l’ultima volta. Dodici anni, residente a Palma Campania, Costantino era una promessa del calcio.



«Maradona dei poveri», lo chiamava il suo allenatore della Palmese Soccer, Carmine Arianna: aveva superato il provino con Roma e Pescara e pure Sampdoria e Fiorentina si erano interessati a lui.





Un futuro da campione interrotto da una serie di vicende che lo hanno portato alla morte, sulle quali ora sta indagando la procura di Napoli. Tutto è cominciato un mese fa, il 26 maggio: Costantino avverte problemi di respirazione mentre gioca a calcio e viene portato all’ospedale «Martiri del Villa Malta» di Sarno. I medici dicono che ha la milza ingrossata e lo dimettono, ma il giorno dopo i genitori lo portano al Santobono di Napoli, dove altri medici gli danno una cura per problemi allo stomaco. Costantino torna alla vita di tutti i giorni: la scuola, ma soprattutto il calcio. È un talento, tutti gli riconoscono una straordinaria bravura col piede sinistro e il suo allenatore lo porta spesso in giro per provini e tornei. Lui gioca e si diverte, indossa la maglia numero 67 ed è anche il capitano della squadra di Palma.



Il 23 giugno, però, scatta un altro allarme: Costantino e la sua squadra si trovano a Visciano per un altro torneo, una serie di partite da giocare una dietro l’altra. Lui avverte ancora un problema allo stomaco, tanto che il mister Carmine Arianna decide di non farlo giocare dopo il primo match: «Gli ho chiesto se avvertiva dolore alla milza e mi ha risposto che si trattava dello stomaco. Allora ho deciso di trattenerlo in panchina, nonostante il suo dispiacere», racconta. Il 24, giorno della partita dell’Italia, il dodicenne gioca in cortile con gli amici dopo la fine del match degli azzurri e si sente ancora male. La famiglia corre di nuovo in ospedale e stavolta sono tre quelli interpellati: Sarno, Nola e infine il Santobono.



Proprio a Nola il ragazzino perde conoscenza, i medici lo rianimano e dispongono il trasferimento al presidio sanitario napoletano, specializzato nelle cure pediatriche. Qui arriva la diagnosi tremenda: il piccolo Costantino ha il polmone perforato e lesioni anche all’intestino. È il 25 giugno. I medici spiegano subito ai familiari che ci sono poche possibilità che si salvi: è clinicamente morto. Nel pomeriggio di ieri nemmeno i macchinari che lo tengono in vita servono più. I genitori prendono atto della sua morte e decidono che Costantino può fare l’ultimo, generoso, assist: donare gli organi.



Ma i genitori vogliono vederci chiaro e sapere come è morto il loro figlioletto: hanno nominato un legale di fiducia che seguirà da vicino le indagini della procura. I magistrati hanno disposto il sequestro di tutte le cartelle cliniche, nei prossimi giorni provvederanno a interrogare i medici che lo hanno visitato. Torna alla mente della famiglia un episodio di due mesi fa, quando il piccolo Costantino cadde con la bici: può essere stato quel banale incidente la causa di lesioni interne mai diagnosticate?



Sarà l’inchiesta a dirlo, ma intanto a Palma Campania piangono un piccolo campione: il Comune ha interrotto le manifestazioni sportive in programma e l’intera cittadina è a lutto. Il suo allenatore Carmine Arianna, che è stato con lui fino all’ultimo istante di vita, non si dà pace: «Era un punto di riferimento per i compagni, un ragazzo eccezionale, un talento. Lo sentivo come un figlioccio, l’ho sempre considerato destinato ad una carriera nel mondo del calcio. La sua morte mi lascia un vuoto tremendo».



Tempi lunghi per i funerali: assieme all’espianto degli organi verrà effettuato anche un esame medico disposto proprio dalla procura, poi saranno i giudici a decidere la restituzione della salma alla famiglia.
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