Manovra, tagli tredicesime Ps e giudici
Torna mini-naja, riduzioni prezzi farmaci

Vasco Errani e Giulio Tremonti (foto Mauro Scrobogna - Lapresse)
Vasco Errani e Giulio Tremonti (foto Mauro Scrobogna - Lapresse)
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Venerdì 2 Luglio 2010, 10:43 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 22:34
ROMA (2 luglio) - Per le forze di polizia, i magistrati professori universitari e diplomatici potrebbe arrivare una riduzione delle tredicesime. E allo stesso tempo sar data la possibilit di ”esentare” alcune voci delle retribuzioni dal blocco previsto per i dipendenti del pubblico impiego. Lo prevede uno dei tre nuovi emendamento del relatore, Antonio Azzollini, depositato in commissione Bilancio al Senato. Oltre a magistrati e polizia la riduzione, che dovrà essere decisa attraverso un Dpcm, su iniziativa dei ministri competenti di concerto con il Mef, potrebbe riguardare anche avvocati e procuratori dello Stato e il personale di carriera diplomatica (tutto il personale compre nella legge 165 del 2001). Mentre per i magistrati potrà essere emanato un decreto su delibera degli organi di autogoverno.



Lo stesso decreto prevede che alcune voci vengano escluse dal blocco triennale per i dipendenti del pubblico impiego, tra cui: le variazioni dipendenti da eventuali arretrati, il conseguimento di funzioni diverse in corso d’anno ed gli effetti derivanti da eventi straordinari della dinamica retributiva. Inoltre si stabilisce che a partire dal primo gennaio 2011 e fino al 31 dicembre 2013 «l’ammontare complessivo delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale» non potrà superare «il corrispondente importo dell’anno 2010» che dovrà essere ridotto in misura «proporzionale alla riduzione del personale in servizio».



Poliziotti: atto di arroganza governo. «Se fosse vero quanto battuto in questi minuti dalle agenzie riguardo all'emendamento Azzolini alla manovra presentato in Senato, che prevedrebbe la possibilità di tagliare le tredicesime di alcune delle categorie più esposte nella tutela della sicurezza e dei diritti costituzionali in Italia, come poliziotti, militari e magistrati, ma anche di settori decisivi per lo sviluppo del Paese come professori e ricercatori universitari, vorrebbe dire che questa maggioranza è davvero alla frutta e che non esita a rovistare nel fondo delle tasche già vuote di una parte decisiva del comparto pubblico». Lo dice il democratico Emanuele Fiano, responsabile del forum sicurezza.



Casini: sconcertante ipotesi su tredicesime. «Spero solo che l'emendamento che prevede il taglio delle tredicesime per le Forze dell'Ordine, assieme a quelle di molte altre categorie, sia solo un nuovo clamoroso refuso di questa maggioranza sulla manovra. Sarebbe gravissimo colpire il simbolo della legalità e della sicurezza nel nostro Paese, già vessato da una situazione in cui è contingentata persino la benzina per le auto di pattuglia. Chi è incaricato di garantire la sicurezza dei cittadini ha già subito troppe umiliazioni negli ultimi anni. Ma se questa fosse davvero la volontà del governo, contrasteremo con ogni mezzo in Parlamento questa sconcertante iniziativa». Lo afferma il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini.



Novità anche sul fronte farmaci con possibili tagli dei prezzi all'intero settore, comprese quindi le aziende, così come chiedevano i farmacisti.



Tra le altre novità della giornata quelle relative alla scuola: di fatto per il momento non cambia nulla poi si prevede che attraverso un decreto di natura non regolamentare del ministero dell'Istruzione di concerto con quello dell'Economia e sentite le organizzazioni sindacali, il 30% dei risparmi previsti nella manovra triennale 2008 dal settore scuola e reinvestiti nel comparto verranno accantonati nonostante il congelamento triennale 2011-2013 previsto nella manovra e potranno essere anche destinati a scatti di anzianità e progressioni del corpo docente. Novità positiva secondo la Uil.



Altre novità si annunciano sul fronte sicurezza:
potrebbe essere infatti ripristinata la cosiddetta "mini-naja" per i giovani. Inoltre ci sarebbero anche ritocchi ai limiti del trattamento accessorio e sugli scatti delle forze di sicurezza. Mentre la norma sui certificati verdi, che molti senatori avevano chiesto di cancellate, resta e finanzierà, per due terzi, l'università e la ricerca.



Emma Marcegaglia, che torna a chiedere una proroga della Tremonti-ter. Mentre il presidente del Senato, Renato Schifani, dopo un incontro con i Governatori assicura: «per quanto è nel mio ruolo, garantirò un ampio dibattito assicurando ampi spazi di confronto». Ma al momento - dice il realatore - non ci sono novità in vista sui tagli alle Regioni e i governatori continuano ad aspettare una convocazione del premier, Silvio Berlusconi. I senatori Pd lanciano intanto un allarme sui parchi nazionali: con i tagli previsti dalla manovra - sostengono - la metà di quelli italiani dovrà chiudere. Ma il presidente della commissione Ambiente del Senato, Antonio D'Alì, rassicura: «il governo è al lavoro per risolvere la problematica».



Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti attacca frontalmente i governatori delle Regioni del Sud, che non sanno spendere i fondi europei. Con i presidenti regionali sul piede di guera per i tagli della Manovra, il ministro se la prende con «la cialtroneria e l'irresponsabilità» di chi, al Sud, «prende i soldi e non li spende», e quindi invita a non puntare il dito «su governi nazionali di destra o sinistra e sull'Europa».



Parlando all'assemblea Coldiretti, Tremonti ha ricordato come del programma di fondi comunitari 2007-2013 che prevedeva 44 miliardi ne sono stati spesi solo 3,6 miliardi. «Non si può continuare con questa gente che non sa fare servizio pubblico per i cittadini», ha aggiunto Tremonti.



Polverini: cialtroni già sanzionati da elettori. «I fondi europei sono una grande opportunità che in passato non è stata colta - dice la governatrice - Il Lazio, come ho avuto modo di dire questa mattina all'assemblea della Coldiretti, è uno degli esempi di scarso impiego delle risorse comunitarie. Ma in molti casi, come nel Lazio e in altre regioni del Sud, la cialtroneria è stata sanzionata dagli elettori. Ora però si deve prendere atto che c'è una nuova classe dirigente che ha avviato una rinnovata stagione di virtuosità, anche in materia di fondi europei, e darle la possibilità di dimostrare che cambiare si può».



«Fare una commissione a costo zero sugli sprechi della Pubblica amministrazione, che guardi voce per voce, tazebao per tazebao». È la proposta girata al ministro Tremonti dal presidente della Conferenza stato-regioni Vasco Errani nel suo intervento all'assemblea di Coldiretti. «Sulla manovra le regioni vogliono fare la loro parte - ribadisce Errani - Vogliamo costruire un accordo con il governo ma chiediamo un discorso di equità. E poi chiediamo anche di ribaltare il concetto. Ci dicano quali sono i servizi essenziali che non possono essere tagliati e sulla base di questo ognuno fa la sua parte». Errani ha ribadito «la necessità del rispetto fra le istituzioni e l'esigenza di andare fino in fondo nella verifica dei conti anche quelli relativi all'utilizzo dei fondi comunitari. Andiamo a guardare e a certificare le diverse spese e a vedere nel merito dove sono i ritardi e a quale livello istituzionale sono ascrivibili, se ai Ministeri o alle Regioni. Probabilmente, ci accorgeremmo che esiste un problema di sistema che sarebbe bene affrontare in un'ottica di leale collaborazione, abbandonando la demagogia e la propaganda».



Marcia indietro intanto del governo sull'innalzamento del requisito dei 40 anni di contributi per accedere alla pensione. Il relatore di maggioranza alla manovra, Antonio Azzollini del Pdl, ha presentato in Commissione Bilancio al Senato un emendamento che corregge la precedente proposta di modifica, non facendo più riferimento all'aspetto dell'anzianità contributiva. Torna tutto come prima anche per quanto riguarda l'aggiornamento triennale legato alle speranze di vita, che partirà dal primo gennaio 2015 e non più dal 2016 come era scritto nel precedente emendamento.



Dunque la silenziosa riforma delle pensioni avviata un anno fa dal governo incontra un primo ostacolo. La protesta dei sindacati, con in prima linea la Cisl, ha spinto il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi a definire «un refuso» le due righe dell’emendamento presentato ieri da Azzollini, che è anche presidente della commissione Bilancio del Senato: esattamente le due righe in cui si specificava che, a partire dal 2016, non sarebbero più bastati i 40 anni di contributi per maturare il diritto alla pensione, indipendentemente dall'età anagrafica. Poi oggi la retromarcia e la nuova modifica decisa del governo, che fissa di nuovo il requisito per il pensionamento di anzianità a 40 anni di contributi.



È stato «tutto risolto» e il testo è «stato ripulito» dall'errore contenuto nella norma dei 40 anni di contributi prevista dall'emendamento Azzollini, ha assicurato il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi secondo cui quindi chi avrà 40 anni di contributi nel 2016, indipendentemente dall'età, potrà andare in pensione regolarmente. «Non c'è problema, è tutto risolto - ha spiegato Sacconi - parliamo solo della norma relativa ai 40 anni di contributi e solo di questo segmento piccolo, purtroppo. È stato risolto e il testo è stato ripulito».





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