Libia, Usa posizionano forze armate
«Porre fine al regime di Gheddafi»

Un uomo esulta davanti alle barricate a Zawiya (foto Ben Curtis - Ap)
Un uomo esulta davanti alle barricate a Zawiya (foto Ben Curtis - Ap)
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Lunedì 28 Febbraio 2011, 10:49 - Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 23:58
ROMA - Nel giorno in cui Muammar Gheddafi sfida l'Onu affermando che la risoluzione votata due giorni fa nulla e non ha alcun valore, gli Stati Uniti hanno fatto scattare il riposizionamento delle loro forze armate, navali e aeree, attorno all'area della Libia: lo ha annunciato uno dei portavoce della Difesa americana, David Lapan. La decisione del Pentagono, ha spiegato Lapan, è una conseguenza dell'intensificarsi della richiesta da parte della comunità internazionale di porre fine al regime di Gheddafi, in carica da molti decenni. «I nostri strateghi sono al lavoro - ha aggiunto Lapan - e sul campo abbiamo molti piani per far fronte all'emergenza. Così può essere detto che in quest'ambito stiamo riposizionando le nostre forze navali e aeree per essere capaci di fornire opzioni e flessibilità, una volta che le decisioni sono state prese».



Clinton: nessuna azione militare imminente. «Non c'è nessuna azione militare imminente che coinvolga forze navali americane» ha detto Hillary Clinton rispondendo ad una domanda riguardo al riposizionamento di forze navali e aeree Usa nei pressi della Libia. «Come voi sapete vi sono forze navali Usa in tutto il Mediterraneo in basi Nato e di Paesi ospitanti - ha detto il segretario di Stato - Noi crediamo che ci sarà bisogno di un sostegno ad un intervento umanitario e, sfortunatamente, di soccorso, visto che vi sono migliaia di tunisini che stanno cercando di lasciare la Tunisia».



Usa in contatto con i ribelli. Gli Usa hanno annunciato di essere in contatto con alcuni gruppi di ribelli in Libia. Il portavoce della Casa Bianca, Jay Carney, sottolinea comunque che è «prematura» la possibilità del riconoscimento di un gruppo o di un altro da parte degli Stati Uniti.



Usa: esilio Gheddafi è una possibilità, nulla è escluso se continuano le violenze. Intanto la Casa Bianca, oltre a sostenere che l'esilio del leader libico Muammar Gheddafi è una delle opzioni possibili per risolvere la crisi, ribadisce tramite Hillary Clinton che gli Usa e i loro partner e alleati stanno lavorando per fornire una riposta umanitaria alla crisi libica e «continuano a esplorare tutte le opzioni». Il segretario di Stato americano, parlando al Consiglio Onu dei diritti umani, ha aggiunto che «nulla viene escluso, se il governo libico continua a minacciare e uccidere i cittadini libici».



Stiamo considerando «attivamente e seriamente» l'ipotesi di una no-fly zone in Libia con la Nato ed altre organizzazioni internazionali. Lo ha detto l'ambasciatrice Usa all'Onu, Susan Rice, riferendo dell'incontro tra il presidente Usa Barack Obama e il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon. La Rice ha aggiunto: «È decisamente prematuro» parlare di coinvolgimento militare della Nato e di altre organizzazioni internazionali per la Libia.



Gheddafi: scontri causati da terroristi e drogati. Gheddafi, che in un'intervista rilasciata alla Abc ha detto di «non aver visto manifestazioni contro di lui per le strade di Tripoli», ha dichiarato oggi che la situazione in Libia è «completamente calma», che la maggioranza della popolazione è dalla sua parte e che gli scontri armati e i morti sono opera di «terroristi di al Qaeda» e di persone «sotto l'influsso di droghe» che hanno attaccato postazioni dell'esercito e della polizia. Il colonnello libico Muammar Gheddafi, in un'intervista con alcuni media occidentali tra cui la Bbc, ha affermato di sentirsi tradito da quelle nazioni occidentali con cui aveva instaurato buoni rapporti negli ultimi anni. Il leader libico ha quindi accusato questi paesi di voler colonizzare la Libia.



Gheddafi apre a trattative. Nel frattempo, però, la tv araba "al-Jazeera" ha annunciato oggi che Gheddafi ha incaricato l'ex capo dei servizi segreti libici all'estero, Bouzid Durdadi, di avviare una trattativa con i rivoltosi che si trovano nella pare orientale del Paese.



La Ue ha intanto adottato un pacchetto di sanzioni contro il regime di Gheddafi
. Il Consiglio Ue ha approvato con «decisione unanime» la messa in atto della risoluzione Onu 1970 e una serie di sanzioni complementari nei confronti di Gheddafi e della sua famiglia tra cui il congelamento dei beni del colonnello Gheddafi, di cinque suoi famigliari e di 20 alti funzionari. L'Ue inoltre impone il bando al rifornimento di armi e munizioni e qualunque altro equipaggiamento che possa essere utilizzato per la repressione dei civili. Il testo prevede anche il divieto di rilasciare i visti a 26 notabili del regime libico. Nella risoluzione gli Stati europei ribadiscono con forza la richiesta di «una fine immediata dell'uso della forza» e l'impegno a rispondere alle legittime richieste e aspirazioni della popolazione libica attraverso il dialogo.



Governo libico minaccia migliaia di morti in caso di attacco. «Se gli imperialisti occidentali ci attaccano, ci saranno migliaia di morti - ha minacciato Ibrahim Moussa, portavoce del governo - Il governo controlla tre regioni su quattro, meno la Cirenaica mentre ci sono problemi in alcune città della Tripolitania come Misurata e Al Zawiya, dove è in atto una rivolta voluta dagli imperialisti occidentali e da Al Qaeda: i primi vogliono il nostro petrolio e i terroristi vogliono una Somalia sulle sponde del Mediterraneo per attaccare l'Europa».



Intanto, oltre a rischiare il carcere per possibili crimini di guerra e contro l'umanità il clan di Gheddafi vede congelati i beni piazzati all'estero, che secondo alcune fonti potrebbero toccare i 500 miliardi di dollari, e non può neppure più viaggiare fuori dal paese. Dopo il presidente Usa Barack Obama venerdì, anche la Gran Bretagna ha annunciato il blocco dei beni dei Gheddafi, e numerosi altri paesi sono pronti a seguire, tra cui i 27 dell'Ue oggi, come richiesto dalle Nazioni Unite.



Un aereo militare è stato abbattuto dai ribelli nei pressi di Misurata, 200 km a est di Tripoli: l'equipaggio è stato catturato. Nella zona sono ripresi i combattimenti tra i ribelli e le forze fedeli a Muammar Gheddafi. I ribelli controllano ancora la città, e la battaglia è in corso per il controllo dell'aeroporto militare. Secondo alcune fonti, il velivolo abbattuto dagli anti-Gheddafi è un elicottero, e non un aereo. I cinque membri dell'equipaggio sono stati catturati.



«Solo l'Italia ha contatti con il nuovo Consiglio nazionale libico, che mi permetterete di non raccontare nel dettaglio, per non pregiudicare le persone che hanno messo a rischio la loro stessa vita» ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini alla stampa italiana a Ginevra, aggiungenso sul trattato tra Italia e Libia: «Per ratificare un trattato occorre il Parlamento, per abolirlo occorre il Parlamento, ma per sospenderlo automaticamente il Parlamento verrà informato. Cosa che, ovviamente farò con un atto formale che non posso fare ora perchè sono qui».
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