I kamikaze del selfie
Se il fotografo è spericolato

Uno dei selfie
Uno dei selfie
di Niki Barbati
4 Minuti di Lettura
Domenica 7 Settembre 2014, 18:41 - Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 09:49

NEW YORK - Tutto nato da un paio di piedi dondolanti nel vuoto, una fotografia scattata da un ragazzino seduto sul parapetto di una finestra all’ultimo piano di un grattacielo. In soggettiva, oltre le consunte scarpette da ginnastica le luci della metropoli, centinaia di metri sotto.



Un’immagine notturna ripresa con un obiettivo grandangolare per dare più profondità ed enfatizzare il senso di pericolo e la drammaticità del momento.

Sembrava la bravata del solito adolescente in cerca di notorietà momentanea (e forse tale sarebbe rimasta) se non fosse esplosa la mania dei selfie. Oggi non ci si accontenta più dell’istantanea al fianco del calciatore o dell’attore hollywoodiano, nemmeno Papa Francesco può tenere il passo con i selfie estremi.

I kamikaze del selfie: sui social tutte le prodezze dei fotografi spericolati

Sul mercato dei “like” i vip non riscuotono tanto successo. Per fare colpo e scalare le classifiche dei social network bisogna rischiare la vita o almeno l’arresto. Siamo alla roulette russa 2.0 dove se vinci diventi famoso, se perdi ti garantisci l’immortalità.

La nuova moda si è diffusa in maniera esponenziale varcando subito i confini di Russia e America, dove ha fatto più proseliti. Quei piedi sospesi nel vuoto a centinaia sono roba da educande. Per fare colpo si scala, come ha fatto il blogger Lee Thompson, la statua del Cristo Redentore a Rio de Janeiro, oppure si va a sfidare la gravità sul quinto edificio più alto di Hong Kong, il grattacielo The Centre (346 metri di altezza). In alternativa si tenta la sorte come il texano Christian che ha avuto il coraggio, armato di solo telefonino, di tuffarsi nella Houston Bull Run, la corsa dei tori, e scattarsi una serie di autoritratti con un animale pronto a incornarlo. Fotografie votate come le più pericolose nella storia dei selfie.

Tra i pionieri della tendenza estrema il giovane russo Kirill Oreshkin: primo a mettere a repentaglio la vita per mandare i saluti dalla cima del ponte di San Francisco, sull’antenna dello Stratosphere di Las Vegas (350 metri) o in bilico sulle gru nel vuoto dei grattacieli in costruzione. Tutto rigorosamente senza reti di protezione, al massimo una felpa e un cappello per ripararsi dal freddo. Già, perché per portare a termine tali bravate si vìolano, oltre che un sacco di leggi, anche innumerevoli controlli, dormendo nei cantieri o sui terrazzi in attesa dell’alba quando la sorveglianza è minore. Kirill posta le sue prodezze mozzafiato su un sito di fotografia (500px.com) in cui vanta quasi 7000 followers e oltre 840 mila visualizzazioni. Da poco è approdato anche su Facebook, la data di iscrizione è del 26 marzo e in cinque mesi ha raggiunto 7000 “like”. Sul social network nessun post, solo i selfie più pericolosi, alcuni scattati in compagnia di amici, meglio se ragazze.

La ricerca di adrenalina ha un suo mercato fatto di telefonini, accessori fotografici e tanti optional. Su ebay è in vendita a partire da 6 euro il bastone selfie per ritrarsi a dovuta distanza, ma ci sono pure il 3way (69 euro) che può essere maniglia, treppiede o prolunga della camera o il suction cup (45 euro), supporto per riprese esterne all’auto lanciata ad alta velocità. Per i più pigri, a 25 euro c’è la Head Strap & Quick Clip, una fascia che permette di avere le mani libere tenendo la cam legata alla testa.

Vivere il fascino di una città da una visuale libera è magico e i benefici superano i rischi» ha detto Tom Ryaboi, fotografo canadese che ha iniziato a interessarsi ai tetti nel 2007 e che oggi conta 10 mila followers su Instagram. Nulla in confronto ai 2 milioni e mezzo di visualizzazioni su Youtube di tre di ragazzi che mangiano banane in cima all’antenna di un grattacielo di Hong Kong, incuranti delle raffiche di vento violentissime. Unica regola degli “skywalkers”, come sono stati ribattezzati, è rischiare il tutto per tutto: lo sa bene Forrest Galante, 26 anni, californiano, che nel suo portfolio ha un autoritratto in Amazzonia in compagnia di un’anaconda di oltre sei metri, un selfie mentre gioca con uno squalo alle Bahamas e un altro a pochi centimetri di distanza dal letale drago di Komodo in Indonesia.

La mania è dilagata e già si contano le vittime. Il primo caduto è un ragazzo messicano, al quale è partito un colpo mentre si fotografava pistola alla tempia. L’ultima disgrazia in Portogallo: una famiglia polacca cercava la foto estrema a Cabo del Roca, in bilico sullo strapiombo di 80 metri, madre e padre sono precipitati sotto lo sguardo dei due figli di 5 e 6 anni. Un sorriso non allunga una vita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA