«Presto... presto rimarrete sorpresi! Come un fulmine a ciel sereno vedrete le battaglie sorgere sulle vostre terre», è l'incipit dell'inno, su note arabeggianti. «Affidiamo ai coltelli il compito di sventrare e sgozzare: che magnifico farlo attraverso un coltello assetato di vendetta!», si legge ancora nei sottotitoli del video dove, a suoni e canti si accompagnano immagini di boia, combattenti e vittime del Califfato, rappresentazioni grafiche di palle infuocate e jet in fiamme. E scene di addestramento.
A diffondere la canzone è il Centro Ajnad, una delle case mediatiche che fanno riferimento al sedicente Stato Islamico. Fondata poco più di un anno fa, il suo scopo è proprio quello di elaborare e diffondere gli inni dell'Isis. Fra le altre frasi cantate: «mi hai dichiarato guerra con l'alleanza della miscredenza, goditi dunque la mia punizione». E ancora: «come fai a sfidare gli uomini che pronunciano 'Allah Akbar'». Il brano prosegue in un'escalation di minacce: «da te verremo con scempio e morte, con rabbia e silenzio», «noi di sangue le ampie strade ricopriamo grazie ai coltelli affilati che tranciano le gole ai cani in raduno quando si ammassano».
Sono ormai numerosi i documenti in italiano che incitano al 'Jihad', la guerra santa, finalizzati soprattutto a fare proselitismo online.
Il primo di una certa importanza (per elaborazione e contenuti), interamente scritto in perfetto italiano, risale a qualche mese fa: intitolato 'Lo Stato Islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare', il documento (64 pagine) è essenzialmente uno scritto di propaganda - e velate minacce - rivolto agli aspiranti terroristi nostrani. Il presunto autore, un giovane italo-marocchino, è stato arrestato lo scorso 25 marzo nella sua abitazione nel torinese.