Influenza, 6,3 milioni di italiani
sono stati a letto per la malattia

Influenza, 6,3 milioni di italiani sono stati a letto per la malattia
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Sabato 2 Maggio 2015, 18:05 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 15:39
ROMA - Sono satti circa 6,3 milioni gli italiani messi a letto quest'anno dall'influenza, pari all'11% della popolzione. Tra questi, 485 i casi gravi e 163 i morti.

un dato che pone questa stagione tra quelle con maggior incidenza e complicazioni, come emerge dal bilancio tracciato dal sistema di sorveglianza Influnet, appena chiuso, coordinato dal centro nazionale di epidemiologia dell'Istituto superiore di sanità.



Un'annata che si pone al secondo posto per numero di casi gravi, dopo la stagione pandemica 2009/10 che con 592 casi gravi e 204 morti detiene il record. A differenza degli alti anni però, in questa stagione molti casi si sino vrificati in persone con un'età media di 60 anni, la più alta registrata dopo la stagione 2011/12.



Solo il 7,6% dei casi gravi aveva fatto il vaccino. «Considerato che il virus maggiormente isolato è stato quello pandemico A (H1N1)pdm09 - spiegano Antonino Bella e Caterina Rizza del Cnesps in un commento sul sito Epicentro - contenuto nel vaccino, appare evidente che la vaccinazione avrebbe potuto evitare molti casi gravi».



Anche quest'anno il picco epidemico è stato raggiunto alla fine di gennaio, con un'incidenza di 10,9 casi per mille assistiti. «L'influenza ha colpita circa l'11% degli italiani - continua Bella - un valore che si colloca a un livello alto» rispetto a quello del 2005-2006, in cui è stato registrato il minimo storico di di attività influenzale (4%) e quello massimo del 2004-2005 in cui l'incidenza ha raggiunto il 12%. I bambini rimangono i più colpiti. L'incidenza cala infatti con l'aumentare dell'età: è stata del 26% tra 0 e 4 anni, del 17,8% nella fascia d'età 5-14 anni, 9,9% nei giovani adulti della classe 15-64 anni e ha raggiunto il valore minimo negli anziani con l'incienza del 4,7%.



E' comunque tra gli over 65enni che engli ultimi anni si osserva un progressivo aumento dell'incidenza, passata dal 2,6% della stagione pandemica 2009-2010, al 3,8% del 2012-2013 e il 4,7% nella stagione appena terminata.
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