Feste ad Arcore con Ruby, Berlusconi:
sono uno di cuore, aiuto chi ha bisogno

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi
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Giovedì 28 Ottobre 2010, 09:40 - Ultimo aggiornamento: 10 Novembre, 02:41
ROMA (28 ottobre) - Le presunte feste a luci rosse nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore e le dichiarazioni della escort Ruby sono al vaglio della procura di Milano. Gli inquirenti milanesi, attraverso il procuratore della Repubblica, Edmondo Bruti Liberati, ribadiscono che «il premier non è indagato».



L'inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Pietro Forno e dal pm Antonio Sangermano, vede al momento invece indagati il direttore del Tg4 Emilio Fede, l'agente dei vip Lele Mora e il consigliere regionale lombardo del Pdl Nicole Minetti. Si sarebbero adoperati, secondo l'accusa, nell'organizzazione di feste "a luci rosse", anche nella residenza del premier ad Arcore. Il favoreggiamento della prostituzione, dunque, è un tema centrale di indagine, al quale si affiancano gli accertamenti sulla telefonata Palazzo Chigi-Questura.



Il presidente del consiglio Berlusconi, dal canto suo, dice: «Non mi occupo di spazzatura mediatica. Nessun contraddittorio, usiamo il sistema di Annozero, cioè contraddittorio zero nei miei confronti... solo insulti e accuse a iosa, ma contraddittorio zero, va bene... usiamo lo stesso sistema». Anche Ruby, attraverso Facebook, fa conoscere la sua versione: «Sono amareggiata, la mia verità è stata manipolata».



Berlusconi: io sono uno di cuore. «Perché sono una persona di cuore e mi muovo sempre per aiutare chi ha bisogno», ha risposto il premier a chi gli chiede perché Palazzo Chigi sia intervenuto quando Ruby venne fermata dalla Questura. «Visto che casino mi hanno fatto? Sul nulla...», ha poi detto in serata Berlusconi, dopo la photo opportunity con capi di stato e di governo prima del Consiglio europeo a Bruxelles. Il premier avvicina cameramen e fotografi e, sorridendo, torna sul caso Ruby, in un «fuorionda» poi trasmesso da La 7.



«Non mi risulta di essere indagato per alcun reato: credo di avere conosciuto quella ragazza a qualche cena a casa di Berlusconi, ma non l'ho presentata io né a Lele Mora, né al presidente del Consiglio», ha detto oggi Fede. «Sono stato invitato più volte, e per fortuna, a casa di Berlusconi per delle cene - ha aggiunto Fede - ma quello che posso dire è che non mi è mai capitato una sola volta di vedere quelle cene terminare in un modo che si possa definire trasgressivo».



Le prime dichiarazioni, definite dagli inquirenti «controverse» - secondo quanto riportato dai media - sarebbero state rese alcuni mesi fa da Ruby, giovane marocchina scappata dalla famiglia in Sicilia e dalle comunità alle quali il Tribunale dei minorenni l'aveva affidata. Ieri Ruby è stata a lungo sentita in procura, per ricostruire la vicenda.



Al vaglio della Procura di Milano che indaga sulla vicenda c'è anche una telefonata che sarebbe partita dalla presidenza del Consiglio diretta alla Questura di Milano, dove la giovane era stata portata nel maggio scorso dopo un intervento di una volante della polizia. Dopo la telefonata partita da Palazzo Chigi, la giovane sarebbe stata rilasciata. A quanto si è appreso, uno dei punti su cui la Procura sta indagando, oltre agli aspetti di favoreggiamento della prostituzione, sarebbe proprio la telefonata che ha portato a rilasciare la marocchina, che era stata bloccata a Milano e portata negli uffici della Questura poco tempo prima per una denuncia di furto.



Dalla Questura di Milano, però, si fa sapere che non c'è stato alcun privilegio o trattamento preferenziale per la ragazza dopo la telefonata della presidenza del Consiglio. Nei confronti della giovane, precisano dalla Questura, sono stati comunque

eseguiti tutti gli adempimenti previsti dalla legge, d'intesa con il Tribunale dei Minori. Ruby venne portata negli uffici della Polizia alle ore 20, dopo la denuncia di una sua coinquilina che l'accusava di averle rubato tremila euro, e rimase là fino alle due di notte. In quelle sei ore, la ragazza, fa sapere la Questura, fu identificata e furono contattati i suoi genitori. Quindi, in mancanza di posto in comunità di accoglienza, d'accordo con il Tribunale dei

Minori, si precisa ancora, venne affidata ad una persona che si era offerta di prendersene cura, perchè la ragazza non poteva essere trattenuta oltre dal momento che la sua situazione non prevedeva alcuna misura detentiva.



I legali del premier, gli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini, avevano definito ieri «le notizie apparse assolutamente infondate».



Bersani: basta, governo a casa. «Chissà quante migliaia di fermati per furto ci sono nelle Questure. Se è vero che Berlusconi ha buon cuore che fa, li lascia abbandonati così?», ironizza il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani. «Non possiamo perdere tempo per il Paese tra questioni esoteriche come il lodo Alfano e questioni che portano al centro le singolari abitudini del premier - dice Bersani - Il Paese non ha una guida politica. Io rivolgo un appello: andate a casa, chiudiamola li, qualcuno stacchi la spina per il bene del Paese».



Franceschini: in altri Paesi il premier si dimetterebbe. «Su questa vicenda ogni italiano si farà la sua opinione, ma c'è un aspetto che riguarda pesantemente il ruolo istituzionale del premier, cioè la telefonata tra Palazzo Chigi e la Questura. Siccome il premier sembra anche aver confermato quella telefonata, un intervento del genere in qualsiasi Paese del mondo porterebbe da solo alle dimissioni del premier».



L'ennesima bufera giudiziaria che coinvolgerebbe il Cavaliere scatena tutta l'opposizione, ad esclusione dell'Udc che tace. Che il governo si presenti in Aula a riferire lo chiede anche l'Italia dei Valori: «Berlusconi spieghi il suo comportamento», dice Antonio Borghesi mentre Massimo Donadi lancia l'allarme sul rischio che l'Italia «diventi la Repubblica del "bunga bunga" che - osserva - dopo la classifica sulla corruzione che ci vede dopo il Burkina Faso rende molto bene l'idea della situazione politica del nostro Paese».



Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi parla di «inciviltà che minaccia di corrodere le fondamenta della nostra vita democratica e di incanalare nuovamente la vita politica verso esiti distruttivi». A lui fa eco Fabrizio Cicchitto che chiama in causa il quotidiano la Repubblica: «Ci troviamo di fronte - accusa il capogruppo del Pdl alla Camera - all'ennesimo contributo per l'imbarbarimento della lotta politica».



Nicole Minetti: conosco la ragazza. «Non voglio essere sgarbata, scortese, so che state facendo il vostro lavoro ma non ho nulla da dire: si conosco quella ragazza ma non ho davvero nulla da dire a riguardo». Nicole Minetti, 25 anni, risponde con calma al cellulare, ma con altrettanta calma e fermezza, oppone un «no comment» alle domande. «Si ho letto i giornali - dice la consigliera regionale della Lombardia - ma davvero non ho nulla da dire». Ex valletta di «Coloradio Cafè», Nicole Minetti, igienista dentale di Silvio Berlusconi, venne candidata nelle scorse elezioni regionali di marzo in Lombardia, nel cosiddetto «listino» di Formigoni. Secondo quanto riportato oggi sulla stampa, Nicole Minetti seppe del fermo di Ruby, la ragazza di origine marocchina che avrebbe partecipato alle feste con Berlusconi sentita dagli inquirenti, in questura a Milano e la prelevò portandola a casa sua alle tre del mattino della fine dello scorso maggio.


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