Expo, le mani della "cupola" sulla Sanità
Finora scoperte tangenti per un milione

Expo, le mani della "cupola" sulla Sanità Finora scoperte tangenti per un milione
di Claudia Guasco
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Sabato 10 Maggio 2014, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 08:32
MILANO - Pi di mezzo miliardo di euro. E’ questo il valore complessivo degli appalti, anche relativi a molti ospedali lombardi e alla societ pubblica Sogin, su cui la «cupola» finita in carcere con le accuse di associazione a delinquere, corruzione e turbativa d’asta aveva messo gli occhi. E gli inquirenti hanno già accertato il versamento o la promessa di tangenti per un totale di circa un milione di euro, come si evince dagli atti dell’inchiesta che ha scardinato un sistema in cui la saldatura tra imprese e cooperative, quando cerca «protezioni politiche» di ogni colore, ha buone probabilità di successo.



COOP ROSSE IN CAMPO

Per aggiudicarsi l’appalto della ”Città della Salute”, scrive il gip nell’ordinanza, Frigerio riteneva infatti «necessario coinvolgere da subito un grande pool di imprese», procedendo «in accordo con il sodale Greganti Primo» e pilotandolo sulla «Cooperativa Manutencoop, in quanto essa ha i ”necessari collegamenti”». Sin dal settembre 2012 dunque «il sodalizio imposta la consueta strategia di intervento già collaudata con riferimento ad altre gare d’appalto previa individuazione e valutazione delle ”opzioni anche politiche” in grado di assicurare un intervento efficace sulla procedura ad evidenza pubblica e con successiva individuazione degli imprenditori da favorire con ”avvicinamento e corteggiamento”». Così il 7 settembre 2012 Frigerio incontra Rognoni e gli spiega: «Ho sentito un po’ a Roma Bersani e poi gli altri, sulla Città della Salute, tu devi cominciare a fare delle riflessioni, poi, senza responsabilità tue, mi dici come far partire un macello, perché è una cosa grossa». E ancora: «Poi Bersani mi ha detto: ”A sinistra cosa fate?”. Bisogna che senta, se Rognoni mi dice Manutencoop per me va bene».



PAURA PER GLI ARRESTI

La disinvoltura con cui si muovono Frigerio, Greganti e Grillo, sempre a caccia di contatti politici tra Milano e Roma, non deve trarre in inganno. L’ex parlamentare Dc spedisce bigliettini ad Arcore per raccomandare a Silvio Berlusconi e Roberto Maroni il manager Paris come successore di Rognoni, da segnalare a sua volta a Maurizio Lupi (dal 27 aprile 2013 ministro delle Infrastrutture) per «suggerirglielo come presidente Anas». Tramite Maltauro, inoltre, «si coltiva Tosi». Ma quando sente parlare di arresti Frigerio vacilla, come quando finisce in cella l’ex consigliere regionale Massimo Guarischi. «C’è andata di culo... perché non ci hanno tirato dentro, ma se estendono quella roba lì e vanno a vedere dove questi qui han visto da altre parti, van dritti su Iamele e poi da noi...», si sfoga al telefono con Patrizia Pedrotti, direttore amministrativo dell’ospedale di Melegnano e indagata a piede libero. «Il Professore», come veniva chiamato dai suoi, esprime anche la sua preoccupazione per l’eventuale approfondimento di indagine e, annota il gip, «letteralmente ”confessa” le attività illecite commesse». E poiché alle volte la sorte è beffarda, proprio dall’inchiesta su Guarischi è nata l’indagine che lo ha portato in carcere.