Confessione choc: "Ho aiutato
cento persone malate a morire"

Confessione choc: "Ho aiutato cento persone malate a morire"
1 Minuto di Lettura
Lunedì 9 Giugno 2014, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 11 Giugno, 17:04
ROMA - Al dibattito sull'eutanasia si aggiunge di una testimonianza che far discutere. Si tratta della confessione di un medico, docente universitario ed ex anestesista. "Ho aiutato a morire un centinaio di malati", le parole di Giuseppe Maria Saba, oggi 87enne e in pensione.



"Ho aiutato a morire alcuni dei miei pazienti. Non è anestesia letale ma dolce morte. L'ho favorita ogni volta che mi è stato possibile, almeno un centinaio di volte nella mia carriera", confessa nel corso dell'intervista.



"L'ho fatta anche per mio padre e mia sorella", ha quindi spiegato il medico. Saba ha quindi spiegato come la dolce morte sia "una pratica consolidata in tutti gli ospedali italiani ma per ragioni di conformismo e di riservatezza non se ne parla".

Alla domanda del giornalista Giorgio Pisano su quando è il momento di intervenire, il medico risponde con un di aver aiutato i malati "quando era necessario, quando te lo chiedono e quando tu, nella veste di medico, ti rendi conto che hanno ragione. Che senso ha prolungare un’agonia, assistere allo strazio di dolori insopportabili che non porteranno mai a una guarigione?".



Il dibattito sul fine vita è stato riacceso dopo le dichiarazioni di Mario Sabatelli, neurologo del Policlinico Gemelli, sulla libertà del malato di poter interrompere trattamenti sanitari invasivi. Ma il tema non è all’ordine del giorno dei lavori parlamentari, la proposta di legge di iniziativa popolare depositata dall’Associazione Luca Coscioni il 13 settembre si è arenata alla Camera.