Detenuti evasi da Regina Coeli, il terzo non ce la fa: troppo grasso

Le foto degli evasi in una volante (foto Gabrielli - Toait)
Le foto degli evasi in una volante (foto Gabrielli - Toait)
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Sabato 14 Gennaio 2012, 09:56 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 23:37

ROMA - Hanno segato le sbarre della cella, poi con dei lenzuoli annodati e un arpione, si sono calati in strada facendo un salto di venti metri. Non un film, ma la fuga rocambolesca di due detenuti dal carcere di Regina Coeli, nel centralissimo rione Trastevere. Gli evasi, un romeno, Stefan Cusnir, 25 anni, e un un albanese, Altin Hoxha, 29, sono fuggiti dal carcere tra le 3 di notte e le 6, ma l'allarme è scattato soltanto alle 8.30. In cella c'era un terzo detenuto, che non è potuto fuggire perché era troppo grosso per riuscire a passare nel buco realizzato dai tre segando le sbarre. Polizia penitenziaria e altre forze dell'ordine hanno subito iniziato la caccia ai detenuti sia a Roma che sul litorale: le foto segnaletiche sono state diramate a tutte le forze dell'ordine. La fuga è stata ripresa dalle telecamere.

VIDEO, CACCIA AI DETENUTI EVASI

Un salto di venti metri. I due malviventi, in carcere da un anno, con precedenti per rapine in ville e in banche, hanno usato le loro capacità acrobatiche per la fuga: dopo aver segato le sbarre della loro cella al quarto piano, hanno compiuto un salto di almeno 20 metri per arrivare fino al tetto del piano inferiore. Poi si sono diretti verso un palo sul quale sono installate telecamere di sicurezza. Qui vi hanno legato delle lenzuola bagnate, per migliorare l'aderenza ed evitare bruciature, e si sono calati in strada.

Un degli evasi rapinò la villa dell'ex allenatore di calcio Cosmi. L'abanese, Altin Hoxha, lo chiamavano il rapinatore con gli occhi di ghiaccio: aveva messo a segno dieci colpi in ville in provincia di Perugia, tra cui quella dell'allenatore di calcio Serse Cosmi, ed era considerato il componente più pericoloso di una banda di rapinatori. Hoxha, arrestato nel giugno 2011 dalla squadra mobile di Roma in collaborazione con quella di Perugia, era stato riconosciuto da vittime e testimoni per i suoi occhi azzurri. Nella banda di albanesi era il braccio destro del capo ed aveva il compito del cattivo con gli occhi di ghiaccio e affiancava un suo complice che aveva invece il compito di solidarizzare con le vittime facendosi consegnare i soldi. I colpi risalgono almeno al maggio del 2010 e sono stati almeno undici. Le vittime, alle quali venivano sottratte diverse migliaia di euro, venivano picchiate, in alcuni casi con chiavi inglesi o legate con fili elettrici, e minacciate con armi. Il 19 gennaio 2011 a Brufa fu rapinato anche l'ex allenatore di calcio Serse Cosmi con un bottino di cinquemila euro. Proprio l'aiuto di Cosmi era stato prezioso per gli inquirenti. L'allenatore aveva fornito elementi sulla fisionomia e sul modo di muoversi dei malviventi tra cui, Hoxha. Le rapine attribuite alla banda di Hoxha sono undici, con un bottino stimabile in diverse centinaia di migliaia di euro tra contanti e gioielli, solo in parte recuperati.

L'altro detenuto si chiama Stefan Cusnir ed è un romeno di 24 anni che invece aveva messo a segno rapine in banca, ma non faceva parte della banda dell'albanese.

Fuga nella notte, ma l'allarme è scattato solo alle 8,30. La proprietaria del bar all'angolo tra via delle Mantellate e via della Lungara arriva ogni mattina alle 6, proprio come accaduto oggi, ma non ha notato strani movimenti in strada. Solo più tardi ha notato gli agenti penitenziari sul luogo dell'evasione che parlavano delle 5 di questa mattina come orario presunto della fuga. A conferma di questo arrivano le dichiarazioni del garante dei detenuti del Lazio il quale afferma che i due malviventi erano presenti in cella alla conta delle 3 di notte.

I sindacati: manca il personale di sorveglianza. Leo Beneduci segretario generale dell'Osapp (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) parla di «grave emergenza penitenziaria», di «detenuti raddoppiati a Regina Coeli superando del 25% persino la capienza massima raggiungibile (1.180 presenti per 724 posti)» e di «carenza di personale di polizia penitenziaria (oltre il 30%), tant'è che i due detenuti si sono potuti agganciare al muro di cinta per poi calarsi nelle vicinanze di una delle garitte prive di sentinelle da tempo, proprio per la mancanza di addetti». Parla di sovraffollamento di detenuti, grave carenza del personale di Polizia Penitenziaria anche il coordinatore regionale Fns Cisl Massimo Costantino.

Due agenti invece che otto. Eugenio Sarno, Segretario Generale Uil Penitenziari, afferma che c'erano solo due agenti preposti alla sezione nel turno invece degli otto che avrebbero dovuto esserci per garantire la sorveglianza ai quattro piani.

Il direttore del carcere, Mauro Mariani, fa sapere: «Sono 12 anni che sono direttore del carcere di Regina Coeli e non c'è mai stata vigilanza fuori dal penitenziario. È dagli anni '94-'95 che in tutte le carceri fu tolta la vigilanza esterna».

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