Lo stordisce il compagno con il sonnifero
e poi lo uccide con l'amante

Lo stordisce il compagno con il sonnifero e poi lo uccide con l'amante
di Lina Paronetto
3 Minuti di Lettura
Domenica 26 Aprile 2015, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 19:31
Lucia Lo Gatto aveva tentato di stordire il compagno, la mattina del delitto, sciogliendogli sonniferi nel caffè per abbassare le sue difese. Questo elemento, unito al fatto che le due figlie di 9 e 14 anni dormivano fuori casa, apre la strada all'ipotesi che l'omicidio di Aldo Gualtieri sia stato premeditato. Dalla convivente e dal giovane amante di lei, Manuel Palazzo, fermati l'altra notte dai carabinieri con l'accusa di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.







Unendo i tasselli, non appare un caso che quella sera le due ragazzine, ospitate ora in una struttura protetta, siano andate a dormire dalla convivente dello stesso Palazzo. Accadeva, ogni tanto, che la vicina di casa le facesse rimanere da lei. Ma per gli inquirenti, sabato scorso la decisione di affidargliele non sarebbe stata presa a caso. L'episodio del caffè al mattino lo confermerebbe: a colazione, senza essere vista, Lucia avrebbe versato nella tazzina dei medicinali che dovevano servire a stordire la vittima, una circostanza che dovrebbe trovare conferma dai risultati dell'autopsia sul cadavere di Gualtieri. E il pensiero va a un precedente che riguarda Palazzo, già condannato per un furto in casa di un amico (era il 2008), messo a segno con lo stesso metodo: un potente sonnifero versato nel boccale di birra. Potrebbe essere stato lui, dunque, a suggerire a Lucia di alterare il caffè.

Il 39enne, poi, sarebbe stato ucciso nella sua abitazione, probabilmente nella zona cucina del mini appartamento di via Isonzo. Sia la convivente di Gualtieri che l’amante avrebbero partecipato attivamente all'uccisione dell'uomo, raggiunto da diversi fendenti sferrati con un coltello da cucina.

Sarà sempre l'autopsia a dover stabilire se l'artigiano fosse già morto quando è stato caricato nel bagagliaio della sua auto, la Golf blu rimasta poi in panne sul sentiero Possagno.

I carabinieri hanno posto i sigilli agli appartamenti di Lucia e di Manuel e ai rispettivi garage: non sono state però trovate tracce di sangue visibili a occhio nudo. Per questo motivo i locali, così come la macchina, sono stati sequestrati in attesa che vengano esaminati palmo a palmo dagli specialisti del Ris, in grado di rilevare anche eventuale sangue lavato via nelle ore successive. Quanto al movente, l'ipotesi che ci fossero questioni economiche dietro la volontà di togliere di mezzo Gualtieri, non trova al momento riscontro. Resta semmai valida quella della coppia di amanti che vuole eliminare il terzo incomodo. Un uomo nei confronti del quale Lucia nutriva un profondo e radicato risentimento.

Quando i carabinieri si sono presentati a casa sua, chiedendole dove fosse il compagno, ha risposto: «Non mi importa di dove sia, picchiava me e le bambine».



Al momento del fermo, Palazzo si è difeso dicendo di non essersi mai mosso dal suo appartamento, ma la testimonianza del meccanico di Possagno, che domenica mattina ha aiutato la coppia in panne, lo smentisce. Malgrado questo, il 27enne ha mantenuto per tutto il tempo un atteggiamento provocatorio nei confronti degli inquirenti, come a volerli sfidare a provare la sua colpevolezza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA