Crollano le Borse, Piazza Affari caos: -5%
L'Europa brucia 170 miliardi, Bce in campo

Operatori a Wall Street (foto Jin Lee - Ap)
Operatori a Wall Street (foto Jin Lee - Ap)
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Giovedì 4 Agosto 2011, 09:20 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 17:40
ROMA - Caos a Piazza Affari. La Borsa milanese è andata in tilt proprio sull'orlo del precipizio, in una giornata che ha visto il crollo di tutti i mercati europei. Tensione anche sui titoli di Stato, con il differenziale fra Btp e Bund di nuovo a livelli record.



Dopo il black out Borsa italiana ha reso noto il valore finale dell'Ftse Mib: l'indice di riferimento della Borsa di Milano ha chiuso con un tonfo del 5,16% a 16.128 punti. Il calcolo del Ftse Mib è stato sospeso alle 17 precise. Secondo quanto appreso dopo, si è trattato di un problema di raccolta e diffusione dei dati, nato da un blocco dei flussi informativi funzionali al calcolo degli indici, mentre i mercati hanno continuato a funzonare regolarmente. L'indice è andato quindi in tilt a circa mezz'ora dalla fine degli scambi in una giornata di forte turbolenza e nervosismo su tutti i mercati in tutta Europa.



A spingere giù il mercato italiano da una parte la delusione per l'assenza di misure concrete da parte del governo italiano per sottrarre Piazza Affari alla tenaglia della speculazione. Dall'altro l'autogol della Bce sul riavvio del programma di acquisto dei titoli di Stato che - è emerso - non interesserà quelli italiani e spagnoli, come il mercato sperava. In mezzo, per non farsi mancare niente, la paura per una brusca frenata dell'economia americana.



Il guasto e il caso. La spia rossa si era accesa circa un'ora e mezza prima della chiusura della Borsa, con una nota che allertava il mercato su possibili difficoltà nel calcolo dell'indice di riferimento Ftse Mib. Fino alle 17, però, si è pensato al falso allarme, ma già dopo 5 minuti era chiaro che qualcosa stava succedendo. Così, mentre le altre borse europee si appesantivano sulla scia di Wall Street, Milano era letteralmente al buio, anche se il listino di riferimento indicava chiaramente che le cose non stavano andando affatto bene.



I titoli sospesi per eccesso di ribasso erano circa 13 su 40 e 8 minuti prima della chiusura il blocco diventava ufficiale con un comunicato stringato di Borsa Italiana, la società che gestisce il mercato. Il comunicato successivo è arrivato dopo quasi 3 ore per spiegare che l'incidente è stato causato da «ritardi nella distribuzione dei dati attraverso alcuni canali di informativa».



Sul caso è intervenuta la Consob, che si è messa in contatto con Borsa Italiana, mentre nelle sale operative si parlava di una sorta di ondata di vendite che avrebbe creato l'effetto imbuto proprio nell'ultima mezz'ora. In effetti i tempi coincidono, ma qualche operatore è rimasto insospettito dal fatto che Borsa Italiana avesse previsto l'incidente con largo anticipo. Quanto agli scambi, poi, il controvalore totale di oggi, pari a 3 miliardi di euro, è stato inferiore a quello delle

ultime sedute: 3,67 miliardi ieri e 3,19 miliardi il giorno prima.



«Oggi probabilmente l'incidente è stato causato dalla concitazione del mercato - ipotizza un'economista dall'ufficio studi di una primaria banca d'affari che preferisce non essere citato - tra le tantissime sospensioni» che si sono susseguite nella giornata. E il danno è soprattutto «sul piano della reputazione» anche se, non è escluso che, chi non ha potuto liquidare un contratto o dare esecuzione a un ordine su uno strumento che ha come sottostante l'indice, opzioni o future per esempio, «ora possa avanzare rivalse legali».



Per Piazza Affari non è la prima volta che il sistema va in blocco e i guasti riportano fino al lontano 1991, quando la borsa è passata dalle grida al sistema telematico. Il più recente risale allo scorso 22 gennaio, quando un guasto tecnico ha azzerato il fuso orario tra Milano e New York, facendo aprire in contemporanea le due borse, con la piazza italiana in ritardo di 6 ore e mezza.



Il crollo dei titoli principali. Intesa Sanpaolo ha indossato la maglia nera, con un calo del 10,35%, poco dietro a Fiat (-10,03%) e Unicredit (-9,33%). L'unico titolo del paniere di riferimento a muoversi in controtendenza è stato Italcementi (+1,26%).



Giù del 3% circa anche Londra, Parigi e Francoforte. Lo scivolone di oggi è costato alle principali borse europee circa 173 miliardi di euro di capitalizzazione. In caduta anche Wall Street: il Dow Jones chiuso con un ribasso del 4,3%.



Bloccati per un'ora anche i listini di Parigi, Amsterdam, Bruxelles e Lisbona. Un «incidente tecnico» anche ai sistemi di Nyse Euronext «ha sospeso il calcolo degli indici» borsistici gestiti dal gruppo in Europa (Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona), «dalle 16.28 alle 17.21». Lo ha riferito una portavoce della società. Il sistema di calcolo, ha aggiunto, «è poi ripartito», consentendo di comunicare al mercato i «valori corretti» sulla variazione degli indici in chiusura di seduta.



Sale lo spread Btp-Bund. Forte tensione anche sui titoli di Stato. Dopo che in mattinata si era ristretto lo spread Btp-Bund, tornando sotto i 350 punti base, a 349,5, nel finale di seduta è risalito verso quota 390, nonostante l'intervento della Bce, che ha acquistato titoli di Stato europei. «Non sarei sorpreso se alla fine di questa conferenza stampa si vedesse qualcosa» a proposito degli acquisti di titoli di Stato, ha ammesso il presidente dell'istituto di Francoforte Jean Claude Trichet, rispondendo a una domanda su acquisti di titoli in corso sul mercato. «lo ho confermato in anticipo», ha aggiunto Trichet.



La Bce lascia i tassi invariati. La Banca centrale europea ha deciso intanto di lasciare invariato all'1,5% il tasso di riferimento principale in Eurolandia. La decisione del Consiglio direttivo era ampiamente prevista dal mercato. La Bce aveva aumentato il costo del denaro lo scorso 7 luglio, portandolo dall'1,25% all'1,50%. L'istituto centrale oggi ha anche confermato il tasso marginale al 2,25% e quello sui depositi allo 0,75%.



«Anche per l'Italia, come gli altri Paesi dell'area euro, le riforme strutturali sono necessarie, e in particolare occorre anticipare i tempi del risanamento fiscale», ha avvertito poi il presidente della Banca centrale europea, sottolineando che «tutti i Paesi stanno anticipando la situazione, è vero anche per l'Italia» dove «le risorse umane, per così dire, sono così buone e l'imprenditorialità così evidente».



«L'incertezza è particolarmente alta e la crescita economica dell'area euro è in decelerazione», ha sottolineato poi Trichet, secondo il quale gli attuali rischi al ribasso per lo scenario macroeconomico dell'area euro potrebbero intensificarsi. Trichet ha annunciato che, date le tensioni «particolarmente alte» sui mercati, il consiglio direttivo della Bce ha deciso «un'operazione supplementare di liquidità».



«I governi hanno le loro responsabilità». È importante che «vi sia un rinnovato impegno di tutti i capi di governo e di Stato europei ad aderire strettamente ai target fiscali» e ove necessario ad adottare ulteriori misure fiscali più ravvicinate. «La Banca centrale europea è responsabile dell'assicurare la stabilità dei prezzi a 332 milioni di cittadini, mentre i governi hanno le loro responsabilità che sono davvero numerose» ha detto Trichet rispondendo alle domande sulle misure contro la crisi finanziaria e di bilancio che colpisce diversi Paesi dell'area euro.



«Il Fondo di stabilità europeo dovrebbe essere reso operativo al più presto possibile»
ha infine scandito Trichet.



Barroso: Ue preoccupata dai titoli in Italia e Spagna.
Il presidente della Commisisone Ue Josè Barroso ha inviato ai leader europei una lettera in cui esprime la preoccupazione di Bruxelles «sulla situazione dei titoli in Italia e Spagna» e chiede a tutti i leader Ue di «approvare rapidamente», nei loro Parlamenti, le modifiche al fondo salva-Stati approvate dall'ultimo summit, affinché sia in grado di affrontare «l'attuale contagio» della crisi dei debiti.



«Non è solo una crisi della periferia euro». «Qualunque siano le motivazioni - dice Barroso - è chiaro che non abbiamo più a che fare solo con una crisi della periferia dell'area euro».



«Decisioni del 21 luglio non hanno avuto efetti sperati». «Le turbolenze sui mercati evidenziano soprattutto la complessità e l'incompletezza delle decisioni prese dall'eurozona nel vertice del 21 luglio» scrive Barroso, lamentando anche la «comunicazione indisciplinata» dell'Europa sul fronte della crisi. Per Barroso, le «decisioni coraggiose» prese il 21 luglio scorso a Bruxelles sulla Grecia «non stanno avendo gli effetti che volevamo sui mercati».






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