Lavoro, il dramma degli under 35
in tre anni un milione di occupati in meno

Lavoro, il dramma degli under 35 in tre anni un milione di occupati in meno
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Domenica 15 Settembre 2013, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 14:54
ROMA - Tra il 2010 e il 2013 crollato il numero degli under 35 al lavoro, passati da 6,3 a 5,3 milioni (-1 milione): quanto si legge sulle tabelle dell'Istat riferite al secondo trimestre, dalle quali emerge la difficoltà nella quale si trova soprattutto la fascia tra i 25 e i 34 anni, per la quale si è registrato un calo di 750.000 unità.



La situazione è particolarmente difficile nella fascia tra i 25 e i 34 anni, ovvero l'età nella quale ha terminato gli studi anche chi si è laureato e nella quale negli anni scorsi si cominciava a lavorare e in molti casi ci si formava una famiglia. Nel secondo trimestre 2013, nella fascia tra i 25 e i 34 anni, lavoravano appena 4,329 milioni di persone contro i 5,089 milioni di solo tre anni prima. Il tasso di occupazione ha subito un crollo dal 65,9 al 60,2 (era al 70,1% nella media 2007), con quindi appena 6 persone su 10 al lavoro nell'età attiva per eccellenza. E se per i maschi del Nord la situazione è ancora accettabile con l'81,4% al lavoro (dall'86,6% del secondo trimestre 2010) al Sud la situazione è drammatica con appena il 51% degli uomini della fascia 25-34 anni che lavora (e solo il 33,3% delle donne).



L'imbuto davanti al quale si è trovata la generazione dei «giovani adulti» è dovuto in parte alla stretta sull'accesso alla pensione che ha tenuto al lavoro i più anziani (il tasso di occupazione nella fascia tra i 55 e i 64 anni è passato nel triennio considerato dal 36,6% al 42,1%), in parte alla crisi economica e al generale calo dell'occupazione nelle imprese private insieme al blocco del turn over nella pubblica amministrazione che di fatto ha ridotto al lumicino le assunzioni nel pubblico. Il tasso di occupazione è calato soprattutto tra i giovani uomini del Sud (dal 60,5% al 51% con quasi 10 punti) mentre per gli uomini del Nord il calo si è limitato a 5 punti (dall'86,6% all'81,4%). Per le giovani donne del Sud il calo percentuale è stato meno consistente partendo da un dato basso (dal 34,2% al 33,3%). Se si guarda al complesso degli under 35 (quindi anche ai giovanissimi) il tasso di occupazione a livello nazionale risulta in calo dal 45,9% del secondo trimestre 2010 al 40,4% dello stesso periodo del 2013. Il tasso di disoccupazione nella fascia tra i 25 e i 34 anni è cresciuto dall'11,7% del secondo trimestre 2010 al 17,8% dello stesso periodo del 2013 con oltre sei punti in più. I disoccupati tra i giovani adulti sono passati da 670.000 a 935.000. Al Sud il tasso di disoccupazione in questa fascia di età è ormai al 30% (molto simile tra uomini al 29,1% a donne al 31,5%) dal 20,6% di appena tre anni prima. Al Nord la disoccupazione tra i giovani adulti è passata dal 7,3% del secondo trimestre 2010 al 10,9%.




Bonanni: dati drammatici, Paese allo sfascio. I dati Istat sulla disoccupazione «sono drammatici» e «fotografano la situazione di immobilismo e di sfascio del Paese sul fronte dello sviluppo economico e delle nuove opportunità di lavoro». Lo sostiene in una nota il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. L'Italia, prosegue, «ha bisogno di una vera rivoluzione e di interventi straordinari sul piano fiscale, riducendo la spesa pubblica improduttiva e riformando drasticamente la macchina amministrativa». Bonanni chiede dunque che «il Governo Letta apra subito un confronto vero con le parti sociali sulla base del documento che i sindacati e la Confindustria hanno presentato insieme qualche giorno fa. La Cisl - ribadisce - è pronta a favorire con accordi sindacali ogni possibile investimento per la creazione di nuovi posti di lavoro, come abbiamo fatto in questi anni in tante occasioni, a partire dagli stabilimenti Fiat».
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