Cgil, oggi in piazza a Roma
obiettivo un milione di persone

Cgil, oggi in piazza a Roma obiettivo un milione di persone
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Sabato 25 Ottobre 2014, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 20:47
ROMA - Centinaia di migliaia di persone in piazza oggi a Roma per dire di no al Jobs act a partire dalle modifiche all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e chiedere cambiamenti al ddl di stabilità.



Alla manifestazione indetta dalla Cgil potrebbero partecipare secondo un'indagine Tecnè per il sindacato diffusa nei giorni scorsi circa un milione di persone, ma la cifra è un obiettivo non facilmente raggiungibile contro le misure di un Governo guidato dal segretario del Pd.



La tradizione sarà rispettata con un corteo in partenza da piazza della Repubblica e uno da piazzale dei Partigiani (Ostiense) che confluiranno a piazza san Giovanni dietro lo striscione «Lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l'Italia». Nei cortei a fianco di lavoratori, disoccupati, precari, pensionati e studenti sfileranno esponenti della minoranza Pd come Cuperlo, Civati (che ha chiesto espressamente a Bersani, vieni anche tu) e Fassina mentre nelle stesse ore la maggioranza si riunirà nella quinta edizione della Leopolda a Firenze con il premier, Matteo Renzi.



Dal fronte delle imprese, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, tende una mano amica e sulla manifestazione non vuole esprimere giudizi: «Se la Cgil ha assunto questa decisione - dice da Lamezia - lo ha fatto per ragioni sue e noi non esprimiamo giudizi. Questo, però, non è il momento degli scontri. Sarebbe il momento di unire le forze».



Sulla stessa linea i Giovani di Confindustria che hanno chiesto alla Cgil di collaborare con le imprese per difendere il lavoro piuttosto che scendere in piazza per difendere le ideologie. «Convinciamoli - ha detto Marco Gay - che, invece di scendere in piazza domani per difendere ideologie, possono collaborare con noi per difendere il lavoro. Apriamo una fase nuova di confronto col sindacato per aumentare la produttività».



Da parte sua Camusso si mostra scettica sul richiamo all'unione da parte di Confindustria: «Strano appello. Siamo alle prese con imprese che licenziano e ristrutturano e non si fanno carico dell'occupazione nel Paese». E d'altra parte il leader della Cigl raffredda anche gli entusiasmi di Nichi Vendola: «La Cgil decide da sola, non dobbiamo inseguire nessuna affermazione del dibattito tra partiti politici» dice, dopo che il leader di Sel aveva assicurato per domani l'annuncio da parte della Cgil dello sciopero generale. Facendo raffronti col passato, dalla Cgil ribadiscono che non sono possibili confronti con la manifestazione del 2002 al Circo Massimo per la difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (premier era Berlusconi), ma il ricordo di quel successo di partecipazione non potrà non tornare in mente a chi era presente (i cortei partirono prima del tempo perchè le piazze del concentramento erano troppo affollate).



Camusso ha scritto agli iscritti al sindacato per invitarli a partecipare e al momento le prenotazioni sono moltissime (2.500 pullman e dieci treni speciali oltre a una nave e due voli charter dalla Sardegna per circa 150.000 persone organizzate escluso il Lazio). «Ci conteranno uno a uno» - ha detto Camusso ieri - convinta che la sfida per «smascherare le bugie del Governo» non potrà non tener conto dei numeri.



«Sarà una grandissima manifestazione - ha detto oggi il leader Fiom, Maurizio Landini - abbiamo segnali che in alcune regioni non bastino i pullman. Non c'è consenso alle scelte che sta facendo il Governo. È solo l'inizio della mobilitazione che arriverà fino allo sciopero generale».



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