Brunetta: 10mila insulti su Facebook
Avvenire: chi non ascolta prende sberle

La protesta contro Bunetta (foto Roberto Monaldo - Lapresse)
La protesta contro Bunetta (foto Roberto Monaldo - Lapresse)
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Giovedì 16 Giugno 2011, 12:50 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 23:13
ROMA - Non si placa la bufera sul ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, per gli insulti ai precari. Dopo la doppia precisazione di ieri, in cui il ministro forniva una spiegazione in contrasto con quello che si vede nelle immagini ribadendo in sostanza le accuse, oggi Brunetta fornisce una nuova spiegazione sulla frase rivolta ai contestatori («questa è l'Italia peggiore») precisando che non si rivolgeva a tutti i precari ma solo ai «figli di papà romani» che lo contestavano.



Intanto oggi, dopo che ieri Pd e Idv hanno chiesto le dimissioni del ministro, Cgil e Cisl oggi lo attaccano, mentre sulla sua bacheca Facebook è arrivato un diluvio di insulti.



La protesta a Roma. Un'Apecar 50 blu, "tappezzato" con due grandi immagini di Brunetta fotografato mentre dorme sprofondato in una poltrona e una scritta «Brunetta il peggior ministro della peggiore Italia», è stato parcheggiato oggi sotto il ministero della Pubblica amministrazione a Roma. A realizzare i manifesti di protesta l'associazione Radici, che ha partecipato attraverso l'Apecar al sit-in contro Brunetta organizzato questo pomeriggio dal comitato "Il nostro tempo è adesso". Poi il sit-in è terminato con l'invito a dimettersi. «Invitiamo Brunetta a lasciare questo edificio - ha gridato una giovane precaria dal megafono verso le finestre dell'edificio in corso Vittorio Emanuele - questo è solo l'inizio. Non siamo più disposti a sopportare nulla».



La nuova precisazione del ministro. La frase «voi siete l'Italia peggiore», ha precisato oggi Brunetta, «non è rivolta al modo dei precari, che sono delle vittime, ma un giudizio che io ho dato sulle quattro persone venute non ad ascoltare il convegno e il sottoscritto che parlava dell'innovazione, dell'Italia migliorè e dei giovani che si impegnano». A loro, aggiunge nel corso del programma L'intervista su Radio 24 «non interessava nulla, avevano già pronti gli striscioni, non ascoltavano ma insultavano, ribadisco è questa l'Italia peggiore». Il ministro nel corso del programma, ha sottolineato che «l'Italia peggiore è fatta da chi non consente a ministri di parlare», ad esempio nelle «università, prima accadeva con la Moratti oggi con la Gelmini, da chi insulta e fischia in in ogni situazione». E ha aggiunto come «la leader del movimento di precari che è venuta a cointestarmi o a pormi delle domande, guadagna circa 1.800 euro».



«Diecimila post di insulti, minacce, addirittura pallottole, sul mio profilo Facebook. Molti legati anche alla mia statura fisica. Conosco bene il mercato del lavoro, la pubblica amministrazione, e anche il mondo di questi finti precari. Sorrido anche dell'indignazione della rete», ha poi detto il ministro. I precari, ricorda quindi il ministro, sono «milioni di persone vittime di un sistema che non funziona, di regole che non funzionano, di sindacati balordi, degli errori dei padri».



Poi, rivolgendosi a chi lo intervista, continua: «Pensa che io sia così stupido» da attaccare tutti i precari? I veri precari sono quelli dei call center che non hanno voce, non sono i figli di papà romani», insiste, per poi concludere che «vanno cambiate le regole dell'occupazione dei padri e fare tutti un esame di coscienza», perché «è patologico che si viva per l'eternità da atipici».



«Chi non sa ascoltare le persone - che non sono certo il Paese "peggiore" - oggi si candida solo a ricevere altre sberle. Metaforiche, s'intende. Ma non per questo meno pesanti», scrive il quotidiano cattolico Avvenire comentando la frase con cui Brunetta l'altro ieri si è rivolto ai precari



«Le contestazioni agli esponenti politici sono non di rado dure,
in passato ve ne sono state pure di violente - scrive il quotidiano della Cei in un corsivo non firmato, quindi attribuibile alla direzione - Ma i timori, legittimi, che possano accadere non giustificano gli insulti e le fughe sdegnate di fronte a semplici domande». Secondo Avvenire «per un politico la capacità di ascolto è una delle prime virtù da coltivare. Per un ministro, poi, è addirittura un dovere». Per il giornale dei vescovi, comunque, «ora gli insulti che a sua volta il ministro riceve su internet sono parimenti criticabili». Ma il consiglio che rivolge a Brunetta è che «anziché insistere nell'errore, meglio scusarsi e aprirsi al confronto. Questa sì sarebbe un'Italia migliore».



Camusso: da Brunetta il segnale di chi non sa dare risposte. «Le parole del ministro Brunetta - dice il segretario della Cgil, Susanna Camusso - rappresentano il segnale di un governo che capisce che non è più in grado di dare le risposte che vengono chieste dai cittadini e, siccome non è mai stato disponibile a ragionare e al confronto, reagisce in questo modo».



«È una impressione sgradevole». E' questa la reazione del segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni allo scontro tra Brunetta e i precari della pubblica amministrazione. «Siamo stufi di polemiche su polemiche - dice - Siamo invece molto interessati alle convergenze, chi governa deve lavorare per le convergenze se vogliamo il bene comune».



Fiom: decadenza notevole. «Siamo di fronte ad una decadenza notevole, perché un ministro che fa interventi di questa natura non rappresenta questo Paese - dice il numero uno della Fiom, Maurizio Landini - La precarietà, purtroppo, è un dramma sociale e il governo dovrebbe fare politica per dare un futuro e una prospettiva ai giovani e non per renderli precari sempre. Credo che Brunetta non stia facendo il suo mestiere e poi dovrebbe rispettare maggiormente chi paga le tasse e permette anche a lui di fare il ministro, anche se a volte non è troppo capace».


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