Berlusconi: «Italia solida, ora patto
per la crescita. L'opposizione collabori»

Berlsconi e Tremonti alla Camera (foto Serena Cremaschi - Ansa)
Berlsconi e Tremonti alla Camera (foto Serena Cremaschi - Ansa)
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Mercoledì 3 Agosto 2011, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 22:15
ROMA - L'Italia solida, non bisogna inseguire il nervosismo dei mercati, ora la priorit la crescita e per questo necessario agire tutti insieme per superare la crisi. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, interviene alla Camera per riferire sulla situazione economica e annuncia una proposta di collaborazione alle parti sociali. Al suo fianco, alla sua sinistra, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e a destra il titolare degli Esteri Franco Frattini. Non c'era invece in Aula il leader leghista, Umberto Bossi. Il premier è poi intervenuto anche al Senato.



«Nessuno nega la crisi, tutti dobbiamo lavorare per superarla», ha detto Berlusconi. «State ascoltando un imprenditore che ha tre tre aziende in borsa e che quindi è nella trincea finanziaria consapevole ogni giorno di quel che accade sui mercati», ha poi affermato il premier rivolto all'opposizione che lo stava contestando alla Camera durante il suo intervento.



Il premier ha quindi sottolineato di condividere l'appello alla coesione del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. «Oggi più che mai dobbiamo agire tutti insieme. Raccolgo con convinzione l'invito alla coesione nazionale che il presidente Napolitano ha sollecitato più volte. Un monito saggio, che faccio mio».



«Non chiedo alle opposizioni di condividere i nostri programmi ma che arrivino contributi con idee e proposte pe far emergere ciò che serve al paese - ha proseguito il Cavaliere -. L'opposizione faccia ciò che è chiamata a fare senza perdere di vista il comune obiettivo perché comune è l'obiettivo di portare l'Italia fuori da una crisi che non è italiana ma planetaria». «Il governo - ha aggiunto - non resterà sordo alle proposte dell'opposizione se animate da spirito di patria».



Il percorso intrapreso dal governo, ha aggiunto Berlusconi, si completerà «nel 2013 quando ci sottoporremo serenamente al loro giudizio» con la coscienza a posto. «Nei 20 mesi che ci separano da quel momento - ha proseguito - il governo farà il governo rafforzerà sempre di più il rapporto con le parti sociali». Agli italiani, ha detto, «diciamo che il governo è pronto a fare fino in fondo la propria parte».



La crisi «va fronteggiata con coerenza e fermezza, senza seguire i nervosismi dei mercati», ha detto il premier. «È essenziale dare certezza ai mercati definendo con chiarezza tempi, risorse e interventi previsti». «Non abbiamo fatto poco, sappiamo di certo che c'è molto da fare» e fra queste cose «dobbiamo azzerare il fabbisogno finanziario dell'ultima parte dell'anno», ha continuato il presidente del Consiglio.



«Abbiamo i fondamentali economici, le nostre banche sono liquide, hanno superato gli stress test, nel mese di luglio si è registrato meno ore di cassa integrazione, non è venuta meno la voglia di fare impresa», ha continuato. «È chiaro che i problemi sono diretta conseguenza della crisi di fiducia che scuote i mercati internazionale e che non accenna a placarsi sia per l'incertezza sull'euro che per la spinta della speculazione finanziaria», ha spiegato ancora il premier.



«Come spesso succede nelle crisi di fiducia, i mercati non hanno valutato la nostra solidità, non hanno considerato la solidità del nostro sistema bancario, le condizioni patrimoniali delle famiglia», ha spiegato ancora Berlusconi. Le tensioni speculative, ha detto il premier, «si sono estese all'Italia ma non solo, problemi analoghi ci sono stati anche in molti altri paesi dell'area europea e la tensione ha fatto aumentare il differenziale tra Bund e Btp».



L'Europa considera «l'Italia in condizioni di assoluta sicurezza», come ha riconosciuto anche il presidente della commissione Ue Josè Manuel Durao Barroso, ha continuato il premier nel suo intervento alla Camera.



«Il governo - ha affermato inoltre il premier - ha da tempo proposto alle parti sociali la bozza di riforma dello Statuto dei Lavoratori. È arrivato il momento di verificare il grado di consenso».



«Nell'incontro che avremo domani con le parti sociali, il governo proporrà una collaborazione per la stabilità, per la crescita e la coesione sociale che dovrà accompagnare il processo di riforme presentato nel maggio scorso in Europa - ha aggiunto Berlusconi -. La crescita dell'economia è la conseguenza soprattutto della positiva convergenza dei comportamenti responsabili che degli attori istituzionali, economici e sociali».



«O lei ha sbagliato discorso o ha sbagliato Parlamento. Siamo in una situazione che non si può descrivere con i cieli azzurri e qualche nuvola. L'unico merito del suò discorso è la scelta dell'orario che è stato fatto a Borse chiuse», ha attaccato nel suo intervento il segretario Pd Pier Luigi Bersani. «Non è per polemica politica o interessi di bottega che noi chiediamo una svolta politica. I problemi non si risolvono con un discorso o un monitoraggio con le parti sociali ma serve un po' di tempo per una tregua con gli investitori ed i mercati e il tempo si può avere solo con un gesto politico». «Noi, davanti all'emergenza, a fronte di un passo indietro responsabile di chi ci ha porato fin qui, siamo disposti a fare un passo avanti. Se non intendete avere questa generosità e togliere questo impedimento, vi prendete voi la responsabilità», ha detto ancora il leader del Pd.



«Penso che l'Italia è seriamente nei guai», è poi l'analisi
del segretario del Pd. «Il nostro Paese - ha sostenuto - è colpito da una crisi che non ha precedenti: dopo 8 anni di vostro governo, abbiamo perso 6 punti di Pil e ne stiamo rimontando 2 scarsi, come nessun altro paese, e mentre gli altri la contrazione l'hanno assorbita, noi ancora siamo qui a sforzarci di recuperare ciò che non abbiamo recuperato». La crisi, ha aggiunto il segretario Pd, «non è solo speculazione, sono gli investitori e i nostri creditori che non si fidano più». E questa sfiducia «non è un umore passeggero, i creditori hanno tirato le somme di una vicenda già conclusa». Inoltre, ha proseguito Bersani, «nel nostro paese sta montando una disperazione che sta bruciando lo spirito civico di cui avremmo bisogno per reagire».



«È la responsabilità, il dialogo e la collaborazione che ci viene richiesta» in questo momento di crisi economica. «Da tempo dico che solo una fase non di supplenza tecnica della politica, ma di armistizio tra i principali partiti può salvare l'Italia. Non improbabili governi tecnici, ma governi che nascano dalla volontà del Parlamento, dei partiti. Perché abbiamo da fare scelte impopolari e dolorose che nessun governo che abbia la paura di perdere le elezioni è in grado di assumere». Così il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, nel suo intervento dopo le comunicazioni sulla crisi del presidente del Consiglio. «Abbiamo una manovra spalmata» su più anni, ha aggiunto. «Chiediamo di anticipare con un decreto parti significative della manovra 2013-2014, per dare concretezza all'impegno» assunto dall'Italia con la finanziaria di quest'anno.



«Non esiste una alternativa politica alla alleanza Lega-Pdl che è soprattutto l'alleanza Bossi-Berlusconi». È uno dei passaggi dell'intervento a Montecitorio del presidente dei deputati della Lega Nord, Marco Reguzzoni. «Lo ripeto: per la Lega non esiste alternativa ad un governo che non abbia come guida il presidente Berlusconi e come alleanza quella tra Bossi e Berlusconi - ha aggiunto Reguzzoni - Governi tecnici porterebbero ad una instabilità politica. L'unica risposta è il programma di governo del 2008».



«Signor presidente, se non fossimo in Parlamento direi: "caro Silvio"». Così il leader di Idv Antonio Di Pietro si rivolge al premier nel suo intervento alla Camera. In più passaggi, Di Pietro parla rivolto al presidente del Consiglio dandogli del tu. «Caro Silvio, ma lei ci è o ci fa? Lei è Alice nel paese delle meraviglie, ma in che paese vive? Lei vive in un bunker...», ha detto il laeader Idv che ha poi invitato il Berlusconi ad andare a casa. Il leader di Idv ricorrre a citazioni di «comunisti» come Marchionne per criticare la ricetta economica del governo: «Il problema è lei, signor presidente del Consiglio, è una crisi nella crisi, è un problema per il paese, e il fatto che non se ne accorge è ancora più grave: i problemi restano». E poi le accuse: «Il paese dovrebbe fare a meno di lei, ma lei li compra i deputati». «Signor presidente, caro Silvio, se ne vada a casa e mi mandi una cartolina da Saint Martin o da dove vuole», ha concluso Di Pietro.



Stamani il commissario Ue per gli affari Europei Olli Rehn aveva parlato con il ministro dell'Economia, che a Lussemburgo ha anche incontrato il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker. Rehn ha confermato a Tremonti la fiducia dell'Europa nelle misure assunte dall'Italia.



Il ministro dell'Economia e le autorità italiane «stanno facendo quanto necessario per rimettere il Paese sulla strada giusta per ottenere una naggiore crescita sostenibile e assicurare il consolidamento» del bilancio, ha detto Rhen che - secondo quanto si legge in una nota diffusa da Chantal Hughes, portavoce della Commissione - lo ha ribadito in occasione della conversazione telefonica avuta con Tremonti. Nel corso del colloquio - si legge ancora nella nota - sono stati discussi gli sviluppi della situazione nell'Eurozona. Inoltre Tremonti ha aggiornato Rehn sulle iniziative che l'Italia sta prendendo per realizzare le riforme strutturali e il risanamento dei conti pubblici.



«Con il ministro Giulio Tremonti abbiamo avuto una lunga discussione su tutti i problemi dell'area euro», ha detto Juncker, al termine dell'incontro con il ministro italiano oggi nella sede del governo a Lussemburgo. «Con il presidente dell' Eurogruppo Jean-Claude Junker abbiamo avuto una lunga e fruttuosa discussione», si è limitato a dichiarare Tremonti.




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